Dichiarazione del Sottosegretario generale per gli affari umanitari e Coordinatore degli aiuti di emergenza, Martin Griffiths, dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, e dell’Amministratore del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP), Achim Steiner.
La crisi siriana entra nel suo 12° anno senza alcuna soluzione e il popolo siriano continua a pagarne le conseguenze.
Mentre i bisogni crescono ogni giorno, all’interno del paese e in tutta la regione, le prospettive per i siriani si stanno deteriorando.
La Siria continua ad essere una crisi umanitaria e di migrazione forzata di proporzioni immani: più di 6,9 milioni di persone sono fuggite dalle loro case all’interno del paese, e oltre 6,5 milioni rimangono fuori dalla Siria, di cui 5,7 milioni sono rifugiati nella regione, attualmente ancora ospitati dai paesi vicini.
Dal 2020, vi è stata un’impennata dei bisogni umanitari all’interno della Siria, ora ai massimi livelli e ciò nonostante sia diminuita l’intensità del conflitto.
Oggi, la vita di 14,6 milioni di persone in Siria dipende dagli aiuti umanitari, 1,2 milioni in più rispetto all’anno precedente, mentre oltre il 90% dei siriani vive in povertà. La violenza di genere e i rischi per i bambini sono in aumento, e il rischio di esposizione agli ordigni esplosivi resta alto per metà della popolazione. L’insicurezza alimentare ha raggiunto nuovi record: 13,9 milioni di persone soffrono la fame ogni giorno, una miseria aggravata dalla carenza di grano in parte dovuta alla guerra in Ucraina. Quasi un bambino siriano su due non va a scuola ed è a rischio di lavoro minorile, matrimoni precoci e forzati, traffico e reclutamento da parte di attori armati. In Turchia, Libano, Giordania, Iraq ed Egitto, paesi che hanno generosamente ospitato i rifugiati e continuano a farlo, le pressioni socio-economiche hanno portato il numero dei rifugiati siriani e delle persone nelle comunità ospitanti che hanno bisogno di assistenza umanitaria a 20 milioni nel 2022 rispetto ai 10,4 milioni del 2021.
Il nostro appello è destinato ad aiutare direttamente circa 12 milioni di persone tra quelle bisognose.
Nel sostenere le persone costrette alla fuga, la comunità internazionale ha mostrato una grande generosità – e molto è stato fatto per fornire servizi di base.
Per assistere le persone bisognose, sono necessari investimenti all’interno della Siria, oltre agli aiuti umanitari. Investire nelle comunità, compresi i mezzi di sussistenza sostenibili, e migliorare l’accesso sicuro ai servizi di base sosterrà la resilienza socio-economica e la coesione sociale, e darà ai siriani la possibilità di vivere con dignità e assicurare un futuro ai propri figli.
Il nostro messaggio principale è: non è il momento di allontanarsi dai siriani, facendo della loro una crisi dimenticata. L’apatia non è un’opzione possibile. Milioni di persone in Siria e in tutta la regione hanno bisogno del nostro aiuto, ora più che mai. La soluzione alla crisi dovrà, naturalmente, essere politica. Le Nazioni Unite, sotto la guida dell’inviato speciale, stanno lavorando per intraprendere questa direzione. Ma il popolo della Siria, i rifugiati e i paesi ospitanti vicini, meritano una solidarietà internazionale e un sostegno continui.
È per questo che noi – gli alti rappresentanti delle agenzie delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, lo sviluppo e i rifugiati – ci pronunciamo anche quest’anno, nella giornata di impegno della VI Conferenza di Bruxelles “Sostenere la Siria e la Regione” (“Supporting the future of Syria and the region”).
Insieme guidiamo l’attuazione della risposta coordinata dall’ONU alla crisi siriana. I nostri appelli – il Piano Umanitario di Risposta per la Siria (Humanitarian Response Plan for Syria/HRP) e il Piano regionale di risposta alla crisi di rifugiati e per la resilienza in Siria (Regional Refugee and Resilience Plan/3RP) – hanno bisogno di un totale di 10,5 miliardi di dollari per il 2022.
Nel 2022, il 3RP chiede 6,1 miliardi di dollari – la somma più grande richiesta da quando è stato lanciato nel 2015 – per affrontare i crescenti bisogni di circa 7,1 milioni di rifugiati, richiedenti asilo e apolidi, compresi 5,7 milioni di rifugiati siriani registrati, e 12,9 milioni di membri vulnerabili delle comunità ospitanti. Gli appelli sono attualmente finanziati all’8% (HRP) e all’11% (3RP).
Ringraziamo in anticipo i paesi che si uniscono per sostenere generosamente i piani di risposta delle Nazioni Unite.
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