Si è aperta oggi una storica conferenza internazionale per affrontare l’urgente bisogno di migliorare la protezione delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, intersessuali e queer (LGBTIQ+) in tutto il mondo che sono costrette a fuggire da violenza o persecuzione e cercano sicurezza all’interno del proprio paese o oltre confine.
I partecipanti dei governi, della società civile e del settore privato hanno aperto il primo giorno della Tavola rotonda globale del 2021 sulla protezione e le soluzioni per le persone LGBTIQ+ costrette a fuggire discutendo sulle sfide e sulle potenziali soluzioni.
“Le persone LGBTIQ+ in tutto il mondo affrontano violenze e discriminazioni da parte dei loro governi, delle loro comunità e persino delle loro stesse famiglie”, ha detto Gillian Triggs, Assistente Alto Commissario dell’UNHCR per la protezione. “Spero che questa tavola rotonda stimoli la comunità internazionale a cercare una protezione più autentica per le persone LGBTIQ+ in fuga”.
La conferenza è stata convocata da Filippo Grandi, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ed è co-ospitata da Gillian Triggs e Victor Madrigal-Borloz, esperto indipendente delle Nazioni Unite sulla protezione contro la violenza e la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere (UN IE SOGI). È il primo incontro sponsorizzato dalle Nazioni Unite sul tema dal 2010.
La tavola rotonda si svolgerà dal 7 al 29 giugno, durante la quale circa 600 partecipanti esploreranno le forze che costringono alla fuga, le sfide che devono affrontare coloro che cercano asilo, la spinta per l’inclusione nei servizi nazionali e gli effetti della pandemia da COVID-19 sulle persone LGBTIQ+. Condivideranno anche informazioni su politiche e programmi che si sono dimostrati efficaci e faranno raccomandazioni specifiche a governi, agenzie delle Nazioni Unite, ONG, attori del settore privato e altri sulle azioni necessarie per affrontare i molti rischi che corrono le persone che hanno un profilo LGBTIQ+ e sono costrette a fuggire.
“Per affrontare la violenza e la discriminazione basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere occorre necessariamente una prospettiva intersezionale, all’interno della quale i rifugiati e i richiedenti asilo sono una popolazione di fondamentale interesse per il mio mandato”, ha detto Madrigal-Borloz. “Questo processo globale e partecipativo porterà alla creazione di un bagaglio di conoscenza condiviso da cui le parti interessate potranno sviluppare il loro pensiero strategico”.
Attualmente, 69 paesi criminalizzano le relazioni tra persone dello stesso sesso e almeno cinque nazioni le hanno rese punibili con la morte. Altri paesi hanno emanato leggi che discriminano direttamente le persone LGBTIQ+ o leggi scritte in modo poco chiaro, che le autorità usano per perseguitare le persone LGBTIQ+.
“Le persone LGBTIQ+ in tutto il mondo continuano a morire e a fuggire per mettersi in salvo – questa tavola rotonda è la piattaforma giusta per noi per dire qualcosa”, ha detto Suma Abdelsamie, rifugiata trans egiziana e attivista che vive a Berlino. “Molti di noi sono stati messi a tacere per anni. Ho vissuto la mia guerra personale, combattendo da sola, e ora dobbiamo fare qualcosa per migliorare le cose per i rifugiati LGBTIQ+”.
Le persone LGBTIQ+ che sono costrette a fuggire, indipendentemente dal fatto che siano fuggite specificamente a causa della loro identità di genere, orientamento sessuale o caratteristiche sessuali, affrontano un alto rischio di abusi e violenze sessuali, in molti contesti ricevono poca o nessuna protezione da parte della polizia e spesso affrontano discriminazioni e altri ostacoli nel cercare di accedere ai servizi di base, come l’assistenza sanitaria e legale, sia durante il loro viaggio che una volta arrivati a destinazione.
Le raccomandazioni della tavola rotonda LGBTIQ+ saranno condivise in una conferenza stampa congiunta il 30 giugno con Victor Madrigal-Borloz, l’IE SOGI, e Gillian Triggs, Assistente Alto Commissario dell’UNHCR per la protezione.
Per maggiori informazioni:
UNHCR
OHCHR:
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