Necessario aumento della capacità d’accoglienza ed implementazione del programma di ricollocamento
Nonostante i forti venti autunnali che hanno condizionato le traversate via mare dalla Turchia nei giorni scorsi, gli arrivi di rifugiati e migranti in Grecia continuano a aumentare e stanno per raggiungere quota 400.000. Questo significa che la Grecia rimane di gran lunga il paese che ha ricevuto il maggior numero di arrivi via mare nel Mediterraneo, seguita dall’Italia, con 131.000 arrivi nel 2015.
Con questi nuovi arrivi dalla Grecia, sono ormai 530,000 i rifugiati e migranti che hanno attraversato il Mediterraneo nel 2015. Nel solo mese di settembre, 168,000 persone hanno intrapreso questa traversata, il dato mensile più alto di quest’anno, cinque volte superiore al totale registrato a settembre del 2014.
Tali numeri sottolineano la necessità di implementare rapidamente il programma di ricollocamento, affiancandolo alla creazione di adeguate strutture per l’accoglienza, assistenza, registrazione e screening delle persone in arrivo via mare. Tali interventi sono necessari per stabilizzare la situazione di crisi.
Sono circa 396,500 le persone entrate via mare in Grecia da gennaio ad oggi, più di 153,000 nel solo mese di settembre. Gli arrivi via mare nell’intero 2014 sono stati circa 43,500. Il 97% delle persone arrivate in Grecia proviene dai primi 10 paesi al mondo per numero di rifugiati, principalmente da Siria (70 per cento), Afghanistan (18 per cento) ed Iraq (4 per cento).
Questa settimana c’è stato un sensibile calo nel numero di arrivi via mare, dovuto al peggioramento delle condizioni meteo. Il 25 settembre, ad esempio, ci sono stati 6.600 arrivi mentre il giorno successivo il numero degli arrivi è sceso a circa 2.200. La media di circa 5,000 arrivi quotidiani registrata recentemente è scesa a circa 3,300 negli ultimi cinque giorni ed a 1.500 ieri. Ad ogni modo, un miglioramento nelle condizioni del tempo, potrebbe portare ad un nuovo incremento del numero di arrivi via mare.
Attualmente, il tempo freddo e ventoso ha reso il viaggio dalla Turchia alla Grecia ancora più pericoloso. Ieri (giovedì), ci sono state almeno due operazioni di salvataggio al largo di Lesbo mentre mercoledì 283 persone sono state tratte in salvo in quattro diverse operazioni di soccorso a Lesbo. Sfortunatamente, una donna e un ragazzo sono morti, facendo salire a 102 il bilancio totale di persone morte o disperse nelle acque greche quest’anno. In tutto, sono quasi 3,000 le persone morte o disperse quest’anno nelle acque del Mediterraneo.
Il ritmo e la dimensione dei flussi di persone in arrivo in Grecia continuano a esercitare un’enorme pressione sul governo e su molte comunità. Anche se le autorità hanno lavorato per migliorare le strutture di accoglienza e registrazione e le operazioni nelle isole, ci sono ancora numerosi ostacoli. Al di là questi sforzi, il processo di registrazione dovrebbe essere potenziato e pienamente coerente con le norme UE sugli arrivi. Nonostante ci siano quotidianamente traghetti che trasportano tra i 3.000 e le 6.000 rifugiati e migranti dalle isole ad Atene, altre persone continuano ad arrivare e i porti dell’isola possono ancora essere affollati, in alcuni casi, da 10-14.000 persone in attesa di trasferimento.
L’UNHCR teme che le carenze nella capacità di accoglienza in Grecia possano seriamente mettere a rischio il programma di ricollocamento concordato dal Consiglio Europeo, dal momento che i rifugiati idonei non hanno un luogo dove andare in attesa del trasferimento.
Se questa situazione non verrà immediatamente affrontata, i movimenti secondari verso i paesi vicini saranno destinati a continuare. Da parte sua, l’UNHCR continua a rafforzare la sua presenza in Grecia, e attualmente conta circa 120 membri dello staff in tutto il paese. L’Agenzia sta fornendo supporto e collaborazione ad autorità locali, ONG e governo centrale per aumentare l’efficacia degli interventi di risposta; supportare le procedure di registrazione; fornire informazioni ai rifugiati; identificare e segnalare le persone con bisogni specifici e fornire supporto per migliorare le condizioni di accoglienza. L’UNHCR sta inoltre fornendo assistenza umanitaria di base.
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