Noi sottoscritti* accogliamo con favore la convocazione entro questa settimana della riunione di emergenza dei ministri dell’ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico) sul tema della criminalità transnazionale: “Movimento irregolare delle persone nella Regione Sud-Est asiatica”. L’incontro offre l’occasione per fare un significativo passo avanti verso una soluzione globale e durevole, come chiesto a Putrajaya il 20 maggio 2015 dai ministri degli Esteri di Indonesia, Malaysia e Thailandia, in linea con lo spirito di unità e di solidarietà di un ASEAN che sia diretto e orientato verso le persone.
Sono stati fatti progressi su una serie di azioni individuali e collettive chieste in quell’occasione, così come sulle 17 raccomandazioni della Riunione Speciale sulle Migrazioni Irregolari nell’Oceano Indiano, svoltasi a Bangkok il 29 maggio 2015. Tuttavia, resta ancora molto da fare, ad esempio fornire l’accesso ai rifugiati e migranti da parte dei competenti attori nazionali e internazionali, come l’UNHCR e l’IOM. Incoraggiamo gli Stati ad agire in modo coerente con la raccomandazione di evitare l’uso della detenzione dei migranti, contenuta nella nostra precedente dichiarazione congiunta del 19 maggio 2015.
Esortiamo gli Stati ad attuare la raccomandazione dell’UNODC per mettere in comunicazione porti e valichi di frontiera al fine di condividere e migliorare le politiche, in linea con gli impegni assunti dai paesi con la Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale.
Esortiamo fortemente gli Stati a intraprendere azioni decise per ampliare le possibilità per i migranti di spostarsi in maniera sicura e legale, anche per chi aspira al ricongiungimento familiare e per i migranti economici, qualunque sia la loro qualifica, rafforzando al contempo l’applicazione della legge. Ciò include la possibilità di sottoporre a procedimento penale gli individui coinvolti nella tratta di esseri umani e nel traffico di migranti – chiunque essi siano e qualunque sia la loro affiliazione – in modo pienamente coerente con gli standard internazionali per i diritti umani nell’amministrazione della giustizia. Allo stesso modo, continuiamo a sollecitare maggiori sforzi per identificare e rispondere alle cause alla base dei movimenti irregolari, come raccomandato nella dichiarazione di Putrajaya, e a chiedere quindi la protezione dei diritti umani di tutti i rifugiati e migranti nei luoghi di origine, transito e di destinazione.
La creazione di un meccanismo permanente, come la Task Force raccomandata nella Riunione Speciale, è il modo migliore per garantire che la comunità internazionale possa usufruire di un canale regolare per sostenere gli sforzi intrapresi dagli Stati interessati. Questo deve includere la garanzia di protezione dei diritti di tutti i rifugiati e migranti, attraverso l’istituzione di adeguate misure di applicazione della legge e la risposta alle cause alla base dei movimenti forzati. La riunione di emergenza di Giovedi 2 Luglio 2015 è una gradita occasione per attuare tale raccomandazione.
*António Guterres, UNHCR, Alto Commissariato ONU per i rifugiati
Zeid Ra’ad Al Hussein, UNHCHR, Alto Commissariato ONU per i diritti umani
William L. Swing, Direttore Generale dell’International Organization for Migration (IOM)
Peter Sutherland, Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell’ONU per la migrazione e lo sviluppo
Yury Fedotov, Direttore dell’Ufficio ONU per le droghe e il crimine (UNODC)
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