In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, UEFA e UNHCR premiano sei federazioni nazionali che hanno aiutato i rifugiati a integrarsi nella società.
La UEFA, l’organo di governo del calcio europeo, e l’UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, si sono incontrati lunedì per premiare sei federazioni calcistiche europee per il loro successo nell’utilizzare la forza motrice del calcio per aiutare i rifugiati a ricostruire le loro vite.
All’inizio di una settimana in cui si celebra la “Giornata Mondiale dei Rifugiati”, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, si è unito al direttore del programma di Responsabilità Sociale del Calcio della UEFA, Michele Uva, per un evento virtuale che ha premiato i vincitori del programma annuale di sovvenzioni della UEFA per il calcio e i rifugiati.
Michele Uva, direttore UEFA per la responsabilità sociale nel calcio:
“Tutti i vincitori dei premi di oggi ci fanno capire perché il calcio sia così importante per assistere i rifugiati che si stabiliscono nelle loro nuove comunità. La popolarità del nostro sport supera molte barriere sociali e ha il potere di unire le persone, indipendentemente dall’età, dal colore, dal sesso o dal credo. Allo stesso tempo, la visibilità del calcio può aumentare la consapevolezza e i fondi destinati ai programmi per i rifugiati”.
Ogni federazione vincitrice – Armenia, Bulgaria, Croazia, Finlandia, Irlanda del Nord e Galles – riceverà 50.000 euro per sostenere progetti di responsabilità sociale che stanno aiutando i rifugiati a reinserirsi nella società.
Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati:
“Le sfide dell’ultimo anno sono state ancora più dure per la parte più vulnerabile del mondo, compresi gli oltre 82 milioni di persone di cui la mia organizzazione, l’UNHCR – l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati -, si occupa e protegge. Questo rende l’UEFA Football and Refugee Grant Scheme, nonché il lavoro che state portando avanti per sostenere i rifugiati, ancora più importante”.
Dal suo lancio nel 2017, circa 34 paesi hanno fatto domanda per il Football and Refugees Grant Scheme della UEFA, programma che incoraggia le federazioni nazionali a sostenere l’inclusione e l’integrazione dei rifugiati attraverso il calcio.
Sempre più spesso i programmi di responsabilità sociale del calcio in tutta Europa usano le loro reti locali per aiutare i rifugiati a trovare lavoro o offrire formazione professionale come allenatori, arbitri o volontari. Altri progetti forniscono supporto psicologico, formazione linguistica o supporto specializzato per donne e ragazze. Molti attingono anche alla conoscenza specialistica di partner qualificati per massimizzare il loro impatto e raggiungere il maggior numero possibile di beneficiari.
All’inizio di quest’anno, la UEFA e UNHCR hanno firmato un Protocollo di Cooperazione per sostenere l’accesso dei rifugiati allo sport e per migliorarne l’inclusione sociale
“Il calcio è un linguaggio universale che ha permesso a tantissime persone di andare avanti nonostante la pandemia. Per questo motivo, noi di UNHCR siamo entusiasti dell’accordo che abbiamo recentemente firmato con la UEFA”, ha aggiunto Grandi.
“Il contributo che il calcio può dare per migliorare la vita di coloro che, senza alcuna colpa, sono stati costretti a fuggire dai loro paesi – e di coloro che generosamente li ospitano – è inestimabile”.
Per maggiori informazioni su come la UEFA sta aiutando i rifugiati attraverso il calcio, clicca qui.
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