L’UNHCR, Agenzia ONU per i rifugiati, ha annunciato nuove misure per sostenere il programma rifugiati del Governo dell’Uganda, adottando per esempio un più approfondito screening biometrico.
“Prendiamo in considerazione i recenti sviluppi in Uganda con estrema serietà. Il programma rifugiati in questo Paese è di importanza fondamentale, considerata la portata dell’emergenza e il ruolo esemplare svolto dall’Uganda nell’accogliere un numero così grande di persone in cerca di protezione internazionale”, ha dichiarato l’Assistente dell’Alto Commissario dell’UNHCR per le Operazioni, George Okoth-Obbo.
“Il primo marzo, per aiutare il governo ugandese, lanceremo insieme alle organizzazioni partner una vasta verifica biometrica su tutti i rifugiati in Uganda. Questo processo di aggiornamento delle registrazioni e di verifica delle stesse, sarà la chiave per aiutare il governo nell’appianare le discrepanze nei dati sui rifugiati”, ha aggiunto Okoth-Obbo.
L’UNHCR ha già dato mandato al suo staff, in collaborazione con i team di emergenza delle organizzazioni partner, di iniziare il processo. In totale, le persone che si occuperanno di registrare i rifugiati saranno più di 400.
Il processo di verifica dei dati dovrebbe terminare entro settembre 2018, e contemplerà l’introduzione di controlli biometrici nei siti di distribuzione di alimenti. Il rodato sistema biometrico dell’UNHCR è stato già utilizzato in 48 Paesi in tutto il mondo e ha contribuito alla registrazione di circa 4.4 milioni di rifugiati.
Parallelamente, l’independent Inspector General’s Office di UNHCR sta portando avanti le sue verifiche; tra queste, le indagini su diverse accuse pervenute nel 2017 riguardanti furto di carburante, sfruttamento e abuso sessuale, offerta illegale di trasporto d’acqua e frode nell’approvvigionamento e nella distribuzione di alimenti.
L’Uganda ha iniziato le indagini nel mese di gennaio dopo che alcuni rapporti ricevuti dall’UNHCR e dal World Food Programme (WFP) hanno denunciato corruzione e gravi illeciti da parte di alcuni ufficiali del Governo coinvolti nell’assistenza ai rifugiati.
“Voglio essere chiaro: le accuse che sono state mosse fino ad ora non sono rivolte all’UNHCR. Le nostre investigazioni sono volte a sostenere le indagini lanciate recentemente dal primo ministro ugandese per combattere la corruzione e i gravi illeciti compiuti dai suoi ufficiali”, ha dichiarato Okoth-Obbo.
“All’UNHCR non tolleriamo condotte scorrette, abusi e sfruttamenti. Ogni testimonianza o accusa viene valutata attentamente”, ha sottolineato Okoth-Obbo.
Le accuse che coinvolgono altre agenzie ONU o le agenzie partner sono state inoltrate alle rispettive organizzazioni per avviare dei controlli interni, e quelle riguardanti lo staff o altre emanazioni del Governo sono state inoltrate alle autorità ugandesi. L’UNHCR controlla con attenzione i risultati di queste indagini e collabora a stretto contatto con le autorità ugandesi e le altre organizzazioni partner.
L’UNHCR sta inoltre rafforzando la sua attività di monitoraggio e supervisione, per evitare che situazioni di questo tipo si ripresentino, dispiegando staff più esperto per aumentare il livello di protezione.
L’implementazione di queste nuove misure sta avvenendo proprio mentre l’attuale Rappresentante sta per concludere il suo mandato e sarà rimpiazzato da una figura dotata di più esperienza.
“Per tutto il tempo trascorso in Uganda, Mr. Bornwell Kantande ha dimostrato grande impegno, conducendo le operazioni dell’UNHCR in un ambiente estremamente difficile caratterizzato da molteplici flussi di rifugiati; l’Uganda è adesso il paese che in Africa ospita il maggior numero di rifugiati. Dopo quasi tre anni da Rappresentante, sarà presto assegnato a un nuovo incarico e continuerà a godere del mio pieno supporto e della mia piena fiducia” ha detto L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi.
L’Uganda dà asilo a ben oltre un milione di rifugiati, perseguendo la politica delle porte aperte a coloro che fuggono da guerre e persecuzioni.
“Abbiamo bisogno di una risposta forte e inclusiva che abbia l’obiettivo di rafforzare il programma per i rifugiati in Uganda, apprendendo il più possibile dalla situazione attuale”, conclude, Okoth-Obbo di UNHCR.
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