Una vista dell’insediamento di rifugiati di Kutupalong, a Cox’s Bazar, dove vive la maggior parte dei rifugiati Rohingya in Bangladesh. © UNHCR/Susan Hopper
L’UNHCR, Agenzia ONU per i rifugiati, insieme all’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) e ai suoi partner, hanno oggi invitato la comunità internazionale a fornire maggiore sostegno ai rifugiati Rohingya e alle loro comunità ospitanti in Bangladesh, in un contesto caratterizzato da crescente insicurezza in Myanmar e da continui sfollamenti forzati.
Il conflitto incessante in Myanmar, la diminuzione delle risorse finanziarie e le crisi globali in corso hanno reso fondamentale l’intervento della comunità internazionale a sostegno dei rifugiati Rohingya, che continuano a vivere in una situazione precaria, completamente dipendenti dagli aiuti umanitari.
Il Piano di risposta congiunta (JRP) 2025-26 per la crisi umanitaria dei Rohingya coinvolge 113 partner ed è stato lanciato congiuntamente dall’UNHCR e dall’OIM sotto la guida del governo del Bangladesh.
Questo primo appello di finanziamento pluriennale per la risoluzione della crisi dei Rohingya ammonta a 934,5 milioni di dollari nel primo anno per raggiungere circa 1,48 milioni di persone, che dovrebbero includere sia i rifugiati Rohingya che le comunità ospitanti.
Il JRP verrà presentato ai potenziali donatori a Ginevra da Filippo Grandi, Alto Commissario ONU per i rifugiati, da Amy Pope, Direttore Generale dell’OIM, e dal dottor Khalilur Rahman, Alto Rappresentante per la crisi Rohingya e per gli affari prioritari del Governo del Bangladesh.
Giunta al suo ottavo anno, la crisi umanitaria dei Rohingya non è ancora al centro dell’attenzione internazionale, ma le necessità rimangono urgenti.
Più del 50% della popolazione nei campi è costituita da donne e ragazze che affrontano un rischio molto elevato di violenza e sfruttamento di genere, mentre un rifugiato Rohingya su tre in Bangladesh ha un’età compresa tra i 10 e i 24 anni. Senza accesso all’istruzione, a un’appropriata formazione e a opportunità di autosufficienza, il loro futuro rimane in sospeso.
Qualsiasi carenza di finanziamenti in settori critici, comprese le riduzioni dell’assistenza alimentare, del combustibile per cucinare o dei rifugi di base, avrà conseguenze disastrose per questa popolazione altamente vulnerabile e potrebbe costringere molti a ricorrere a misure disperate, come intraprendere pericolosi viaggi in barca per cercare sicurezza.
Finché la situazione nello Stato di Rakhine, in Myanmar, non sarà pacifica e favorevole a un ritorno sicuro e volontario, la comunità internazionale deve continuare a finanziare l’assistenza per salvare la vita dei rifugiati nei campi, inclusi protezione, alloggio e bisogni primari, nonché sostenere le opportunità che consentono loro di essere autosufficienti.
Guarda online l’evento di lancio a Ginevra (dalle 10:00 CET di lunedì 24 marzo)
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