Il numero di rifugiati e migranti venezuelani ha raggiunto i 4,3 milioni e cresce di giorno in giorno. Ad oggi, non è possibile prevedere la fine di questo esodo, in cui sono coinvolte sempre più persone particolarmente vulnerabili, molte delle quali necessitano di protezione internazionale, oltre che grandi gruppi di individui bisognosi di accesso a servizi di base e opportunità di impiego.
I paesi maggiormente colpiti da questo esodo sono in America Latina e nei Caraibi e in particolare nella regione delle Ande, dove l’incidenza socio-economica del movimento di rifugiati e migranti provenienti dal Venezuela è stata di più vasta portata.
Nonostante la scarsità di fondi, la riduzione delle risorse disponibili, le tensioni sociali e la pressione che grava sulle istituzioni, i paesi dell’America Latina e dei Caraibi continuano a prodigarsi in notevoli sforzi per fornire protezione e assistenza, nonché per promuovere l’inclusione sociale ed economica dei venezuelani nei loro territori. Tuttavia, è indubbio che le capacità dei singoli paesi e della regione nel suo insieme non sono sufficienti a far fronte alla situazione dei rifugiati e dei migranti venezuelani.
È solo attraverso una risposta coerente, prevedibile e concertata che i paesi della regione potranno rispondere alla sfida umanitaria senza precedenti rappresentata dalla necessità di rispondere ai bisogni di un crescente numero di rifugiati e migranti venezuelani.
In qualità di Rappresentante Speciale congiunto UNHCR-OIM per i rifugiati e i migranti venezuelani nella regione, mi preoccupa il fatto che i limiti nell’accesso al territorio dei paesi ospitanti possano costringere i venezuelani a intraprendere viaggi irregolari, durante i quali sarebbero ancora più vulnerabili ed esposti al pericolo della tratta.
Pur riconoscendo il diritto sovrano degli Stati di decidere quali misure adottare in materia di accesso al loro territorio, rivolgo un appello ai paesi della regione affinché garantiscano la possibilità di richiedere asilo e rafforzino i meccanismi per l’identificazione delle persone che necessitano di protezione internazionale. Allo stesso modo, esorto rispettosamente gli Stati a mantenere politiche di ingresso flessibili, considerato che molti venezuelani affrontano notevoli difficoltà per soddisfare i requisiti di accesso ai loro territori, nonché a portare avanti la regolarizzazione e documentazione dei rifugiati e migranti venezuelani, facilitando altresì la riunificazione familiare.
Inoltre, incoraggio rispettosamente i paesi della regione a continuare ad articolare, coordinare e armonizzare le proprie politiche e a scambiare informazioni e buone prassi nel quadro del Processo di Quito, che senza essere vincolante ha riunito i paesi dell’America Latina e dei Caraibi interessati dall’esodo di rifugiati e migranti venezuelani. Esorto questi paesi a proseguire la cooperazione e la condivisione di responsabilità nello spirito del Processo di Quito, il cui prossimo incontro è previsto per il 5 e 6 dicembre a Bogotá, in Colombia.
Rivolgo inoltre un appello alla comunità internazionale, incluse le agenzie di cooperazione bilaterale e multilaterale, le istituzioni finanziarie e gli attori dello sviluppo, affinché rafforzino il loro sostegno, anche finanziario, alla popolazione venezuelana, ai paesi ospitanti e alle comunità di accoglienza.
FINE
Per maggiori informazioni:
Per l’UNHCR:
A Ginevra, Liz Throssell, [email protected], +41 79 337 7591
A Panama, William Spindler, [email protected], +507 638 278 15
Per l’OIM:
A Ginevra, Joel Millman, [email protected], +41 79 103 87 20
A Buenos Aires, Juliana Quintero, [email protected], +54 113 488 134
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