L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime soddisfazione per l’annuncio effettuato dal governo thailandese di avere concesso negli ultimi tre anni la cittadinanza a più di 18mila persone. Ciò rappresenta un importante passo avanti nella campagna globale per porre fine all’apolidia entro il 2024.
Il numero di apolidi in Thailandia è attualmente pari a 443.862 unità, dopo la riduzione avvenuta negli ultimi tre anni e l’aggiornamento del database del governo.
In Thailandia le persone apolidi e coloro che sono a rischio di diventarlo spesso non si sono registrati come thailandesi o hanno perso la loro connessione con gli ex paesi di origine. Molti appartengono a tribù di montagna che vivono in aree remote o di confine e hanno accesso limitato alle informazioni relative ai loro diritti e alle procedure per ottenere la cittadinanza.
Molti affermano che senza cittadinanza non possono godere pienamente dei diritti umani, ivi compreso il diritto di circolare liberamente e il diritto di proprietà. Spesso hanno scarso accesso a servizi di base come una sanità abbordabile e l’istruzione superiore. Anche le prospettive di lavoro sono limitate dalle restrizioni alla libertà di movimento e dai limitati livelli di istruzione. Alcune di queste difficoltà sono descritte nell’ultima versione del rapporto dell’UNHCR sull’impatto della apolidia sui bambini e sui giovani.
Conoscendo il problema, le autorità thailandesi hanno istituito un quadro giuridico per rendere possibile l’accesso alla cittadinanza attraverso la Strategia nazionale del 2005 sull’amministrazione dello status giuridico e dei diritti delle persone e hanno anche effettuato nel 2008 cambiamenti legislativi volti a migliorare l’accesso alla cittadinanza per alcuni gruppi residenti da molto tempo in Thailandia. Le iniziative di Sua Altezza Reale la Principessa Maha Chakri Sirindhorn stanno aiutando a migliorare l’accesso alla cittadinanza per i bambini in età scolare e le persone vulnerabili. Sono anche operative disposizioni che consentono alle persone che vengono scoperte non essere thailandesi di essere prese in considerazione per la residenza permanente, e, in relazione a questo, vi sono piani che forniscono quadri di riferimento per l’accesso alla sanità e all’istruzione.
Negli ultimi anni l’UNHCR ha lavorato con le autorità per raggiungere le comunità interessate nel tentativo di semplificare la procedura di richiesta per garantire il tempestivo esame dei candidati ammissibili. L’Agenzia ha contribuito ad incrementare la capacità dei decisori a livello distrettuale e ha finanziato l’invio di squadre mobili nei villaggi più remoti. Inoltre l’UNCHR si sta impegnando per sensibilizzare e consigliare le comunità e per assisterle nel portare a termine le domande di cittadinanza e completare le domande rimaste in sospeso.
Si ritiene che ci siano più di 10 milioni di persone apolidi in tutto il mondo. I dati ufficiali in possesso dell’UNHCR riportano solamente 3,5 milioni di persone – oltre il 40 per cento delle quali in Asia. L’UNHCR auspica che i progressi compiuti dalla Thailandia nel concedere la cittadinanza possano rappresentare un esempio positivo per gli altri paesi della regione.
Condividi su Facebook Condividi su Twitter