La situazione umanitaria nelle zone di confine in Colombia rimane problematica, secondo un recente studio dell’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati e dell’Ombudsman colombiano.
Il rapporto evidenzia come, nonostante gli sforzi compiuti dalle istituzioni nazionali e locali per assistere le vittime del conflitto armato, persistano lacune importanti in particolare in termini di accesso ai servizi dello Stato e di prevenzione degli spostamenti forzati della popolazione, della perdita di proprietà e del reclutamento dei bambini.
Il rapporto sottolinea, inoltre, le difficoltà che affrontano le persone che entrano irregolarmente nel Paese, che sono a rischio di essere vittime del traffico di esseri umani, di soffrire a causa di inadeguate condizioni di accoglienza e di limitato accesso ai servizi per ottenere documenti ufficiali.
Particolare preoccupazione desta la situazione delle comunità indigene e di origine afro, stabilite nelle zone di confine. Sebbene alcuni cambiamenti legislativi siano intervenuti per garantire la protezione e la sopravvivenza dei gruppi etnici, il rapporto afferma che il Governo colombiano deve fare molto di più per migliorare le condizioni di vita di queste comunità e per la loro protezione fisica e culturale. Nel rapporto si chiede, inoltre, che venga garantita la difesa dei loro territori e il rafforzamento dell’autogoverno.
Il rapporto chiede anche il rafforzamento delle istituzioni statali nelle zone di confine affichè siano in grado di garantire al meglio il rispetto dei diritti fondamentali e la lotta contro l’estrema povertà. Queste garanzie dovrebbero includere: assicurare i bisogni di base quali la casa, l’accesso al cibo e ad attività generatrici di reddito, che in alcune zone di confine sono ancora al di sotto della media nazionale.
Il rapporto (in Spagnolo) è disponibile al seguente link: http://www.acnur.org/fileadmin/scripts/doc.php?file=fileadmin/Documentos/Publicaciones/2016/10953
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