Circa 123.000 rifugiati sono arrivati in Bangladesh dall’insorgere, nel mese scorso, delle violenze nello stato di Rakhine nel Myanmar settentrionale.
Desta profonda preoccupazione il conflitto in corso in Myanmar e le denunce di civili morti mentre cercavano di mettersi in salvo.
Coloro che sono riusciti ad arrivare in Bangladesh vivono in condizioni di povertà. La maggior parte di loro ha camminato per giorni partendo dai propri villaggi, nascondendosi nelle giungle, attraversando montagne e fiumi, portando con sé tutto ciò che sono riusciti a salvare dalle loro case. Hanno fame, sono stanchi e malati.
I nuovi arrivati sono stati sistemati in varie località del sud-est del Bangladesh. Si stima che oltre 30.000 Rohingya abbiano cercato protezione nei campi rifugiati di Kutupalong e Nayapara. Molti altri vivono in alloggi di fortuna e presso villaggi locali.
Un numero imprecisato potrebbe essere ancora bloccato al confine. Ieri (lunedì 4 settembre) l’UNHCR ha consegnato abiti, teli di plastica e provviste tramite una ONG partner.
L’UNHCR apprezza il ruolo che il Bangladesh ha avuto finora e continua intanto a chiedere con urgenza insieme alle autorità bengalesi che venga assicurato un passaggio sicuro alle persone in fuga dalla violenza. La registrazione e l’assegnazione di documenti ai nuovi arrivati permetterà alle agenzie umanitarie di definire le priorità e di fornire il supporto e l’assistenza di cui c’è estremo bisogno.
Con l’arrivo continuo di centinaia di persone al giorno, i campi di Kutopalong e Nayapara sono ormai allo stremo. I nuovi arrivati vengono ospitati da altre famiglie di rifugiati, in scuole, grandi centri comuni, madrasa e altre strutture di vario tipo. Lo spazio a disposizione sta per esaurirsi.
L’UNHCR sta lavorando con le autorità locali e i suoi partner per distribuire beni di soccorso: vestiti, tende in plastica e materassini. NGO e volontari stanno rafforzando il sistema di riferimento così che i nuovi arrivati sappiano già dove recarsi per chiedere supporto. L’UNHCR sta anche cercando di identificare le persone vulnerabili, inclusi i minori non accompagnati, che necessitano di cure e protezione specifici.
C’è un forte bisogno di ulteriori rifugi d’emergenza per rispondere al continuo flusso di persone in cerca di protezione. Il coordinamento con le autorità locali è di cruciale importanza per assicurare assistenza salva-vita alle persone che ne hanno imminente bisogno.
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