L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, in collaborazione con le autorità locali, ad oggi ha registrato quasi 50.000 rifugiati etiopi entrati nel Sudan orientale, alcuni dei quali hanno riferito di aver dovuto sfuggire a gruppi armati per potersi mettere in salvo.
L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, in collaborazione con le autorità locali, ad oggi ha registrato quasi 50.000 rifugiati etiopi entrati nel Sudan orientale, alcuni dei quali hanno riferito di aver dovuto sfuggire a gruppi armati per potersi mettere in salvo.
Dal 6 dicembre, il numero di rifugiati in fuga dal conflitto in corso nella regione settentrionale del Tigray è andato calando scendendo sotto i 500 al giorno.
Gli ultimi gruppi, provenienti da aree ubicate ancor più nell’entroterra del Tigray, arrivano deboli ed esausti. Alcuni riferiscono che la propria fuga attraverso l’Etiopia per raggiungere il confine è durata due settimane.
Hanno raccontato di episodi strazianti durante i quali sono stati fermati da gruppi armati e derubati di tutti i propri effetti personali. Molti hanno dovuto restare nascosti a lungo nei campi e nelle campagne per evitare di essere sorpresi. Senza accesso in Etiopia, l’UNHCR non è in grado di provare la veridicità di queste testimonianze allarmanti.
L’UNHCR continua a esprimere preoccupazione in relazione all’incolumità e alla condizione dei rifugiati eritrei che sono rimasti intrappolati nel conflitto in corso nel Tigray e che non hanno accesso a servizi e scorte da oltre un mese. L’Agenzia rilancia l’appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite a garantire accesso incondizionato al Tigray al fine di poter prestare assistenza alle popolazioni colpite.
L’UNHCR ribadisce l’appello congiunto delle Nazioni Unite a tutte le parti affinché assicurino libertà di movimento ai civili coinvolti, ai quali devono essere garantite assistenza, incolumità, e sicurezza sia all’interno del Tigray sia al di fuori delle aree colpite. A tal fine, inoltre, è necessario rispettare e difendere il diritto a varcare i confini internazionali per cercare asilo.
In Sudan, l’UNHCR sta lavorando con autorità locali e partner, e continua a intensificare le attività di risposta umanitaria per prestare assistenza ai rifugiati etiopi.
L’Agenzia ha registrato un incremento delle richieste di rintraccio di familiari, considerato che molte persone si sono divise allo scoppio del conflitto o durante la fuga, e non sono più riuscite a ristabilire i contatti. È necessario assicurare una maggiore quantità di farmaci, specialmente a beneficio di quanti soffrono di patologie croniche quali diabete o HIV.
L’UNHCR e i partner, inoltre, al fine di prevenire il manifestarsi di focolai di Covid-19 necessitano di supporto, tra cui un numero maggiore di postazioni dotate di lavandini, kit DPI, e la promozione di campagne informative, considerato che i rifugiati continuano a vivere in condizioni di sovraffollamento.
Mercoledì 9 dicembre, grazie al primo di cinque voli charter supplementari, è iniziata la consegna in Sudan di scorte umanitarie urgentemente necessarie. In totale, i ponti aerei da Dubai e Nairobi faranno arrivare circa 3.225 tende, 75.000 coperte, 45.000 materassi, 20.000 lampade a energia solare, 17.000 zanzariere e 8.250 teli impermeabili. Grazie a questi voli, dal 27 novembre l’Agenzia ha trasportato 440 tonnellate di aiuti umanitari.
L’UNHCR, infine, continua a trasferire lontano dal confine i rifugiati: ad oggi, sono circa 14.000 quelli trasportati all’insediamento di Um Rakuba.
L’UNHCR e i partner hanno lanciato un appello per la raccolta di 147 milioni di dollari per rispondere alle esigenze rilevate e supportare il governo del Sudan, che continua a ricevere e accogliere rifugiati.
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