L’inizio di nuovi conflitti in aree precedentemente pacifiche, l’insicurezza alimentare negli Stati di Bahr el Ghazal settentrionale e del Warrap, e la grave mancanza di fondi per l’aiuto umanitario, continuano a causare un sensibile e continuo peggioramento delle condizioni di vita di molte persone in Sud Sudan. I recenti combattimenti fra il governo e le forze dell’opposizione hanno costretto più di 96.000 persone provenienti dal Bahr el Ghazal occidentale, a fuggire nella città di Waw, nel nord-ovest del paese. I paesi confinanti segnalano l’incremento del flusso di rifugiati. L’UNHCR è estremamente preoccupato anche perché molti servizi di emergenza salva-vita sono a rischio perché il Piano di Risposta Regionale al momento è finanziato soltanto per l’8%.
Sudan
Circa 52.000 sudsudanesi sono fuggiti in Sudan da fine Gennaio, un numero superiore alle proiezioni attese per il 2016. Al momento si trovano soprattutto nel Darfur meridionale e orientale, e nel Kordofan occidentale. Da mercoledì è prevista la distribuzione di beni non alimentari da parte dell’UNHCR nel Darfur orientale. I beni sono stati già distribuiti a tutti i nuovi arrivati nel Darfur meridionale e ad alcuni nel Kordofan occidentale. Il World Food Programme ha distribuito razioni alimentari per un mese ai nuovi arrivati nel Darfur meridionale e orientale, ed come riceve l’autorizzazione da parte delle autorità per motivi di sicurezza, inizierà a distribuire queste razioni nel Kordofan occidentale. Insieme alle agenzie partner, è stato predisposto un piano di risposta di tre mesi per accogliere ulteriori 120.000 persone entro Giugno.
Uganda
Da Gennaio, si è registrato un forte aumento degli arrivi di rifugiati sudsudanesi in Uganda. A volte, fino a 800 persone al giorno. In totale, 28.000 sudsudanesi – 86% sono donne e bambini – hanno cercato rifugio in Uganda. Il sito dove sono accolti i rifugiati sudsudanesi, Maaji III nel nord-ovest del paese, sta raggiungendo il massimo della sua capienza, e i servizi di base salva-vita sono gravemente compromessi.
Etiopia
L’Etiopia ospita circa 285.000 rifugiati sudsudanesi e al momento ha visto un incremento – sebbene più modesto – di arrivi, dopo un lungo periodo in cui c’erano stati pochi arrivi di rifugiati. Dal 5 Aprile, oltre 300 nuovi arrivi sono stati registrati nel campo rifugiati di Okugo nella regione di Gambella. La maggior parte dei nuovi arrivati, che includono decine di minori non-accompagnati o separati, riferiscono di essere fuggiti da scontri intra-etnici in Pochalla, nella parte est del Sud Sudan, e di aver attraversato la giungla per vari giorni prima di arrivare a Okugo. Questo recente incremento del numero di arrivi dal Sud Sudan è giunto dopo un lungo calo della percentuale giornaliera di arrivi registrato negli ultimi due mesi. L’UNHCR e i suoi partner stanno fornendo assistenza di base nel campo, che include preparati di mais e soia per i bambini, teli di plastica, zanzariere, coperte, materassini per dormire e taniche.
Repubblica Democratica del Congo
Da Febbraio, gli scontri si sono attenuati nella regione Western Equatoria del Sud Sudan. Nel frattempo, negli ultimi mesi, circa 12.000 persone hanno attraversato il confine con la Repubblica Democratica del Congo e hanno cercato rifugio nella provincia di Haut-Uélé, nel nord-est del paese. Le comunità locali hanno accolto i rifugiati, e molti di loro hanno trovato rifugio presso famiglie locali. Tuttavia, la capacità di accoglienza è al limite, e migliaia di nuovi arrivati si trovano a vivere in condizioni molto precarie. Il 14 aprile, le forti piogge hanno distrutto i ricoveri di fortuna dei rifugiati nel piccolo paese di Doruma, lasciandoli senza un luogo dove vivere. L’accesso a questa zona è difficile e sono presenti poche organizzazioni umanitarie.
Repubblica Centrafricana
Il conflitto nella regione Western Equatoria ha costretto migliaia di sudsudanesi di Source Yubu ed Ezo ad attraversare la frontiera e cercare asilo nella Repubblica Centrafricana. Fino all’11 aprile, l’UNHCR ha registrato 10.454 rifugiati sudsudanesi nel paese di Babouti, localizzato in un’area di difficile accesso nella parte orientale della Repubblica Centrafricana. Il numero di nuovi arrivati a Bambouti supera di gran lunga il numero di residenti del paese, circa 950, il che crea gravi problemi in termini di risorse disponibili. Molti rifugiati stanno soffrendo di malaria, malnutrizione e di malattie legate all’uso di acqua non potabile. E’ urgente garantire l’accesso all’acqua potabile, al cibo, all’assistenza sanitaria e al rifugio. Il mese scorso, l’UNHCR ha coordinato una missione inter-agenzia per valutare i bisogni dei rifugiati, e ha organizzato un convoglio di 12 camion che trasportava cibo, medicine, beni di primo soccorso come coperte, set di cucina e zanzariere, che è arrivato il 7 aprile. Visto che l’accesso a Bambouti da Bangui è difficile, l’UNHCR sta valutando altre opzioni per fornire l’assistenza di cui c’è urgente bisogno per via aerea o per via terra attraverso l’Uganda.
Kenya
L’Operazione Kakuma dell’UNHCR nel nord-est del Kenya ha registrato un progressivo incremento di nuovi arrivi dal Sud Sudan, da circa 100 persone al mese all’inizio di quest’anno a 350 persone a settimana durante gli ultimi due mesi. Fino ad ora, il campo di Kakuma ospita circa 4.185 rifugiati sudsudanesi arrivati quest’anno. La maggior parte sono donne e bambini, per lo più provenienti dagli Stati del Estearn Equatoria, Alto Nilo e Jonglei, nell’est del paese. Molti riportano tra le ragioni della loro fuga l’insicurezza, le intense carestie e l’alto costo della vita.
2.3 milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case da quando la violenza è scoppiata in Sud Sudan nel Dicembre del 2013, di queste 678.000 sono le persone rifugiate in altri paesi e 1.69 milioni sono gli sfollati interni.
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