L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) sono inorridite dall’attacco armato al campo per sfollati interni nel territorio di Plaine Savo Djugu, nella Repubblica Democratica del Congo (RDC).
Almeno 50 persone, tra cui oltre una dozzina di bambini, sono rimaste uccise e più di 40 ferite durante l’attacco di martedì nella provincia orientale di Ituri.
Le agenzie condannano nella maniera più perentoria possibile questo attacco atroce e ricordano a tutte le parti i loro obblighi di diritto internazionale di proteggere e salvaguardare le vite dei civili in ogni momento.
I team dell’OIM e dell’UNHCR a Ituri si stanno coordinando con altri attori umanitari per rafforzare la risposta all’emergenza.
Il campo, che è gestito dall’UNHCR e dal partner Caritas, ospitava più di 20.000 sfollati interni, compresi più di 13.000 bambini. Molti dei residenti sono fuggiti nella città di Bule, a tre chilometri di distanza.
L’attacco, che si pensa sia stato effettuato da un gruppo armato non governativo, è avvenuto meno di tre mesi dopo l’ultimo attacco mortale ai campi di sfollati di Drodro e Tche nella stessa area del territorio di Djugu. In quell’attacco erano rimaste uccise circa 44 persone, e decine di migliaia di persone erano state spinte alla fuga.
Circa 230.000 persone vivono in più di 60 campi per sfollati gestiti da OIM e UNHCR in tutta la provincia. Entrambe le agenzie sostengono il governo nella gestione complessiva di questi siti e nel coordinamento dell’assistenza umanitaria e della protezione.
La RDC ospita 5,6 milioni di sfollati interni, la maggior parte dei quali risiede nella parte orientale del paese, nelle province del Nord e Sud Kivu, Ituri e Tanganica.
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