L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) accoglie con favore la notizia dell’approdo di oltre 200 persone che erano bloccate in mare, al largo della costa dello Stato di Rakhine, in Myanmar. Dopo lo sbarco, il gruppo è stato portato in un centro di accoglienza nel sud Maungdaw, dove sta ricevendo assistenza immediata.
L’UNHCR ha istituito il centro di accoglienza in collaborazione con le autorità locali e lavora a stretto contatto con i suoi partner per assistere il governo del Myanmar nel garantire che i bisogni delle persone – tra cui acqua, cibo, assistenza medica e protezione – siano soddisfatti.
Si stima che fino a 2.000 persone siano ancora bloccate sulle barche nel golfo del Bengala, e altri 1.500 più a sud nella zona di Mare delle Andamane. L’Agenzia ONU per i rifugiati auspica che questo recente positivo sviluppo sarà seguito da altri sbarchi in Myanmar e in tutta la regione. Ciò deve avvenire prima delle prossime piogge monsoniche. Come abbiamo già sottolineato, la priorità è quella di salvare vite umane portando le persone al sicuro il prima possibile.
Dall’annuncio di mercoledì con il quale Indonesia, Malesia e Thailandia dichiaravano che avrebbero lavorato insieme per aiutare le persone in pericolo in mare, l’UNHCR ha dialogato con i governi sulle forme di sostegno che l’Ahgenzia può fornire, condividendo raccomandazioni sui bisogni umanitari di emergenza e sulla necessità di trovare insieme soluzioni a medio-lungo termine.
L’UNHCR ha già incrementato le proprie operazioni nelle province indonesiane di Aceh e Nord Sumatra, dove hanno avuto luogo la maggior parte dei salvataggi. Più di 1.800 Rohingya e cittadini del Bangladesh sono arrivati dal 10 maggio e l’UNHCR ha dispiegato personale da Bangkok, Jakarta, Medan e Kupang a valutare le loro necessità di protezione. Finora i team dell’Agenzia hanno registrato quasi 600 Rohingya richiedenti asilo in due siti.
Tra gli oltre 300 Rohingya registrati presso il sito di Kuala Cangkoi nella provincia di Aceh, la metà sono minori non accompagnati. L’UNHCR ha condotto una rapida valutazione dei loro bisogni e sta lavorando per rintracciare le loro famiglie in Myanmar, Bangladesh e Malesia. E’ anche stata condotta una sessione di sensibilizzazione sulla violenza di genere per i leader della comunità.
Più di 400 persone che sono stati salvati il mercoledì dall’imbarcazione verde vista su molti media, sono ora a Bayeun, provincia di Aceh. L’UNHCR sta predisponendo misure di protezione e la mappatura delle attività dei partner e inizierà a breve la registrazione dei richiedenti asilo.
In Malesia – dove oltre 1.100 persone sono arrivate dal 10 maggio – L’UNHCR ha offerto la propria assistenza alle autorità malesi ed è in attesa di una risposta.
Nel sud della Thailandia il team dell’UNHCR sta distribuendo generi di prima necessità alle persone appena arrivate via mare e a quelle che sono state trovate dopo che i loro campi nella giungla erano stati abbandonati dai trafficanti. L’Agenzia continua ad intervistare e fornire assistenza psicologica a questi uomini, donne e bambini Rohingya per identificare i loro bisogni, tracciare legami familiari e cercare soluzioni a lungo termine.
Condividi su Facebook Condividi su Twitter