Alessandro Gassmann, Ambasciatore UNHCR, ha appena portato a termine una missione in Giordania e Libano dove ha incontrato artisti siriani rifugiati per conoscere le loro storie di esilio e resilienza.
Siamo partiti in missione con Alessandro Gassmann perché volevamo raccontare il dramma di milioni di persone costrette alla fuga dalla guerra in Siria, attraverso un punto di vista diverso, quello della loro arte.
A Za’atari, il campo rifugiati nel deserto Giordano che accoglie 85mila persone,abbiamo incontrato un gruppo di volontari composto da giovani artisti rifugiatiche oltre a vivere nel campo hanno deciso di contribuire, attraverso la loro arte, al benessere degli altri rifugiati.
Persone come Mohamed, rifugiato da due anni, che ha creato per i bambini uno spazio di speranza decorando i container, e come Abdu che nella poesia ha trovato un modo di reagire alla violenza subita in Siria.
Per due giorni hanno lasciato che li seguissimo durante le loro attività, nelle scuole e neicommunity center permettendoci di capire l’importanza del loro lavoro.
Li abbiamo salutati per raggiungere altri artisti rifugiati in Libano, che faticano a sopravvivere in un contesto urbano difficile come Beirut, ma non possono fare a meno di esprimersi attraverso l’arte. Abbiamo visitato l’Art Residence Aley, una residenza artistica sopra alle colline di Beirut voluta da Raghad Mardini, rifugiata siriana che accoglie artisti e offre loro spazio e materiali per continuare a creare.
Le storie che abbiamo ascoltato parlano di resilienza, la capacità cioè di reagire in maniera positiva ai traumi ed alle avversità della vita, e la richiesta che in molti ci hanno fatto è di non parlare della Siria solo attraverso le sue morti, ma di raccontare anche la speranza che rappresentano per il futuro.
Testimonianza di Barbara Molinario, UNHCR Italia
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