Sono profondamente allarmato per la sicurezza e il benessere dei rifugiati eritrei in Etiopia coinvolti nel conflitto nella regione del Tigray.
Per oltre un mese, l’UNHCR e i partner umanitari non hanno avuto accesso ai quattro campi di rifugiati eritrei all’interno del Tigray, una situazione che sta mettendo a rischio la sicurezza e la sopravvivenza dei rifugiati.
Il governo etiope ha dichiarato che garantirà all’ONU e ai suoi partner l’accesso umanitario alla regione del Tigray. L’accordo firmato è un primo passo, ma deve essere attuato in modo da garantire l’accesso sicuro e senza ostacoli agli operatori umanitari secondo i principi di neutralità e imparzialità. Tale accesso è urgentemente necessario per poter fornire l’assistenza disperatamente necessaria ai rifugiati e ad altre popolazioni vulnerabili.
Nell’ultimo mese abbiamo ricevuto un numero enorme di notizie inquietanti che riportano di rifugiati eritrei in Tigray uccisi, rapiti e rimpatriati con la forza in Eritrea. Se fossero confermate, queste azioni costituirebbero una grave violazione del diritto internazionale.
L’Etiopia ha una lunga tradizione di accoglienza e di ospitalità nei confronti delle persone costrette a fuggire. Esorto vivamente il governo etiope a continuare a rispettare le proprie responsabilità nei confronti dei rifugiati ai sensi del diritto internazionale e a garantire la protezione e la sicurezza di tutti i rifugiati nel Paese.
Per trovare sicurezza e mezzi di sussistenza di base, molti rifugiati eritrei stanno fuggendo dai campi sia all’interno del Tigray che in altre regioni dell’Etiopia. Abbiamo incontrato alcuni rifugiati che sono riusciti a raggiungere Addis Abeba. È fondamentale che i rifugiati eritrei possano spostarsi in luoghi sicuri e ricevere protezione e assistenza ovunque possibile, anche al di fuori del Tigray, visti gli eventi traumatici di cui riferiscono di essere stati testimoni o a cui sarebbero sopravvissuti. Rimaniamo impegnati a sostenere e a lavorare con il governo etiope in tal senso.
Nel frattempo, il governo e il popolo del Sudan hanno generosamente accolto i quasi 50.000 rifugiati etiopi che hanno cercato sicurezza nel loro Paese dall’inizio del conflitto. L’UNHCR e i suoi partner si sono uniti al governo per fornire assistenza salvavita alle persone che arrivano esauste, spesso in seguito a viaggi pericolosi per riuscire a raggiungere il confine. Chiedo alla comunità internazionale di incrementare il sostegno alla risposta umanitaria.
I rifugiati etiopi in Sudan hanno espresso il desiderio di tornare a casa e ricostruire le loro vite, ma solo quando la loro sicurezza sarà garantita. L’UNHCR è pronta a dare pieno sostegno ai rifugiati nel momento in cui essi esprimono la decisione libera e consapevole di ritornare.
Ogni ritorno deve essere sicuro, volontario e dignitoso e deve avvenire in linea con i principi consolidati sul rimpatrio volontario.
FINE
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