Con quasi 900.000 persone della Repubblica Centrafricana (CAR) sfollate dallo scoppio delle violenze a dicembre 2013, la crisi della CAR sta rapidamente diventando la più grande crisi umanitaria dimenticata del nostro tempo. 460.000 persone sono rifugiate nei paesi vicini mentre circa 436.000 persone risultano ad oggi sfollate. In totale 2,7 milioni di persone necessitano di aiuti umanitari nella Repubblica Centroafricana.
Ciò nonostante, sia i programmi di assistenza umanitaria per la Repubblica Centrafricana che il Piano di Risposta Regionale per i Rifugiati rimangono pesantemente sottofinanziati: è stato garantito solo il 14% dei fondi necessari ai programmi all’interno della CAR, mentre i programmi per i rifugiati nei paesi vicini hanno raccolto solo per il 9% dei fondi.
“Dobbiamo impedire che la Repubblica Centrafricana diventi una crisi dimenticata”, ha detto Claire Bourgeois, coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite nel paese martoriato dalla violenza dilagante. “Il finanziamento attualmente disponibile per la risposta umanitaria strategica non ci permette di garantire la protezione di tutti i profughi o di fornire il siostengno minimo necessario per soddisfare gli enormi bisogni umanitari”.
La violenza tra i vari gruppi armati continua ad affliggere il paese, soprattutto nella parte centrale, impedendo a molte persone di tornare a casa. Con il sostegno della comunità internazionale, le autorità attualmente in carica stanno operando per ripristinare l’ordine pubblico, permettendo ad alcuni di fare ritorno a casa.
L’UNHCR e i suoi partner stanno lavorando assiduamente per fornire un adeguato livello di assistenza ai rifugiati nei quattro paesi confinanti: Camerun, Ciad, Repubblica del Congo e Repubblica Democratica del Congo. Sono in corso le attività di protezione fondamentali come le operazioni di registrazione e il trasferimento dei rifugiati in aree più sicure dei paesi ospitanti. L’UNHCR continua a fornire l’assistenza umanitaria di base con l’obiettivo di riuscire a garantire altre attività importanti come l’istruzione primaria attualmente carente a causa della scarsità di fondi a disposizione.
“È fondamentale che la comunità internazionale non dimentichi la Repubblica Centrafricana”, ha detto Liz Ahua, Coordinatrice Regionale per i Rifugiati dell’UNHCR. “Sono stati compiuti progressi importanti e non possiamo permettere che queste conquiste siano vanificate dalla mancanza di fondi e sostegno”.
Nei prossimi mesi sono in programma due momenti cruciali per il processo di pace. Il primo sarà il Forum di Bangui sulla Riconciliazione Nazionale che si terrà a maggio, nel quale si riuniranno tutti i partiti per affrontare le questioni politiche e di sicurezza al centro della crisi. Il secondo passaggio importante saranno le elezioni nazionali previste per il mese di agosto. La partecipazione di sfollati interni e rifugiati in entrambi i processi sarà fondamentale per la loro riuscita.
“Oltre ad un’immediata risposta umanitaria, noi chiediamo anche ai partner che lavorano per la transizione e la rapida ripresa di farsi avanti e di aiutare le famiglie a tornare in possesso dei loro mezzi di sussistenza”, ha affermato Claire Bourgeois “Abbiamo anche bisogno di soggetti che garantiscano le attività del sistema giudiziario per accelerare la lotta contro l’impunità per i crimini commessi nella crisi della CAR”.
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