L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, ha concluso una visita di quattro giorni in Brasile lanciando un appello urgente per un maggiore impegno internazionale, anche da parte di istituzioni finanziarie e attori dello sviluppo, nelle comunità che ospitano rifugiati e migranti venezuelani.
“La solidarietà del popolo brasiliano nei confronti dei rifugiati e dei migranti venezuelani è stata esemplare. Ma l’impatto sulle comunità ospitanti in stati come Roraima e Amazonas è stato notevole”, ha dichiarato domenica Grandi nella capitale brasiliana.
“Mi è stato riferito che negli ospedali in alcune comunità di confine il 40% dei pazienti e l’80% delle donne che vi partoriscono provengono dal Venezuela. Un impatto simile si è verificato nei settori dell’istruzione, dell’occupazione, degli alloggi e dei servizi sociali. È di fondamentale importanza che gli sforzi compiuti dalle autorità a livello federale, statale e municipale, così come dalla società civile, da gruppi religiosi e da cittadini brasiliani, siano adeguatamente sostenuti dalla comunità internazionale. La popolazione locale è in prima linea nel rispondere ai bisogni dei rifugiati e dei migranti venezuelani. Non deve essere lasciata sola”.
In Brasile ci sono oltre 180.000 rifugiati e migranti venezuelani e ogni giorno, in media, si registrano 500 nuovi arrivi, di cui la maggior parte ha urgente bisogno di assistenza umanitaria; si riversano nello stato settentrionale di Roraima, che è geograficamente isolato dal resto del Paese, ha il reddito pro capite più basso e offre poche opportunità economiche.
Per rispondere alle esigenze umanitarie nate dall’esodo venezuelano, il governo federale ha lanciato un’iniziativa (Operacao Acolhida) coordinata dalle Forze armate brasiliane, per provvedere alla registrazione e alla documentazione necessaria all’arrivo, oltre che per fornire assistenza umanitaria di emergenza, compresi cibo e alloggi temporanei.
Nell’aprile 2018, le Forze armate hanno avviato un programma di trasferimento volontario chiamato Interiorizacao in coordinamento con le autorità federali e locali, l’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, altre organizzazioni delle Nazioni Unite, la società civile e il settore privato. Ad oggi, oltre 15.000 venezuelani sono stati trasferiti dallo stato di Roraima a più di 50 città che offrono maggiori opportunità di integrazione, alleviando così la pressione sulle comunità di confine.
“Sono rimasto profondamente colpito da entrambe le operazioni, in quanto esempi di una risposta efficiente, coordinata, umana e innovativa ai bisogni umanitari, che offre soluzioni ai cittadini venezuelani” ha dichiarato Grandi. “Tuttavia, rimangono molte sfide dovute al crescente numero di arrivi. Nelle mie visite sono state sollevate importanti questioni riguardanti la situazione della popolazione indigena venezuelana, le terribili condizioni dei molti che vivono al di fuori dei rifugi ufficiali e l’impatto sulle infrastrutture e sui servizi locali. Per affrontare le esigenze sanitarie, educative, occupazionali e altri bisogni fondamentali, è necessaria un’azione urgente da parte dei governi federali e locali, con il sostegno della società civile e delle Nazioni Unite”.
Durante un incontro con i Ministri della Presidenza (Casa Civil), degli Affari Esteri, della Giustizia, della Cittadinanza e un rappresentante del Ministero della Difesa, il governo brasiliano ha ribadito l’intenzione di rafforzare l’attuale risposta operativa nell’accoglienza dei cittadini venezuelani. L’Alto Commissario ha inoltre incontrato autorità locali, operatori delle Nazioni Unite e rappresentanti della società civile che hanno svolto un ruolo chiave in questa risposta collettiva. Ha fatto visita a molte famiglie venezuelane a Brasilia, Boa Vista e Manaus che hanno condiviso storie commoventi sul viaggio intrapreso ed hanno espresso la speranza di poter avere un futuro in Brasile.
Grandi ha riconosciuto la leadership del Brasile nelle questioni relative ai rifugiati e la sua partecipazione attiva alla risposta regionale al massiccio esodo di cittadini venezuelani. Nell’ambito del processo di Quito, che prevede aiuti multilaterali, i Paesi della regione hanno posto in atto azioni coordinate per regolarizzare la permanenza dei venezuelani e lavorare sulla loro effettiva integrazione. Gli sforzi sono sostenuti da una piattaforma di coordinamento tra agenzie guidata da UNHCR e IOM, che riunisce più di 40 organizzazioni che si adoperano per rispondere alle esigenze di protezione, assistenza e integrazione dei rifugiati e dei migranti venezuelani.
Prima di arrivare in Brasile, Grandi ha visitato il Cile, dove ha ringraziato il popolo e il governo per gli sforzi compiuti nell’accogliere e fornire supporto a oltre 400.000 rifugiati e migranti provenienti dal Venezuela.
La maggior parte degli oltre 4 milioni di rifugiati e migranti venezuelani nel mondo sono stati accolti dai paesi dell’America Latina. Se l’attuale tendenza continuerà, si stima che entro la fine del 2019 potrebbero essere oltre cinque milioni i rifugiati e i migranti che lasceranno il Venezuela. Un recente studio dell’UNHCR mostra che oltre la metà dei rifugiati e migranti venezuelani in America Latina hanno corso o sono tuttora esposti a situazioni di rischio o vulnerabilità a causa della loro età, sesso, salute o altre esigenze, o perché hanno dovuto fare scelte drastiche per sopravvivere, tra cui chiedere l’elemosina, mandare i propri figli a lavorare o prostituirsi.
L’appello di Grandi è in linea con il Global Compact sui Rifugiati che sollecita un maggiore sostegno ai rifugiati e alle comunità ospitanti, spesso tra le più povere al mondo, e mira anche ad aiutare i rifugiati a diventare più autosufficienti affinché possano contribuire maggiormente al proprio futuro e a quello della comunità che li ha accolti.
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