Sono 114 milioni nel mondo, un numero mai raggiunto prima.
I partner del settore privato giocheranno un ruolo chiave nel galvanizzare gli impegni; le organizzazioni delle Nazioni Unite si impegnano a sostenere l’inclusione dei rifugiati nelle comunità ospitanti; anche l’Italia, dove i titolari di protezione internazionale sono oltre 420.000, assume impegni concreti per migliorare le loro vite.
Il Forum Globale sui Rifugiati – Global Refugee Forum (GRF), che si tiene ogni quattro anni, è la più grande conferenza internazionale sulle questioni relative ai rifugiati. Il GRF 2023 che si apre oggi a Ginevra fino al 15 dicembre cercherà di incentrare la discussione internazionale sulle soluzioni piuttosto che sulle crisi.
Ospitato dall’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, e dal governo svizzero, il forum è stato co-convocato da Colombia, Francia, Giappone, Giordania e Uganda. L’obiettivo è quello di concentrare gli sforzi di una serie di attori sulla ricerca di soluzioni alla condizione dei rifugiati e di sostenere gli obiettivi del Patto globale sui rifugiati, come affermato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre 2018.
I partecipanti – tra cui Stati, settore privato, istituzioni finanziarie internazionali, agenzie ONU, organizzazioni umanitarie e di sviluppo, città e autorità locali, ONG, organizzazioni guidate dai rifugiati, gruppi religiosi e altri – faranno il punto sui progressi compiuti dal primo Forum Globale sui Rifugiati nel 2019, assumeranno impegni e forniranno contributi concreti per migliorare le vite di 36,4 milioni di rifugiati in tutto il mondo.
I contributi al Forum possono assumere diverse forme: assistenza finanziaria, materiale o tecnica, compresi posti per il reinsediamento e altri percorsi di ammissione in Paesi terzi, che consentano ai Paesi con maggiori risorse di condividere la responsabilità per i rifugiati; nonché misure per sostenere le comunità ospitanti, prevenire i conflitti e costruire la pace. Le organizzazioni possono impegnarsi da sole o combinare gli sforzi in gruppi.
Alcune delle principali aziende, fondazioni e filantropi del mondo saranno rappresentati all’evento, sottolineando il ruolo importante e multiforme del settore privato nel sostegno ai rifugiati. Questi attori stanno già dando un contributo fondamentale all’assistenza salvavita e alle soluzioni sostenibili. I contributi del settore privato includono il sostegno diretto agli imprenditori rifugiati e delle comunità ospitanti, nonché alle organizzazioni guidate dai rifugiati; l’offerta di posti di lavoro e opportunità di formazione e sviluppo delle competenze; servizi legali e di consulenza pro bono, come servizi finanziari, energia pulita e soluzioni di apprendimento digitale.
Durante il Forum Globale sui Rifugiati, 32 organizzazioni dell’ONU e 49 team nazionali dell’ONU sottoscriveranno un “UN Common Pledge 2.0” delle Nazioni Unite, impegnandosi a sostenere i Paesi più ospitanti nell’inclusione dei rifugiati nei rispettivi piani nazionali, nei bilanci e nei sistemi di erogazione dei servizi, come l’istruzione, la salute, l’acqua e i servizi igienici, gli alloggi e la protezione sociale, nonché l’accesso a un lavoro dignitoso.
Il numero di persone sfollate e apolidi nel mondo continua a crescere ogni anno e ha ormai superato i 114 milioni, di cui 36,4 milioni di rifugiati. Le nuove crisi, quelle che si riaccendono e si protraggono nel tempo, dall’Ucraina al Sudan, dall’Afghanistan al Venezuela, significano che le sfide dello sfollamento toccano ormai ogni angolo del mondo. Inclusa l’Italia, interessata da flussi di persone in arrivo via mare e via terra. Dall’inizio dell’anno ad oggi sono oltre 153.000 le persone che hanno raggiunto l’Italia via mare, un aumento del 57% rispetto allo stesso periodo del 2022 (97.300 arrivi), e più di 1.700 uomini, donne e bambini hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale.
Per affrontare queste sfida non esistono facili soluzioni, ma serve uno sforzo comune che coinvolga tutti gli attori in campo garantire una gestione dei flussi ordinata, efficace e umana.
L’Italia partecipa al GRF presentando un serie di impegni e di buone pratiche di rilevanza nella realizzazione dei quattro obiettivi del Patto globale sui rifugiati. Gli impegni coinvolgono il Governo italiano, circa 40 università tra le quali la Luiss e l’Università di Bologna, numerose organizzazioni della società civile, tra cui quelle religiose, il settore privato con Essilor Luxottica e The Human Safety Net Foundation del Gruppo Generali.
Gli impegni dell’Italia coprono diverse aree di intervento, dalla dimensione esterna tramite il sostegno ai Paesi di origine e transito, ai percorsi di accesso sicuro e legale al territorio, al settore dell’accoglienza, protezione e integrazione in Italia con numerosi progetti di inclusione.
Il contributo italiano conferma il ruolo di leadership a livello internazionale sul tema dei percorsi regolari di accesso al territorio tramite i corridoi umanitari, universitari, il reinsediamento e il nuovo importante impegno in tema di corridoi lavorativi.
Fra gli impegni del “Sistema Italia”:
Welcome. Working for refugee integration che favorisce l’integrazione delle persone rifugiate nel mercato del lavoro promuovendo il più ampio coinvolgimento del settore privato, della società civile e delle istituzioni. Dal 2017 ad oggi, Welcome ha coinvolto 522 aziende, le quali hanno favorito più di 22.000 percorsi di inclusione lavorativa;
Unicore, University Corridors for Refugees che coinvolge 42 atenei che hanno offerto, negli ultimi 5 anni, oltre 2.000 borse di studio a studenti rifugiati, dando la possibilità di arrivare in Italia in maniera sicura per frequentare corsi di laurea di due anni.
Human Safety Net Foundation del Gruppo Generali, la fondazione aziendale del Gruppo Generali, ha tra gli altri l’obiettivo di fornire assistenza finanziaria e non finanziaria all’imprenditorialità e ai programmi di formazione e inserimento professionale, per favorire lo sviluppo di meccanisimi di integrazione socio-economica volti anche a stabilire e creare fiducia fra il settore privato e quello umanitario.
Il progetto Welcome&Work promosso da Assolavoro fornisce servizi di sostegno occupazionale e finanziario ai richiedenti asilo e ai rifugiati. Attraverso questo progetto, le persone possono accedere a corsi di lingua italiana, a un’attività mirata di bilancio delle competenze, alla formazione professionale e a una serie di aiuti economici e assistenziali specifici.
L’inclusione dei rifugiati al pari dei cittadini è essenziale, almeno fino a quando non potranno tornare a casa in sicurezza. È anche una soluzione efficace dal punto di vista dei costi per abbandonare l’assistenza umanitaria, in particolare nelle situazioni prolungate, e per rafforzare l’autosufficienza e la resilienza dei rifugiati.
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