L’UNHCR accoglie con grande sollievo lo sbarco avvenuto la sera del 12 settembre nel porto siciliano di Pozzallo di 25 rifugiati e migranti altamente vulnerabili dalla Mare Jonio.
L’UNHCR accoglie con grande sollievo lo sbarco avvenuto la sera del 12 settembre nel porto siciliano di Pozzallo di 25 rifugiati e migranti altamente vulnerabili dalla Mare Jonio. Si tratta del gruppo soccorso dalla petroliera danese Maersk Etienne al largo della Libia il 5 agosto, e rimasto bloccato in mare fino alla loro presa in carico dalla nave della Ong Mediterranea Saving Humans due giorni fa.
Il team UNHCR presente allo sbarco a Pozzallo ha riscontrato che le persone salvate dalla Maersk provengono da Sudan, Ciad, Camerun, Libia, Eritrea ed Egitto. Fra loro ci sarebbero anche diversi minori, anche non accompagnati.
L’Italia ha autorizzato lo sbarco ieri sera dopo che l’equipaggio della Mare Jonio aveva segnalato un aggravamento delle condizioni fisiche e psicologiche delle 25 persone rimaste a bordo.
Due persone, una donna incinta e suo marito, erano gia’ state evacuate dalla nave della Ong per motivi sanitari.
“Esprimiamo apprezzamento alle autorita’ italiane per aver accolto queste persone estremamente vulnerabili”, ha dichiarato Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. “Con questa decisione l’Italia ha posto fine ad una crisi umanitaria durata cinque settimane, dimostrando ancora una volta il suo volto umano nel rispetto della lettera e dello spirito del diritto internazionale. Ci auguriamo che possa essere un esempio per altri Stati europei.”
L’UNHCR si appella da tempo agli Stati affinché abbandonino l’attuale approccio che prevede l’adozione di accordi ad hoc e istituiscano un meccanismo di sbarco chiaro, sicuro e strutturato per cui gli Stati costieri si assumano pari responsabilità nell’assicurare un porto sicuro alle persone soccorse in mare, e al quale gli altri Stati membri UE diano seguito mostrando solidarietà.
In assenza di un tale meccanismo a beneficio dei rifugiati e migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale si continuera’ a mettere a rischio vite umane.
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