In Libia, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) è riuscito nel corso dell’ultimo mese a distribuire aiuti a decine di migliaia di sfollati all’interno di Tripoli e nei suoi dintorni, oltre che nel sud-ovest. Ciò è avvenuto nonostante nel sud si siano verificati gli scontri più pesanti dalla ripresa della guerra civile, nel maggio del 2014. L’Agenzia tuttavia non è riuscita a raggiungere migliaia di altre persone bisognose e invita tutte le parti coinvolte a garantire l’accesso per le organizzazioni umanitarie.
Con l’escalation del conflitto a Sabha e Awbari nel sud ovest e nella zona di Kufra – un importante punto di transito nella zona sud orientale per trafficanti di beni e persone dall’Africa sub-sahariana – da fine luglio si sono spostate migliaia di persone, molte delle quali vivono in condizioni disperate e hanno urgente bisogno di cibo e anche di aiuti non alimentari.
I combattimenti a Kufra, che si sono intensificati all’inizio di questo mese, coinvolgono le tribù rivali Tebu e Tuareg. L’area di Sabha, nel sud ovest della Libia, è stata colpita anche da violenze tribali. Gli scontri si sono spostati in città e l’8 agosto la situazione è peggiorata con gli scontri tra le milizie di Libia Dawn e i sostenitori del defunto presidente Muammar Gheddafi.
I combattimenti a Sabha hanno provocato la morte di un numero imprecisato di civili e costretto alla fuga più di 7.500 sfollati interni. Molte persone hanno ricevuto dalle milizie di Libia Dawn l’ordine di trasferirsi da un quartiere nel nord, mentre circa 5mila persone sono fuggite nella zona Tayoree a sud di Sabha e si sono trasferite in zone più sicure della città o in altre città, tra cui Wadi Shati, GiFra, Awabari e Tripoli.
Gli sfollati interni hanno accesso limitato ai servizi, perché le possibilità di movimento sono estremamente limitate. Tuttavia l’UNHCR è riuscito, insieme a organizzazioni partner quali l’International Medical Corps, a portare aiuti non alimentari (set da cucina, materassini, coperte e tende) a 8.810 persone all’interno e nei dintorni di Sabha e Awbari. Il target dell’Agenzia era di oltre 15mila persone, ma ciò è stato impossibile a causa delle condizioni di insicurezza.
Nel contesto di questa grande operazione di distribuzione, l’UNHCR ha anche fornito assistenza a quasi 25mila persone a Tripoli e in altre aree costiere nella zona occidentale e nelle città interne di Wadi Shata e Jufra.
I combattimenti nella zona di Kufra hanno provocato la fuga di numerose persone e i bisogni nella regione, con servizi di base limitati e infrastrutture in cattive condizioni, sono urgenti. L’UNHCR non è stata in grado di raggiungere Kufra per problemi di sicurezza.
Si ritiene che più di 700 famiglie abbiano lasciato le proprie case dal 25 luglio per sfuggire ai nuovi scontri a Kufra in cui più di 50 persone sono morte e molte sono rimaste ferite. Tali persone hanno cercato protezione nelle zone limitrofe. Circa la metà vive in alloggi di fortuna e gli altri in un edificio in costruzione abbandonato. C’è urgente bisogno di generi alimentari e altri aiuti, e anche le risorse idriche sono insufficienti.
Complessivamente nel 2015, l’UNHCR ha consegnato aiuti a circa 60mila sfollati. In tutta la Libia ci sono più di 400mila sfollati interni. L’Agenzia sta attualmente cercando il modo migliore per assistere centinaia di persone sfollate a causa dei combattimenti nella città costiera di Sirte, la città natale del defunto Muammar Gheddafi.
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