L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha oggi richiesto ulteriori 40.000 posti di reinsediamento da rendere disponibili per i rifugiati che si trovano attualmente in 15 Stati prioritari* lungo la rotta del Mediterraneo Centrale.
“Questi 40.000 posti di reinsediamento, che vanno ad integrare gli impegni già presi, saranno cruciali nell’aiutare i rifugiati più vulnerabili lungo la rotta del Mediterraneo Centrale. Ovviamente, il reinsediamento può essere solo uno degli elementi di una risposta globale per rafforzare l’accesso alla protezione, le soluzioni per i rifugiati e per mitigare i rischi che questi affrontano nel loro viaggio verso la Libia e l’Europa,” afferma Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
Nel quadro di questi sforzi globali, l’UNHCR ha ospitato, lunedì 11 settembre, il primo incontro del Gruppo di Lavoro per rafforzare il reinsediamento e i percorsi complementari lungo la rotta del Mediterraneo Centrale (Core Group for Enhanced Resettlement and Complementary Pathways along the Central Mediterranean route**) che è stato presieduto dalla Francia.
“Un approccio globale è cruciale nel ridurre i movimenti secondari, salvare le vite dei rifugiati ed evitare la creazione di un fattore di attrazione. È essenziale che ogni risposta in termini di reisediamento copra tutte le sotto-regioni coinvolte in questi flussi, inclusi Corno d’Africa e Africa orientale, occidentale e settentrionale. L’adesione ai criteri di reinsediamento dell’UNHCR che pone enfasi sulla vulnerabilità e sulla necessità di protezione è un’ulteriore chiave,” ha affermato Grandi.
“La risposta data finora è stata tutt’altro che adeguata, Quest’anno sono stati reinsediati solo 6.700 rifugiati lungo la rotta verso la Libia. E’ necessario che gli Stati che hanno sottoscritto la Dichiarazione di New York mettano a disposizione un numero sufficiente di posti per il reinsediamento e per altri canali di accesso regolari, in modo tale da poter rispondere adeguatamente ai bisogni annuali di reisediamento a livello globale”, ha aggiunto.
Nel 2016 l’opportunità per il reinsediamento è stata offerta solo al 6% dei rifugiati nei 15 paesi d’asilo e di transito lungo la rotta del Mediterraneo centrale, a fronte del numero totale di 227.000 rifugiati individuati come maggiormente bisogosi di essere trasferiti lungo questa rotta.
I flussi di migranti e rifugiati verso l’Europa continuano a chiedere un prezzo altissimo in termini di perdite di vite umane. Dall’inizio dell’anno, oltre 2.400 persone son morte o disperse nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa, e a queste si aggiungono i racconti delle violenze subite lungo il viaggio.
*I 15 Stati prioritari identificati lungo la rotta del Mediterraneo sono Algeria, Burkina Faso, Camerun, Chad, Gibuti, Egitto, Etiopia, Kenya, Libia, Mali, Mauritania, Marocco, Niger, Sudan e Tunisia.
** Il Core Group for Enhanced Resettlement and Complementary Pathways along the Central Mediterranean include gli Stati di reinsediamento, l’OIM, l’Unione Europea e l’UNHCR. Al meeting dell’11 settembre erano presenti in tutto 18 Stati.
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