L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime profondo dolore per le nuove tragedie nel Mar Mediterraneo che sono costate la vita ad almeno 45 persone. I superstiti di una massiccia operazione di soccorso condotta in queste ore dalla Marina Militare riferiscono però di almeno altri 80 dispersi.
Presumibilmente morti per asfissia, i corpi dei 45 uomini, tutti di origine subsahariana, sono stati rinvenuti nella stiva di un barcone sul quale viaggiavano altri 566 passeggeri, tutti tratti in salvo.
Alcuni migranti condotti in salvo a Porto Empedocle riferiscono di due morti e quattro dispersi. Contestualmente, un altro gruppo di 27 persone condotte in salvo dalle navi del dispositivo Mare Nostrum ieri mattina a Catania, riferisce che sul barcone su cui viaggiavano vi erano altre 75 persone, che risulterebbero quindi disperse in mare.
L’UNHCR elogia l’operato della Marina Militare Italiana per l’incessante azione di soccorso che ha portato al salvataggio di oltre 5.000 persone in sole 48 ore e senza il cui prezioso intervento il numero delle vittime sarebbe indubbiamente maggiore.
Si stima siano circa 500 i migranti e rifugiati morti nel Mediterraneo dall’inizio del 2014. Nonostante gli enormi sforzi sostenuti delle autorità italiane e l’aiuto costante prestato dalle imbarcazioni private, centinaia di migranti e rifugiati innocenti continuano a perdere la vita alle frontiere d’Europa.
Queste ulteriori tragedie dimostrano che i rifugiati non hanno altra possibilità se non rischiare la vita nella traversata del Mediterraneo per cercare rifugio da guerre e persecuzioni.
L’Agenzia ONU per i rifugiati ribadisce la necessità che i governi forniscano urgentemente alternative legali ai pericolosi viaggi per mare, quali ad esempio il reinsediamento, l’ammissione per ragioni umanitarie e l’accesso agevolato al ricongiungimento familiare, garantendo alle persone disperate e bisognose di un rifugio la possibilità di cercare e trovare protezione e asilo.
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