Questo fine settimana le prime forti piogge dell’anno hanno colpito gli insediamenti dei rifugiati Rohingya nel distretto di Cox’s Bazar, segnando l’inizio della stagione dei monsoni. Questo è un primo test per i rifugiati e le agenzie umanitarie che lavorano per sostenere il governo del Bangladesh negli interventi di risposta.
Piogge torrenziali e venti fino a 70 chilometri all’ora hanno causato almeno 89 incidenti, tra cui 37 causati da frane, che hanno provocato diversi feriti e una fatalità confermata – un bambino. Quasi 2.500 famiglie di rifugiati, circa 11.000 persone in tutto, sono state colpite.
A partire dal 10 giugno la pioggia è diventata quasi continua. Secondo il Dipartimento meteorologico del Bangladesh, nella zona di Cox’s Bazar sono caduti quasi 400 millimetri di pioggia da domenica, l’equivalente di due terzi delle precipitazioni medie di giugno per questa parte del paese. L’area attualmente ospita circa 900.000 rifugiati, di cui 720.000 arrivati in Bangladesh a partire dal 25 agosto dello scorso anno.
Le autorità del Bangladesh, l’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, e altri partner umanitari hanno risposto immediatamente agli incidenti causati dalle piogge monsoniche. Gli interventi includevano operazioni di ricerca e salvataggio, trasferimenti e distribuzione di kit per costruire alloggi di emergenza e altri aiuti.
In base alle valutazioni dei danni, oltre 1.000 rifugi sono stati danneggiati così come dieci punti di erogazione d’acqua, 167 latrine, una struttura sanitaria e un sito di distribuzione alimentare. Le piogge hanno anche allagato la strada principale che attraversa l’insediamento di Kutupalong, bloccando temporaneamente l’accesso dei veicoli a parti del sito.
L’UNHCR e i suoi partner, in supporto delle autorità del Bangladesh, hanno lavorato 24 ore su 24 per cercare di mitigare i rischi di frane e alluvioni negli insediamenti di rifugiati altamente congestionati. Tuttavia, data la portata della popolazione di rifugiati, la vastità degli insediamenti ed il terreno impegnativo, temiamo che il clima estremo causerà ulteriori danni, distruzione e potenziale perdita di vite umane.
Sulla base della mappatura aerea degli insediamenti, stimiamo che fino a 200.000 rifugiati che devono ancora essere spostati in zone più sicure potrebbero essere a rischio di frane e inondazioni. Di questi, oltre 41.000 sono ad alto rischio di frane. Ma, data la montuosità del terreno, la disponibilità limitata di pianure rappresenta una sfida importante per il trasferimento delle famiglie più a rischio. Finora, più di 14.000 rifugiati ad alto rischio di frane sono stati trasferiti in aree più sicure. È necessario e urgente trovare altre aree sicure.
Mentre le delocalizzazioni e le distribuzioni degli aiuti continuano, stiamo anche posizionando più forniture di emergenza, tra cui 10.000 tende, 190.000 teloni, nonché due milioni di compresse per la purificazione dell’acqua, pronte per l’uso quando necessario. L’UNHCR ha anche cinque tende ospedaliere e kit sanitari di emergenza conservati in magazzini permanenti a Cox’s Bazar.
I team dell’UNHCR e altre agenzie, tra cui il team di preparazione al ciclone del Bangladesh e il servizio antincendio e la protezione civile, hanno lavorato con rifugiati volontari per la preparazione e l’addestramento alle catastrofi, che includono messaggi di allarme antincendio, ricerca e soccorso, preparazione alle epidemie, preparazione ai cicloni, pronto soccorso e addestramento di primo soccorso psicologico. Più di 2.000 rifugiati sono stati addestrati, e l’addestramento è ancora in corso. Inoltre, 50 volontari delle unità di sicurezza per i rifugiati – sia donne che uomini – in ciascuna sezione del sito sono stati addestrati come primi soccorritori nelle emergenze.
A marzo, l’ONU ha lanciato il piano di risposta congiunta per la crisi umanitaria dei Rohingya, chiedendo 951 milioni di dollari nel 2018 per soddisfare i bisogni immediati di oltre 880.000 rifugiati e oltre 330.000 bengalesi nelle comunità colpite dalla crisi. Ad oggi, il piano è finanziato per poco più del 21 per cento. È fondamentale che le agenzie umanitarie ricevano finanziamenti precoci e flessibili per salvare vite umane e migliorare le condizioni di vita dei rifugiati durante la stagione dei monsoni, e per continuare a fornire assistenza e protezione tempestive.
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