Europa
In molte parti dell’Europa meridionale, centrale e orientale sono arrivate le prime avvisaglie dell’inverno, con temperature sotto lo zero, piogge e tempeste, e ci sono già le prime conseguenze su rifugiati e migranti in arrivo o in transito. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha fornito una prima risposta con la distribuzione di impermeabili, coperte e generi di prima necessità. Da adesso e fino a febbraio del 2016, a seconda dei finanziamenti disponibili, saranno distribuiti kit di soccorso per l’inverno alle persone più vulnerabili. Il kit standard include sacchi a pelo, coperte termiche, impermeabili, calze, abbigliamento e calzature, ma il contenuto potrebbe variare a seconda delle esigenze e delle circostanze specifiche.
I nostri piani per fronteggiare l’inverno prevedono anche l’allestimento di alloggi di emergenza, tra cui tende familiari, unità abitative per i rifugiati e strutture di accoglienza di emergenza, e un impegno aggiuntivo per migliorare le aree di accoglienza e di attesa in modo da renderle adeguate alle condizioni invernali. Il programma prevede anche di adeguare al clima invernale le strutture igienico-sanitarie esistenti. Inoltre, l’UNHCR sta identificando le persone che potrebbero essere maggiormente vulnerabili, tra cui anziani e bambini, non accompagnati o in viaggio con le loro famiglie, affinché possano essere trasferite in luoghi in cui possono ricevere le cure di cui hanno bisogno.
La situazione in Siria ed Iraq
Su queste due situazioni ha riferito Amin Awad, Direttore dell’Ufficio per Medio Oriente e il Nord Africa (MENA) e Coordinatore dei rifugiati per le situazioni di Siria e Iraq.
Nelle prossime settimane, 15 milioni di sfollati siriani e iracheni in Medio Oriente si troveranno ad affrontare un altro inverno lontani da casa. L’inverno sarà particolarmente difficile per le molte persone che vivono nei seminterrati, in garage isolati o in edifici non finiti, all’interno di stalle per animali o in altre strutture improvvisate e insicure.
Per molti siriani, questo sarà il quinto inverno in esilio, mentre la guerra che affligge il loro paese diventa sempre più grave. Oggi, i rifugiati sono più vulnerabili che mai: i loro risparmi sono finiti da tempo, i gioielli e gli altri oggetti di valore sono stati venduti, e si indebitano sempre di più per soddisfare le loro esigenze di base. Le persone sono costretta a saltare i pasti, a mendicare, a ritirare i bambini dalla scuola, ad accettare posti di lavoro ad alto rischio o degradanti.
In Iraq, 3,2 milioni di sfollati interni (IDPs) sradicati dalle loro case a causa dei combattimenti dall’inizio dello scorso anno si troveranno ad affrontare il loro primo o secondo inverno lontani da casa.
Lo scorso inverno è stato particolarmente rigido e pesante, con numerose tempeste di neve che hanno colpito la regione tra novembre e gennaio. Nella valle di Bekaa in Libano, le temperature sono scese fino a -15 gradi centigradi, mentre i rifugiati hanno dovuto spalare anche 50 cm di neve dai tetti delle loro abitazioni di fortuna. In Giordania, i rifugiati nei campi hanno subito danni ai loro alloggi a causa dei forti venti e delle inondazioni, mentre la maggior parte delle migliaia di persone che vivevano fuori dei campi hanno sofferto il gelo nelle notti d’inverno nei loro alloggi al di sotto degli standard minimi.
Per il prossimo inverno, l’UNHCR ha già previsto un programma di aiuti del valore di 236 milioni di dollari per aiutare 2,5 milioni di siriani e 700mila iracheni. Il programma intende offrire risposte specifiche alle condizioni di vita in cui si trovano diverse popolazioni sfollate e comprende una combinazione di aiuti in denaro e in beni quali coperte termiche, teli di plastica e altri materiali d’isolamento per gli alloggi (rivestimenti delle tende, pannelli di polistirolo, pannelli isolanti), combustibile da riscaldamento, stufe, fornelli, scarpe invernali e abbigliamento. Nonostante questo, a causa dell’attuale mancanza di finanziamenti, in particolare per quanto riguarda il programma in Iraq, che è finanziato solo per il 52%, quasi mezzo milione di persone, tra cui sfollati iracheni e rifugiati siriani, rimarranno senza combustibile per cucinare o per riscaldare le loro case. Il piano per la situazione irachena prevede di raggiungere 700mila persone e richiede 66 milioni di dollari ma a metà ottobre sono stati raccolti solo la metà dei fondi, 34 milioni di dollari.
Il piano invernale dell’UNHCR per la situazione in Siria necessita di 171 milioni di dollari per raggiungere 2,5 milioni di persone, ed è finanziato per l’89 per cento, inclusi i 147milioni raccolti nella prima metà di ottobre.
Presentazione paese per paese del programma invernale di aiuti dell’UNHCR:
Libano
Degli oltre un milione di rifugiati presenti in libano, più della metà vive in alloggi al di sotto degli standard minimi. Sono pertanto in pieno svolgimento i preparativi per proteggere le famiglie più vulnerabili dall’eventuale ripetersi delle tempeste invernali dello scorso anno, quando l’inverno ha cominciato a farsi sentire già da inizio novembre e ha continuato fino alla fine di marzo. Durante questo lungo periodo diversi villaggi hanno subito tempeste di neve, forti venti e piogge battenti che hanno reso isolati molti luoghi, soprattutto quelli al di sopra dei 1.600 metri.
Quest’anno in Libano è raddoppiato il numero di persone che ricevono sovvenzioni in denaro da parte dell’UNHCR per fronteggiare l’inverno, perché sono aumentati i fattori di vulnerabilità tra la popolazione di rifugiati. L’UNHCR stima infatti che le vulnerabilità dei rifugiati siriani sono aumentate del 100% in alcune aree e 195mila famiglie siriane (975mila persone) soffriranno a causa dell’inverno e avranno pertanto bisogno di assistenza specifica. L’UNHCR garantirà quattro mesi consecutivi di sovvenzioni in denaro a oltre 151mila famiglie (750mila persone) a partire dal mese di novembre. Ciò permetterà ai rifugiati di rifornirsi di combustibile per il riscaldamento di far fronte alle necessità, distribuendo gli acquisti nel tempo.
Sono 75mila le famiglie siriane che vivono al di sopra di 500 metri e che riceveranno 147 dollari al mese, mentre le 76mila famiglie che vivono di sotto dei 500 metri riceveranno 100 dollari al mese. Altre 10mila famiglie nelle zone remote come Arsal – in cui i programmi di distribuzione di denaro non possono essere implementati a causa della mancanza di bancomat – riceveranno al mese 100 dollari in buoni carburante. L’UNHCR fornirà, inoltre, assistenza durante i quattro mesi invernali alle famiglie libanesi vulnerabili individuate dal Ministero degli Affari Sociali nell’ambito del Piano Nazionale per far fronte alla povertà.
L’UNHCR e i suoi partner stanno anche distribuendo aiuti a 65mila famiglie (325mila persone vulnerabili, siriane e libanesi), tra cui stufe, coperte pesanti e vestiti invernali. Inoltre, l’Agenzia si sta assicurando che gli alloggi siano resistenti all’acqua e alle intemperie e ben isolati e che le aule scolastiche nelle zone in alta quota siano riscaldate, fornendo combustibile alle scuole.
Come accaduto lo scorso inverno, l’UNHCR distribuirà kit per isolare dalle intemperie, tra cui teli di plastica, pannelli di legno compensato e legname per rafforzare le fragili strutture abitative in cui risiedono 27mila famiglie e per proteggere 135mila persone dalle intemperie. Inoltre, quest’anno l’Agenzia sta introducendo kit di isolamento per 15mila famiglie (circa 75mila persone) che vivono in spazi più grandi come edifici non finiti in cui è difficile conservare il calore o per coloro che si trovano in parti molto esposte del paese, come la valle di Bekaa. I kit, che costano 270 dollari ciascuno, comprendono legno, materiali da costruzione in compensato, schiuma isolante compressa, che sono utilizzati nelle stanze e negli alloggi per migliorare l’isolamento e il trattenimento del calore. Questi materiali durano più a lungo rispetto ai teli di plastica e contribuiranno anche a mantenere gli alloggi al fresco d’estate. L’UNHCR fornirà anche kit per rafforzare i pavimenti ed estintori per mitigare il rischio di alluvione e di incendi – problemi che sono stati ricorrenti lo scorso inverno negli insediamenti informali. Il programma dell’Agenzia prevede anche il miglioramento esterno dei siti, attraverso la distribuzione di ghiaia sui percorsi ad alto traffico e la predisposizione di canali di scolo.
L’UNCHR sta anche ipotizzando di aiutare 7.500 rifugiati, circa il 47% della popolazione di rifugiati iracheni presenti nel paese, offrendo coperte termiche e assistenza in denaro per aiutarli a superare l’inverno.
Giordania
In Giordania, il piano invernale dell’UNHCR supporterà 229.400 siriani vulnerabili, che rappresentano il 37 per cento dei rifugiati siriani nel paese, attraverso distribuzione di aiuti, assistenza in denaro e per rinforzare gli alloggi.
L’UNHCR fornirà contributi economici ai rifugiati residenti in aree urbane denaro per permettere loro di sostenere i costi legati al riscaldamento ed all’acquisto di coperte, vestiti, scarpe e altri beni. Verrà destinata particolare attenzione sarà data alle unità famigliari condotte da donne sole, anziani, disabili, minori, che lavorano o che sono altresì a rischio, persone con gravi necessità mediche, o sopravvissuti a violenze o torture. Delle 30mila famiglie, pari a 150mila persone, che riceveranno un contributo economico, 421 dollari verranno destinati a chi non abbiano già ricevuto denaro in passato e 276 dollari alle famiglie che avevano usufruito del sostegno economico il precedente inverno. Il denaro sarà accessibile attraverso dei bancomat che funzioneranno attraverso la scansione dell’iride.
I team dell’UNHCR e i partner si impegneranno anche a migliorare le condizioni degli alloggi – riparando i soffitti e i pavimenti, e installando finestre– per mille famiglie che vivono in condizioni molto difficili a Mafraq, Irbid, Ajloun, Jerash e Amman.
Nei campi, tutti i nuovi arrivati riceveranno coperte termiche e saranno distribuite forniture supplementari di gas a tutti i residenti del campo tra novembre e febbraio. I rifugiati nel campo di Zataari riceveranno anche buoni in denaro per comprare vestiti invernali, mentre i rifugiati nel campo di Azraq riceveranno capi di abbigliamento invernali attraverso i partner dell’UNHCR.
Nel campo di Azraq continuano i lavori per assicurare che tutti gli alloggi per i nuovi arrivati abbiano pavimenti isolanti in cemento. A Zataari, i rifugiati riceveranno un voucher per acquistare strumenti e materiali per migliorare l’isolamento termico dei loro alloggi e per effettuare le riparazioni necessarie ad affrontare pioggia, neve e vento.
Il piano di aiuti invernali dell’UNHCR in Giordania comprende anche contributi economici per altre 8.800 famiglie vulnerabili (circa 30mila persone) di altre nazionalità, tra cui 7mila famiglie irachene.
All’interno della Siria
Le condizioni invernali in Siria possono essere dure soprattutto nelle zone remote e difficili da raggiungere. L’anno scorso le temperature sono arrivate a meno 13 gradi centigradi in molte zone del paese. Nel mese di gennaio, la bufera di neve a Salam ha causato il caos, rendendo le strade impraticabili e isolando i telefoni e le comunicazioni via Internet. La carenza di elettricità e carburante ha aggravato il problema, lasciando centinaia di migliaia di persone senza possibilità di riscaldare le proprie case.
Nell’ambito del piano di risposta inter-agenzie, il programma di aiuti invernali dell’UNHCR si propone di aiutare quasi un milione di siriani con forniture di articoli invernali, tra cui coperte termiche, teli di plastica extra e abiti invernali. La distribuzione è già in corso. L’UNHCR ha già trasportato in aereo abiti invernali, articoli per la casa, coperte e teli di plastica per 25mila persone da Damasco a Qamishli nel governatorato nord-orientale di Hassakeh, che è attualmente inaccessibile su strada e le cui temperature invernali sono molto rigide.
L’UNHCR sta anche inoltre fornendo assistenza supplementare per l’inverno a circa 32mila rifugiati e richiedenti asilo in Siria (tra cui anche iracheni), distribuendo contributi economici del valore medio di circa 140 dollari per contribuire a coprire i costi di kerosene o olio combustibile, abbigliamento invernale, coperte ed altri oggetti domestici o materiali isolanti. Questo contributo si aggiunge alla quota mensile già esistente.
Egitto
In Egitto, l’UNHCR fornirà un contributo in denaro del valore di 28 dollari a 48mila tra i rifugiati siriani più vulnerabili che vivono principalmente a Il Cairo e sobborghi, Alessandria e Damietta, per aiutarli a superare l’inverno. Queste sovvenzioni verranno distribuite attraverso il sistema postale egiziano, e verranno utilizzate dai rifugiati per l’acquisto di abbigliamento invernale, coperte o stufe elettriche.
Quest’anno, a causa della scarsità di fondi, l’UNHCR può aiutare solo il 37 per cento dei 128mila rifugiati siriani in Egitto, che vivono tutti in aree urbane. Nel caso si riuscisse a raccogliere una maggiore quantità di fondi, il numero di destinatari del contributo potrebbe raggiungere le 84mila persone e la quantità di denaro crescere fino a 38 dollari. Anche se l’inverno in Egitto è più mite rispetto ad altri paesi della regione, molti edifici non sono isolati termicamente e o e sono necessarie coperte pesanti e stufe.
Turchia
In Turchia, il programma di aiuti invernali dell’UNHCR fornirà assistenza a 362mila rifugiati siriani residenti nei campi e in aree urbane, distribuendo tra le altre cose coperte termiche, caloriferi e giacche a vento, vestiti caldi, stivali invernali e assistenza in denaro alle famiglie vulnerabili nelle aree urbane. Se necessario, l’UNHCR sostituirà le tende in alcuni dei campi. L’Agenzia, in collaborazione con i partner dell’UNHCR e le autorità locali, fornirà inoltre assistenza in denaro a 6mila famiglie vulnerabili di rifugiati non siriani (tra cui gli iracheni) che si trovano al di fuori dei campi. Il programma include anche un aiuti per affrontare l’inverno in favore di 15mila rifugiati iracheni nei campi nel sud della Turchia.
Iraq
In Iraq ci sono attualmente 3,2 milioni di iracheni sfollati a causa del conflitto iniziato lo scorso anno, che vanno ad aggiungersi ai 245.500 rifugiati siriani ancora presenti nel paese. La maggior parte dei rifugiati e quasi un terzo degli sfollati vivono nella regione del Kurdistan iracheno, dove in inverno nevica e le temperature sono sotto lo zero. Le piogge invernali e le inondazioni sono comuni anche nelle zone centrali e settentrionali dell’Iraq, che ospitano il 68 per cento degli sfollati interni, con gelo e neve comuni anche a Baghdad.
Nell’ambito della risposta inter-agenzie, il piano invernale dell’UNHCR per l’Iraq arriverà ad aiutare 60mila famiglie di iracheni sfollati (360mila persone) con la fornitura di beni aggiuntivi per affrontare l’inverno, tra cui coperte, stufe, taniche di kerosene, taniche d’acqua e teli di plastica. I partner dell’Agenzia copriranno le rimanenti 130mila famiglie identificate come bisognose di questo tipo di aiuti. L’UNHCR sosterrà anche circa 15mila famiglie vulnerabili (90mila persone) residenti fuori dai campi con un contributo economico che permetterà loro di far fronte alle esigenze invernali più urgenti. Altre 13mila famiglie (78mila persone) riceveranno un kit invernale per riparare le loro tende, tra cui rivestimenti delle tende, pannelli in schiuma di polistirene e tappetini isolanti, per aiutarli ad affrontare le basse temperature. Altre 25mila famiglie hanno ricevuto un kit simile già l’anno scorso. L’UNHCR integrerà inoltre il kerosene che il governo iracheno metterà a disposizione degli sfollati. L’Agenzia sperava di poter fornire kerosene a 60mila tra le famiglie più vulnerabili, ma a causa delle carenze di finanziamento può aiutare solo 17mila famiglie. Per questa ragione 43mila famiglie irachene sfollate vulnerabili (circa 378mila persone) avranno una carenza di carburante quest’inverno. L’UNHCR esorta il governo a distribuire kerosene a sufficienza per coprire l’intera popolazione di sfollati in Iraq.
L’UNHCR sta inoltre sostenendo 12mila famiglie vulnerabili di rifugiati siriani al di fuori dei campi, che quest’inverno riceveranno una sovvenzione diretta. Le carenze di finanziamento comportano anche che 20mila famiglie siriane (circa 120mila persone) non potranno avere accesso a forniture aggiuntive di carburante, dal momento che l’Agenzia riuscirà a distribuire kerosene solo a 12.500 tra i rifugiati più vulnerabili.
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