L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, condanna fermamente l’attacco brutale e ingiustificato contro un sito che accoglie 800 sfollati interni vicino al villaggio di Nguetchewe, nella regione dell’Estremo Nord, in Camerun.
Almeno 18 persone sono state uccise e 11 ferite nell’episodio avvenuto nelle prime ore di domenica 2 agosto, quando gli assalitori hanno lanciato un ordigno esplosivo, probabilmente una granata, all’interno dell’insediamento mentre tutti dormivano.
Alcuni dei feriti sono stati evacuati all’ospedale del distretto di Mokolo, a un’ora di auto da Nguetchewe.
Circa 1.500 persone, tra cui gli abitanti terrorizzati della comunità di accoglienza, sono fuggite nella vicina città di Mozogo per mettersi in salvo.
L’UNHCR ha avviato una missione di emergenza per valutare la situazione e, di conseguenza, le esigenze sanitarie e di protezione delle persone colpite.
Le comunità di quest’area impoverita sono spesso le prime a rispondere alle esigenze di quanti fuggono dall’assenza di sicurezza e dalle violenze crescenti che caratterizzano una zona comprendente le regioni del Lago Ciad e del nordest della Nigeria. A volte tra queste comunità intercorrono stretti legami e le scarse risorse a disposizione sono condivise.
In questo contesto di crescente insicurezza, in cui il Paese è parimenti impegnato nella risposta alla pandemia da COVID-19, l’UNHCR prevede la necessità di rafforzare le misure volte ad assicurare protezione comunitaria, alloggi, acqua e servizi igienico-sanitari.
L’UNHCR rivolge un appello a tutti gli attori coinvolti affinché rispettino il carattere civile e umanitario che distingue i campi di sfollati interni e rispondano prontamente alle urgenti esigenze di persone traumatizzate dalla necessità di fuggire dalle violenze in più occasioni.
Questo attacco fa seguito al significativo aumento di episodi di violenza verificatisi nell’Estremo Nord nel mese di luglio, tra i quali saccheggi e rapimenti condotti da Boko Haram e altri gruppi armati attivi nella regione. La regione, stretta tra gli Stati nigeriani di Borno e Adamawa e il bacino del Lago Ciad, attualmente accoglie 321.886 sfollati interni e 115.000 rifugiati nigeriani.
Questo triste episodio ricorda anche quanto siano intense e brutali le violenze perpetrate nella più ampia regione del bacino del Lago Ciad, che hanno costretto alla fuga oltre 3 milioni di persone: 2,7 sono sfollati interni in Nigeria nordorientale, Camerun, Ciad e Niger, e 292.682 sono rifugiati nigeriani nei Paesi confinanti.
A partire da gennaio di quest’anno, il Camerun ha registrato 87 aggressioni perpetrate da Boko Haram lungo la frontiera settentrionale con la Nigeria. Di queste, 22 sono avvenute nel solo distretto settentrionale di Mozogo.
Tutti gli attacchi violenti sono costati la vita a 30.000 persone e hanno costretto alla fuga più di altri 3 milioni in Nigeria, Camerun, Niger e Ciad.
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