L’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, ha presentato oggi la rete Refugees for Climate Action, un’iniziativa progettata per amplificare le voci delle comunità sfollate nel dibattito globale sul clima.
La rete riunisce per la prima volta otto persone sfollate provenienti da tutto il mondo che sono appassionati di attivismo climatico e che si battono per la giustizia climatica, l’azione e l’inclusione dei rifugiati e delle comunità sfollate nelle discussioni politiche.
Il gruppo Refugees for Climate Action è stato inizialmente convocato nel 2023 dall’UNHCR per creare uno spazio in cui i rifugiati e le comunità sfollate in prima linea sul fronte del cambiamento climatico potessero condividere le loro esperienze e conoscenze uniche.
Oggi alla COP29, l’ambasciatore di buona volontà dell’UNHCR Theo James lancerà ufficialmente il gruppo, dando voce all’appello urgente dell’UNHCR ad affrontare l’impatto della crisi climatica sui rifugiati e sulle comunità sfollate di tutto il mondo.
Dopo la sua recente visita in Mauritania, dove si è confrontato con le persone direttamente colpite dai cambiamenti climatici, Theo James si è impegnato ad amplificare le storie delle persone più colpite e a sostenere gli sforzi per portare le loro esperienze in primo piano nel dibattito sulle emergenze climatiche.
La rete riunisce rifugiati e sfollati provenienti da Paesi come Afghanistan, Yemen, Haiti, Bangladesh e Brasile, ognuno dei quali ha vissuto esperienze di sfollamento legate a conflitti e cambiamenti climatici, e che stanno già guidando iniziative di azione per il clima nelle loro comunità.
I membri del gruppo hanno esperienza in un’ampia gamma di settori, tra cui l’energia solare, l’agricoltura sostenibile, la conservazione della natura, la preparazione e la risposta ai disastri, l’educazione ambientale e l’innovazione tecnologica per il clima.
“Noi rifugiati siamo in prima linea nella crisi climatica”, afferma Najeeba Wazefadost, membro del gruppo e fondatrice dell’Asia Pacific Network for Refugees (APNOR), che sostiene le donne afghane con l’energia solare a supporto delle loro attività. “Per noi il cambiamento climatico non è una minaccia astratta. È una lotta quotidiana per la sopravvivenza, la stabilità e la dignità. Chiediamo ai leader di ascoltare le nostre storie e di intraprendere un’azione decisiva che ci includa, sostenga la nostra resilienza e dia potere alle soluzioni guidate dai rifugiati”.
Tra gli altri membri del gruppo c’è Mohammed Anowar, un rifugiato Rohingya che vive a Cox’s Bazar, in Bangladesh, e che si occupa della formazione dei rifugiati per resistere alle inondazioni. Eman Al-Hamali, una donna sfollata dallo Yemen, che guida un progetto di microgrid solare che fornisce energia a prezzi accessibili alle famiglie vulnerabili della sua comunità. Ermano Prévoir, originario di Haiti e residente in Brasile, è un agronomo che studia tecniche agricole sostenibili per migliorare la sicurezza alimentare della sua comunità.
“Come rifugiati e sfollati, siamo stati testimoni del profondo impatto della guerra sulle nostre vite e sulle nostre comunità – e ora di un’emergenza climatica globale”, dice Opira Bosco Okot, un’attivista climatica rifugiata che vive in Uganda e che usa le tecnologie di comunicazione per sostenere l’accesso dei rifugiati alle discussioni sulle politiche climatiche. “La perdita della casa e le lotte che ne conseguono sono esperienze condivise, che ci costringono a unirci nei nostri sforzi per affrontare le sfide del nostro pianeta”.
“Ho visto la profonda ingiustizia della crisi climatica sui rifugiati, e l’urgenza è reale”, ha detto James. “Tuttavia, ho anche visto la resilienza di coloro che sono stati colpiti: i rifugiati stanno trovando soluzioni e devono essere ascoltati. Persone come Opira chiedono ai leader di ascoltare. Refugees for Climate Action è qui per far sì che ciò accada. Dobbiamo metterli al centro del dibattito per promuovere soluzioni reali. È un onore contribuire oggi al lancio di questa rete”.
L’iniziativa incarna l’impegno dell’UNHCR per porre le comunità sfollate al centro dell’azione per il clima. Il gruppo fungerà da organo consultivo sulle questioni climatiche, contribuirà ai principali eventi globali e locali sul clima e lavorerà per garantire che le voci e le prospettive dei rifugiati e degli sfollati siano integrate nel lavoro dell’UNHCR e nelle discussioni internazionali sul clima.
L’UNHCR offre ai membri del gruppo opportunità di formazione e sviluppo delle capacità, aiutandoli ad affinare le loro capacità di advocacy e ad espandere la loro influenza in eventi climatici chiave come la COP29.
Le foto dei membri del gruppo Refugees for Climate Action sono disponibili qui.
Per ulteriori informazioni su questo argomento, contattare:
A Roma, Filippo Ungaro, [email protected], +39 3356794746
A Ginevra, Olga Sarrado, [email protected], +41 79 740 2307
A Baku, Joelle Eid, [email protected], +34 605 98 13 21
Informazioni sull’UNHCR
L‘UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, ha il compito di proteggere e assistere i rifugiati, gli sfollati e gli apolidi in tutto il mondo. Da oltre 70 anni, l’UNHCR lavora per garantire che le persone costrette a fuggire possano ricostruirsi una vita in sicurezza e dignità. Poiché il cambiamento climatico aggrava lo sfollamento e la vulnerabilità, l’UNHCR è impegnato a promuovere l’azione per il clima e ad assicurare che le voci delle comunità costrette alla fuga siano ascoltate nella lotta globale contro il cambiamento climatico.
Informazioni sull’Ambasciatore di buona volontà Theo James
L‘ambasciatore di buona volontà dell’UNHCR Theo James, attore e produttore britannico, protagonista di The Gentlemen e The White Lotus, sostiene il lavoro dell’UNHCR dal 2016. Ha viaggiato in Grecia, Francia, Giordania e Mauritania, incontrando richiedenti asilo e rifugiati per contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi critici che i rifugiati devono affrontare. Theo James ha sensibilizzato attivamente l’opinione pubblica sugli impatti del clima sulle comunità sfollate, visitando progetti di resilienza climatica come gli impianti solari in Giordania. Oltre alla difesa del clima, si è battuto per i servizi di salute mentale essenziali per i rifugiati e ha sottolineato l’urgente necessità di finanziamenti umanitari. L’impegno di Theo per questa causa è personale: suo nonno era un rifugiato, il che ispira profondamente la sua dedizione alla causa.
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