Il testo che segue è attribuito all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi.
Il Consiglio europeo straordinario di domani a Bruxelles è un’occasione per i leader dell’Unione europea di riaffermare la solidarietà ed il sostegno a tutti i rifugiati. Quando gli Stati dell’UE hanno aperto le porte ai rifugiati in fuga dall’Ucraina, hanno dimostrato chiaramente la loro capacità di adottare un approccio organizzato ed efficace alla protezione e all’inclusione in Europa. Questo è esattamente il tipo di leadership e di azione collettiva necessaria per affrontare le sfide globali del nostro tempo in materia di rifugiati e sfollati interni.
Con il persistere di conflitti e insicurezza, l’aggravarsi dei cambiamenti climatici e l’aumento delle disparità economiche globali, il numero di persone costrette alla fuga o in movimento alla ricerca di un futuro migliore continua a crescere. Sono urgenti una rinnovata cooperazione tra le regioni e ulteriori innovazioni e investimenti per aiutare gli Stati a gestire movimenti migratori misti sempre più complessi e garantire protezione a chi ne ha bisogno, in Europa e in altri Paesi ospitanti. Anche nei Paesi d’origine sono urgentemente necessari ulteriori investimenti per affrontare le cause di fondo che costringono le persone alla fuga.
La leadership globale inizia in casa, e il sostegno ai rifugiati al di fuori dell’Europa non deve compromettere e non può mai sostituire gli obblighi di asilo degli Stati dell’UE. Sebbene negli ultimi mesi le richieste di asilo all’UE siano aumentate, il numero rimane gestibile.
La bozza del Patto europeo sulla migrazione e l’asilo fornisce una visione solida per migliorare la solidarietà all’interno dell’Europa, per uno screening e un’accoglienza più efficienti ed efficaci dei nuovi arrivati e per una condivisione più equa delle responsabilità e un impegno costruttivo con gli Stati al di fuori dei confini dell’UE, dove risiede la stragrande maggioranza dei rifugiati e delle persone bisognose di protezione internazionale. Rinnovo il mio appello di lunga data ai leader europei affinché adottino e attuino il nuovo Patto.
L’Europa ha dimostrato la sua capacità di mobilitare la volontà politica e di agire con coraggio nell’interesse dei rifugiati. Lo scorso anno L’UNHCR ha accolto con favore l’attivazione della direttiva sulla protezione temporanea per garantire la protezione dei rifugiati provenienti dall’Ucraina. Abbiamo accolto con favore la Dichiarazione di solidarietà del giugno 2022, che rappresenta una base solida per operazioni di ricerca e soccorso in mare prevedibili e per uno sbarco sicuro. E accogliamo con favore il crescente interesse degli Stati membri per il reinsediamento dei rifugiati in Europa.
Si tratta di passi importanti, ma l’ampiezza e la complessità delle sfide che dobbiamo affrontare richiede che l’Europa faccia di più per condividere le responsabilità con gli Stati che ospitano i rifugiati in Europa, ma anche al di fuori di essa, in particolare con i Paesi a basso e medio reddito. Ciò comporterà invariabilmente nuovi partenariati, lo sviluppo di nuovi approcci e strumenti, un rinnovato impegno a investire nel rafforzamento delle capacità di asilo negli Stati ospitanti e l’impegno a sostenere i diritti umani fondamentali e gli obblighi internazionali.
La gestione delle frontiere, la condivisione delle responsabilità e il rispetto dei diritti umani sono pienamente compatibili. L’UNHCR continuerà a sostenere gli Stati nella ricerca e nell’attuazione di soluzioni innovative e umane, in linea con il diritto internazionale, per proteggere meglio i rifugiati ovunque essi si trovino.
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