Secondo le autorità del Mali, la ripresa dei combattimenti tra gruppi armati nelle aree di Gao, Mopti e Timbuktu del nord del paese, avvenuta nelle ultime quattro settimane, ha messo in fuga circa 57.000 persone. I nuovi sfollati vanno ad aggiungersi agli oltre 43.000 sfollati interni in tutto il paese che non hanno ancora fatto ritorno alle loro case da quando, nel 2012, è iniziato il conflitto tra le forze governative e vari gruppi ribelli. Il numero totale di sfollati interni (IDPs) in Mali ammonta attualmente a poco più di 100.000 persone, soprattutto nella parte settentrionale del paese.
Il peggioramento delle condizioni di sicurezza ha luogo pochi giorni dopo la firma dell’accordo di pace di Algeri, firmato il 15 maggio a Bamako tra il governo e diversi gruppi armati.
La regione di Timbuktu è la più colpita dai recenti movimenti di persone, con 53.196 nuovi sfollati registrati dalle autorità del Mali a partire dal 26 maggio. Inoltre, il governo ha anche segnalato lo spostamento di 2.350 persone nella regione di Gao e di 1.622 nella zona di Mopti. I team dell’UNHCR nel nord del Mali hanno riferito di alcuni nuovi sfollati che hanno raccontato di aver abbandonato i propri villaggi per paura della violenza o del reclutamento forzato da parte di gruppi armati.
Le precarie condizioni di sicurezza ostacolano l’accesso degli operatori umanitari a tutte le aree colpite e la crescente insicurezza nella regione sta rendendo molto difficile portare protezione e assistenza ai nuovi sfollati. Il team dell’UNHCR a Timbuktu sta valutando i bisogni delle persone insieme ai partner dell’International Emergency and Development Aid Relief and Handicap International (IEDA). Un recente attacco sferrato nel villaggio di Tin Hamman nella regione di Gao è costato la vita a un operatore umanitario.
Le prime visite dell’UNHCR e dei suoi partner presenti nelle zone colpite mostrano che molte persone si sono spostate in luoghi considerati più sicuri intorno ai loro villaggi di origine, o nei villaggi vicini. Molti dormono all’aperto e alcuni alloggiano presso amici o parenti. Essi riferiscono che tra gli sfollati ci sono molte donne e bambini, che hanno urgente bisogno di riparo, acqua e cibo.
All’inizio di questa settimana, e nonostante la situazione difficile, l’Agenzia ha avviato la distribuzione di aiuti umanitari agli oltre 1.500 nuovi sfollati presenti a Goundam, che si trova 85 chilometri a ovest di Timbuktu. La distribuzione degli aiuti avviene con l’aiuto del partner dell’UNHCR Stop Sahel. L’Agenzia sta inoltre spostando generi di prima necessità nell’area di Timbuktu al fine di organizzare la futura distribuzione di set da cucina, sapone, zanzariere, coperte e teli di plastica a circa 12.000 nuovi sfollati a Gourma Rharous, approssimativamente 100 chilometri a est di Timbuktu.
In aggiunta alle migrazioni forzate interne, un piccolo numero di rifugiati sta raggiungendo i paesi limitrofi a seguito delle recenti violenze. Da gennaio, circa 3.500 nuovi rifugiati sono arrivati nei paesi vicini. I team dell’UNHCR hanno registrato 258 nuovi arrivi dal Mali verso il Burkina Faso tra l’11 e il 28 maggio, mentre altri 236 maliani sono arrivati in Mauritania a partire dalla fine di aprile. In Niger, i team dell’Agenzia segnalano l’arrivo di 238 nuovi rifugiati dal Mali.
Anche se i numeri sono ancora relativamente bassi, si tratta di uno sviluppo estremamente preoccupante dal momento che mostra quanto il conflitto civile in Mali stia minando la coesione sociale. I rifugiati in Niger provengono da un unico villaggio della regione di Gao, dove si sono verificati scontri tra diversi gruppi armati all’inizio di questo mese e alcuni civili sono rimasti uccisi. Di conseguenza, gli abitanti del villaggio sono fuggiti in Niger, ma non vogliono vivere in un campo in cui si accusano a vicenda di avere legami con gruppi armati contrapposti.
I rifugiati maliani avevano lentamente ma costantemente cominciato a fare ritorno alle propri case dai vicini Burkina Faso, Mauritania e Niger, fino a quando sono divampati i più recenti episodi di violenza. Il governo del Mali ha stimato in 35.232 il numero di rifugiati che sono tornati a casa dal 2013. L’UNHCR ha verificato la situazione di 16.500 di loro; tra di essi, 1.121 sono tornati dal gennaio 2015. Nelle aree di ritorno, l’UNHCR sostiene i rimpatriati attraverso progetti di comunità, che riguardano per esempio la riattivazione di scuole, la fornitura di medicine per gli ospedali, l’escavazione dei pozzi, la distribuzione di kit per gli alloggi, il supporto di attività di auto-aiuto, o il sostegno alle persone vulnerabili attraverso la distribuzione di generi di soccorso. Al fine di favorire la pacifica convivenza nelle aree di ritorno, questi progetti vanno a beneficio sia delle comunità ospitanti che dei rimpatriati.
Circa 137.500 maliani sono ancora rifugiati nei paesi vicini, tra cui 33.400 in Burkina Faso, 52.000 in Mauritania e circa 50.000 in Niger.
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