L’UNHCR, Agenzia Onu per i Rifugiati, è profondamente preoccupata per la sicurezza della popolazione civile della città di Al-Raqqa, dove circa 8.000 persone rimangono bloccate a causa del protrarsi degli scontri.
Coloro che sono riusciti a fuggire raccontano di condizioni in via di deterioramento all’interno della città. Acqua, cibo, medicinali ed elettricità scarseggiano. L’UNHCR rinnova l’appello affinché i civili bloccati possano usufruire di un passaggio sicuro per raggiungere sicurezza, accoglienza e protezione. Queste persone si trovano nella condizione di scegliere se rimanere in una città dilaniata dai conflitti o fuggire attraversando gli scontri: entrambe scelte in cui rischiano di morire.
Circa 270.000 persone sono fuggite dalle loro case nel Governatorato di Al-Raqqa dall’inizio di Aprile. La maggior parte di loro, circa 209.000, rimangono nel Governatorato, mentre 40.000 hanno trovato riparo ad Aleppo, 13.000 a Idleb, 6.600 a Deir ez-Zor e 1.400 ad Hama.
Nel confinante Governatorato di Deir ez-Zor, vi è un uguale allarme per i combattimenti in corso e le conseguenze per i civili. Nella sola prima settimana di Ottobre, circa 95.000 tra uomini donne e bambini si sono allontanati dalle loro case per raggiungere altre 60 località in tutto il governatorato e nei vicini Governatorati di Al-Hassakeh, Al Raqqa e Aleppo.
L’UNHCR è impegnato nei preparativi dei campi vicino ad Al Raqqa e sta espandendo il campo di Ain Issa (a circa 45km a nord della città di Al Raqqa) affinché sia pronto a ricevere ulteriori persone sfollate siriane provenienti sia da Al Raqqa sia da Deir ez-Zor.
L’UNHCR offre accoglienza a oltre 34.000 sfollati interni siriani nei campi di Ain Issa, Mabrouka, Areesha e Al Hol, che in caso di necessità possono accogliere un numero maggiore di persone. Questi campi sono in via di espansione: al momento sono in corso operazioni di costruzione, manutenzione e pavimentazione, e inoltre si stanno montando strutture e tende. Questi campi costituiscono uno spazio sicuro, dove le persone ricevono aiuti, cibo, acqua, rifugio, assistenza sanitaria di base, educazione e supporto psico-sociale.
Nel frattempo, nell’ovest del Paese, l’UNHCR ha completato la consegna di aiuti umanitari essenziali in diverse città nella zona rurale di Hama per la prima volta dopo oltre un anno. Questa zona è stata difficile da raggiungere per via dei combattimenti che hanno causato seri danni a, e in alcuni casi la distruzione di, infrastrutture, scuole, ospedali e case, provocando la fuga di decine di migliaia di persone.
Circa 13.000 persone sono rientrate nel Governatorato di Hama nel periodo tra gennaio e agosto del 2017. Circa 12.000 sono tornate nella città di Suran. Questa settimana l’UNHCR ha inviato assistenza umanitaria a 3.200 famiglie (16.000 persone) che sono recentemente tornate a Suran e nelle città limitrofe.
La consegna di materiali – soprattutto kit per l’inverno – è di cruciale importanza nelle fredde e montuose regioni rurali della Siria dove l’elettricità e altre utenze sono molto limitate. L’UNHCR sta accelerando le consegne alle persone in difficoltà in tutta la Siria nel quadro del suo programma invernale.
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