Questa settimana l’UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha dato il via alla distribuzione di teli di plastica e materiali di prima necessità per i rifugiati, direttamente all’ ingresso dei rifugiati in Bangladesh, nel tentativo di ridurre al minimo il tempo che i rohingya sono costretti a trascorrere all’aperto.
L’ultima stima del numero di Rohingya che sono arrivati in Bangladesh in fuga delle violenze scoppiate nel vicino Myanmar ha superato il mezzo milione. Secondo i dati aggiornati a giovedì siamo a quota 501.000 rifugiati.
Squadre di partner dell’UNHCR stanno anche esplorando vari punti d’ingresso in Bangladesh dal Myanmar per valutare dove effettuare la distribuzione di teli di plastica, utensili da cucina, taniche, materassini e lampade solari, alle persone al momento del loro arrivo nel Paese. Questo limita il tempo che quei rifugiati – già fortemente traumatizzati dagli eventi che li costringono a fuggire e dall’estenuante viaggio – dovranno trascorrere all’aperto e questo dovrebbe ridurre le sofferenze e la malnutrizione e controllare il diffondersi di malattie contagiose.
Il fatto che i rifugiati appena arrivati abbiano la possibilità di costruirsi un riparo, preparare i pasti per se stessi e prendersi cura delle proprie famiglie è un primo passo importante nel lungo percorso del recupero psico-fisico.
I 2.000 acri (809 ettari) sui quali si sviluppa l’“Extension Site” alla periferia del campo di Kutupalong nel sudest del Bangladesh stanno cominciando a strutturarsi e al suo interno iniziano a crearsi comunità proprio perché l’UNHCR e le organizzazioni partner, supportati dal governo del Bangladesh, sono in grado di consegnare una maggiore quantità di aiuti d’emergenza.
Per facilitare la distribuzione degli aiuti a “Kutupalong Extension”, il 27 settembre l’esercito bengalese ha iniziato i lavori per la costruzione di una strada d’accesso. L’UNHCR sta contribuendo ai lavori, con un finanziamento di due milioni di dollari statunitensi a fronte del budget totale per costruire la strada pari a 4,2 milioni di dollari, con questo supportando l’Ufficio di coordinamento del Bangladesh per il sostegno e il rimpatrio dei rifugiati (RRRC). L’UNHCR ha anche prontamente spedito 23 veicoli, inclusi 10 pick-up, che saranno donati al governo del Bangladesh per fornire aiuti umanitari.
Gli esperti di nutrizione dell’UNHCR stimano (basandosi su recenti sondaggi condotti su entrambi i versanti del confine) che quasi una persona su cinque tra i nuovi arrivati (pari al 18 per cento), soffre di malnutrizione acuta. Se non si interviene subito, avvertono, la proporzione potrebbe salire a uno su quattro. Questo sarebbe dovuto alla persistente mancanza di cibo.
L’UNHCR testimonia la disperata necessità di supporto psico-fisico e di counseling per i rifugiati. C’è un vitale bisogno di cibo e di prodotti per il sostentamento delle donne che allattano e dei loro bambini, molti fortemente traumatizzati, malati e malnutriti.
L’UNHCR sta lavorando in collaborazione con il partner Azione Contro la Fame (Action Contre la Faim) per fornire pasti caldi. Molti donatori privati hanno effettuato delle distribuzioni di cibo ad hoc nel campo rifugiati, che si sta anche organizzando meglio proprio perché la vita delle persone ha ricominciato a strutturarsi in qualche modo nel campo.
Nel frattempo, mentre il Bangladesh si sta facendo carico del peso maggiore della crisi in Myanmar, l’UNHCR chiede a tutti gli Stati della regione un segno di solidarietà e di tenere aperti i confini per garantire protezione alle persone che fuggono dalle discriminazioni, dalle persecuzioni e dalle violenze in Myanmar.
Condividi su Facebook Condividi su Twitter