Oggi, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali, e in un momento storico in cui registriamo numeri senza precedenti di persone sradicate dalla propria terra, è necessario ricordare che non sono solo i conflitti a costringere le persone alla fuga. Anche il razzismo e le discriminazioni razziali rappresentano, troppo spesso, fattori chiave.
Sempre più spesso, anche razzismo e discriminazioni razziali rientrano tra i motivi principali per cui i rifugiati non possono essere al sicuro in condizioni di migrazioni forzate. È nostro dovere denunciare e condannare la retorica tossica e le politiche restrittive in materia di asilo che non solo danneggiano i rifugiati durante la fuga, ma possono anche privarli di diritti e dignità, anche in esilio.
A tal fine, è necessario che ciascuno di noi ammetta che il razzismo è onnipresente nelle nostre società e ne riconosca l’impatto su comunità e singole persone, comprese quelle costrette a fuggire. Questa consapevolezza ci induce ad andare oltre quest’ ammissione e ad agire proteggendo i diritti umani, contrastando le discriminazioni, e promuovendo la comprensione e il rispetto reciproci tra comunità e culture. È necessario assicurare che tutti possano esercitare a pieno il diritto di vivere senza subire odio e discriminazioni raziali.
Questo comporta la necessità di individuare e contrastare le narrazioni che confermano gli stereotipi esistenti e portano all’esclusione delle persone vittime di discriminazioni razziali. Tale impegno può concretizzarsi, per esempio, svolgendo attività coi rifugiati, molti dei quali sono costretti a fuggire da contesti radicalmente segnati da discriminazioni, razzismo ed esclusione. Questo significa contrastare la disinformazione e i discorsi xenofobici che continuano a ostacolarne il diritto di cercare asilo, ne complicano l’integrazione, e impediscono una convivenza pacifica.
Ed è necessario che i leader politici onorino i propri obblighi legali e morali promulgando e implementando politiche in materia di asilo capaci di unire, anziché dividere.
Il raggiungimento di tale obbiettivo richiede anche di esaminare, riconoscere e far fronte alle ingiustizie e alle disuguaglianze razziali che possono esistere all’interno delle istituzioni. Negli ultimi anni, abbiamo intrapreso una serie di misure per analizzare i nostri stessi pregiudizi e rendere l’UNHCR un’organizzazione ancor più antirazzista. L’UNHCR continuerà ad adottare una politica di tolleranza zero nei confronti nel razzismo e delle discriminazioni razziali in seno all’organizzazione e alle proprie operazioni.
Oggi, desidero riaffermare il mio impegno contro il razzismo e promettere che l’UNHCR continuerà a lavorare con gli Stati, la società civile, e le altre organizzazioni per promuovere prassi e politiche antirazziste volte, tra gli altri obiettivi, a far fronte alle discriminazioni e alle disuguaglianze strutturali. Dobbiamo perseguire quest’obiettivo. Dobbiamo imporci reciprocamente di attenerci ai più elevati standard: ciascuno di noi ha un ruolo da svolgere per porre fine ai comportamenti che perpetuano il razzismo e l’ingiustizia razziale.
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