L’Olympic Refuge Foundation (ORF) ha evidenziato ieri come lo sport possa aiutare i giovani costretti alla fuga a divenire più resilienti e a rafforzare la propria salute mentale, specialmente durante la pandemia da COVID‐19.
Thomas Bach, Presidente dell’ORF e del CIO, e Filippo Grandi, Vice Presidente dell’ORF, nonché Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, hanno avvertito del crescente impatto prodotto dalla pandemia da COVID-19 sulla salute mentale di rifugiati e altre persone costrette a fuggire da guerre, violenze e persecuzioni nel mondo, aggravandone le già problematiche circostanze.
I rifugiati sono tra le persone più vulnerabili alle conseguenze della pandemia: spesso condividono spazi ristretti all’interno di aree urbane, campi o insediamenti sovraffollati che non garantiscono accesso adeguato ad acqua potabile e prodotti per l’igiene. Tra le persone coinvolte in conflitti si registra già un numero di casi di malattia mentale due o tre volte più elevato di quello rilevato nella popolazione generale, con una persona su cinque che riferisce di problemi.
In occasione di una riunione tenuta ieri da remoto, il Consiglio d’amministrazione dell’ORF ha concordato una serie di iniziative volte a rafforzare la protezione dei giovani costretti alla fuga e a migliorarne la salute mentale attraverso lo sport.
Tra le altre iniziative, l’ORF si appresta a lanciare un progetto pilota in Uganda che, tramite lo sport, mira a migliorare la salute mentale e il benessere psicosociale di oltre 10.000 giovani rifugiati e della comunità di accoglienza (di età compresa tra 15 e 24 anni). Guidato da un consorzio di cinque agenzie (ORF, AVSI, Comitato Olimpico dell’Uganda, Youth Sport Uganda e UNHCR Uganda), il progetto realizzerà su scala nazionale il programma Sport for Protection.
Inoltre, il Consiglio d’amministrazione ha:
“Durante la crisi di questi ultimi mesi, tutti noi abbiamo visto quanto siano importanti lo sport e l’attività fisica per la salute fisica e mentale. Lo sport può salvare vite umane. Praticare sport in condizioni sicure assicura benessere mentale e fisico a ognuno di noi e, in particolare, a quanti hanno subito e continuano a subire traumi, perdite di persone care e situazioni di incertezza prolungate”, ha dichiarato Thomas Bach, Presidente dell’ORF e del CIO.
“In tutto il mondo assistiamo con preoccupazione all’impatto devastante della pandemia sulla salute mentale e sul benessere dei giovani rifugiati. L’Olympic Refuge Foundation ha giustamente riconosciuto l’importante contributo che lo sport può apportare al benessere psicosociale e sta accelerando gli sforzi volti a fronteggiare questa sfida di proporzioni sempre maggiori”, ha aggiunto Filippo Grandi, Vice Presidente ORF, nonché Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
Per maggiori informazioni:
Per il CIO: Emmanuelle MOREAU, Ufficio stampa CIO: [email protected] – +41 21 621 6000
Per l’UNHCR: Nick Sore, [email protected], +41 79 447 0275
Condividi su Facebook Condividi su Twitter