Questo weekend segna il quinto anniversario del conflitto nello Stato del Kordofan meridionale in Sudan.
Ancora oggi le persone continuano a fuggire dalla regione, la maggior parte cerca protezione in Sud Sudan.
Ad oggi nel 2016, più di 7.500 rifugiati sono arrivati a Yida nella parte settentrionale del Sud Sudan, nel governatorato Unità. In quest’area sono già ospitati circa 70.000 rifugiati, di cui circa 3.000 sono arrivati solo nel mese di Maggio. Con l’intensificarsi del conflitto, ci si aspetta che arrivino ancora più migliaia di persone nelle prossime settimane.
I rifugiati, che provengono soprattutto dalle regioni di Heiban, Um Doreen e Al Boram, nelle Montagne di Nuba nel Kordofan meridionale, parlano di una crescente violenza, che include attacchi via terra e bombardamenti aerei. Gli ultimi arrivati dicono di essere fuggiti a causa della mancanza di cibo e di accesso all’istruzione, soprattutto nella zona di Um Doreein. La maggior parte delle persone arrivano in camion, mentre altre a piedi o in bicicletta, viaggiando fino a 7 giorni.
I rifugiati arrivati questa settimana riferiscono che il conflitto si è recentemente spostato verso la zona nord-est del Kordofan meridionale, che alcune persone sono intrappolate nelle zone di conflitto, da dove non riescono a fuggire. Circa il 90% degli ultimi arrivi sono donne e bambini. 1 bambino ogni 10 è da solo o senza un membro del suo nucleo famigliare.
Nel centro di transito di Yida, l’UNHCR e i suoi partner forniscono assistenza immediata per i nuovi arrivati, che include pasti caldi, acqua, vaccini contro morbillo, un luogo dove riposare e poter ricevere altri aiuti. I rifugiati sono registrati per assicurare che coloro che si trovano in situazioni di rischio o con bisogni specifici siano velocemente identificati e assistiti.
Da Yida, dopo pochi giorni i rifugiati sono trasferiti con autobus verso Ajuong Thok, un campo stabilito nel 2013 con l’obiettivo di alleviare la pressione e il sovraffollamento. Lì, sono provvisti di teli di plastica e pali per costruire un rifugio temporaneo. Vengono forniti anche kit da cucina, zanzariere, coperte, materassini e cibo. I minori non accompagnati o separati dalle loro famiglie, sono ricongiunti con le proprie famiglie o dati in affidamento.
Circa 41.000 rifugiati sudanesi vivono già a Ajuong Thok, e il campo ha quasi raggiunto la sua capienza massima (46.000 persone). L’UNHCR e i suoi partner stanno allargando la struttura del campo per rispondere alle esigenze di una popolazione in crescita. Abbiamo istallato sei cisterne supplementari di acqua, costruito centinaia di latrine, aperto una scuola primaria e ne stiamo costruendo un’altra. Stiamo stabilendo un nuovo campo a Pamir, circa 50 km a sud dal confine, per ricevere i nuovi arrivati e i rifugiati che hanno vissuto a Yida negli ultimi cinque anni.
Mentre l’afflusso di rifugiati continua, i servizi diventano sempre più ridotti. Nelle ultime quattro settimane, l’acqua a disposizione é diminuita da 19 litri al giorno per persona a 16 litri. Le scuole sono diventate estremamente sovraffollate, con più di 100 studenti che condividono la stessa classe. È stato finanziato soltanto il 17% delle operazioni dell’UNHCR in Sud Sudan, e i servizi e la loro qualità è inevitabilmente a rischio.
Dall’inizio della guerra nelle Montagne di Nuba nel 2011, circa 250.000 rifugiati sudanesi sono fuggiti verso il Sud Sudan, la maggior parte verso i governatorati di Unità e Alto Nilo. E’ necessario ora più che mai trovare una soluzione al conflitto e porre fine alla sofferenza. In Sud Sudan ci sono inoltre circa 1.69 milioni di sfollati interni.
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