L’Etiopia sta affrontando molte emergenze, in una situazione di sottofinanziamento estremamente critico. Il paese dell’Africa orientale fatica a far fronte alle necessità crescenti delle persone sfollate in tutto il suo territorio, a causa delle continue sofferenze provocate dalla devastante siccità e i nuovi arrivi.
A due mesi dal lancio dell’ interagency refugee response appeal per aiutare i rifugiati somali in fuga verso l’Etiopia da febbraio, l’UNHCR, l’agenzia ONU per i rifugiati, e i suoi partner umanitari hanno ricevuto solo il 2% dei fondi dedicati, a fronte di una richiesta di 116 milioni di dollari. La mancanza di nuovi fondi sta seriamente ostacolando la risposta sul campo, nel frattempo l’UNHCR e i suoi partner hanno rivisto le priorità, dirottando i fondi esistenti da altre emergenze per avviare la risposta, visto il numero crescente di persone in arrivo nel paese ogni giorno.
Si stima che circa 100.000 persone siano fuggite dal conflitto in corso e dalla violenza in atto nelle loro case a Laascaanood, una città, un tempo vivace, nella regione del Somaliland, in Somalia. Famiglie, donne, bambini, persone anziane e con disabilità sono fuggite solo con ciò che potevano portare con sé, dopo che bombardamenti ed esplosioni hanno distrutto le loro case, costringendoli a mettersi in sicurezza nella zona di Dollo in Etiopia.
Dall’inizio dell’emergenza, l’UNHCR e i suoi partner che sostengono il governo etiope hanno agito in fretta per fornire l’assistenza salvavita necessaria. Medicine, acqua e altri beni di prima necessità sono stati consegnati alle cliniche locali nella zona per assicurare l’assistenza alle comunità ospitanti e ai rifugiati.
Malgrado la scarsità di risorse locali, le comunità ospitanti, in tutta l’area hanno aperto le porte a circa l’80% dell’intera popolazione di sfollati. Mentre chi può vive presso le famiglie etiopi, altri trovano riparo sotto gli alberi, esponendosi al rischio di attacchi da parte di animali, di rapine e di violenza di genere. Molti hanno bisogno di un alloggio, di cibo e di assistenza medica.
Più di 20.000 rifugiati somali sono stati trasferiti dal governo etiope e dall’UNHCR, con il sostegno dei suoi partner, in un nuovo sito a Mirqaan, dove sono garantiti la distribuzione dell’acqua, alloggi di emergenza e servizi igienici. Il RRS, Refugees and Returnees Service del governo etiope sta effettuando la registrazione biometrica individuale con il sostegno dell’UNHCR.
A causa delle risorse limitate, le carenze sono già visibili e l’UNCHR teme che senza un sostegno urgente le conseguenze, per i rifugiati, per chi li ospita, saranno catastrofiche. “Se non riusciamo a portare l’aiuto necessario in questa zona, saremo sull’orlo di una crisi che porterà ulteriori sofferenze” ha detto Mamadou Dian Balde, Rappresentante in Etiopia dell’UNHCR. “Le risorse sono semplicemente insufficienti a fornire l’aiuto umanitario e a fornire soluzioni per la popolazione”.
Nel nuovo sito, la fornitura d’acqua è seriamente limitata dal costo del carburante per il trasporto, e si stima che le risorse attuali dureranno solo per quattro mesi. In questo momento i rifugiati possono ricevere solo 10 litri di acqua a persona al giorno, al di sotto dello standard di 15 litri. È disponibile solo il 30% degli alloggi richiesti, il che lascia alcune famiglie in strutture sovraffollate oppure le costringe a dormire all’aperto nelle comunità locali.
Anche il sostegno ai rifugiati che alloggiano presso le comunità locali è stato decurtato. A Docmo, Hegalle, Mirqaan e Goob, dove gli etiopi affrontano gravi difficoltà a causa della siccità e della mancanza di servizi di base, l’UNCHR e i suoi partner non sono stati in grado di sostenere in modo adeguato i centri medici per garantire gli interventi necessari, specialmente per le persone in cura per malattie croniche e altre malattie, donne in gravidanza e sopravvissute a stupri e ad altre forme di violenza di genere. I fondi per gli alloggi e per altre necessità primarie sono gravemente limitati e, in attesa della valutazione dei bisogni, potrebbero essere disponibili solo per pochi.
La distribuzione del cibo sarà limitata ad alcuni luoghi a causa della mancanza di carburante, e molti bambini non potranno andare a scuola a causa della capienza limitata delle aule, dove gli insegnanti sono già al limite delle loro possibilità.
L’UNHCR si preoccupa in particolare dell’effetto della mancanza di fondi per le generose comunità ospitanti, che hanno accolto i rifugiati e condiviso con loro le risorse. La carenza sempre più grave di beni e servizi di prima necessità potrebbe avere conseguenze catastrofiche per la coesistenza pacifica e la stabilità nella regione.
Il recente afflusso ha portato l’Etiopia a ospitare quasi 1 milione di rifugiati, ma alla sua generosità non corrispondono finanziamenti sufficienti. “L’UNHCR continua fare appello alla comunità internazionale perché sostenga le migliaia di rifugiati somali che già soffrono a causa del conflitto e delle violenze. Non possiamo dimenticarli, e nemmeno le generose comunità che hanno aperto loro le porte” ha aggiunto Dian Balde.
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