Il rapporto “Ad un bivio. La transizione all’età adulta dei minori stranieri non accompagnati in Italia”, pubblicato a novembre dello scorso anno da UNICEF, UNHCR e OIM, è stato insignito oggi del riconoscimento “Best of UNICEF Research and Evaluation” (BOURE).
ROMA, Italia – Il rapporto “Ad un bivio. La transizione all’età adulta dei minori stranieri non accompagnati in Italia”, pubblicato a novembre dello scorso anno da UNICEF, UNHCR e OIM, è stato insignito oggi del riconoscimento “Best of UNICEF Research and Evaluation” (BOURE).
Con questo titolo l’Ufficio di Ricerca Innocenti dell’UNICEF promuove ogni anno le migliori ricerche realizzate dall’organizzazione a livello internazionale. Tra i motivi della premiazione: l’originalità del tema e il rigore scientifico con cui è stata realizzata la ricerca.
Il lavoro è stato commissionato congiuntamente dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), dall’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR), e dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF), e realizzato dalla Fondazione ISMU- Iniziative e Studi sulla Multietnicità, in collaborazione con Università degli Studi di Catania e Università degli Studi Roma Tre.
L’indagine predilige un approccio partecipativo e raccoglie le testimonianze di 185 ragazze e ragazzi minori e neomaggiorenni in tre regioni (Sicilia, Lombardia e Lazio), mettendo in evidenza come, per i minori stranieri non accompagnati, la transizione alla vita adulta non coincida con il passaggio anagrafico alla maggiore età, ma avvenga attraverso un processo che inizia con il distacco dal proprio Paese d’origine e prosegue con la costruzione di una nuova vita nel Paese di accoglienza.
Il rapporto evidenzia la vulnerabilità di questi minori a causa dei traumi subiti, ma anche la loro capacità di resilienza, per poi focalizzarsi sui fattori che favoriscono i processi di transizione all’età adulta (quali l’inclusione, le relazioni formali e non formali, la formazione professionale e l’accoglienza in semi-autonomia)e quelli che li ostacolano, come le sfide nell’inserimento nel tessuto socio-economico e il rischio di sfruttamento soprattutto nel settore agricolo e nella prostituzione.
La pandemia da COVID19 ha reso oggi ancora più complessa l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati in arrivo in Italia e anche l’attivazione dei percorsi di integrazione a loro dedicati (possibilità di frequentare la scuola, i corsi di formazione professionale, l’avvio di tirocini formativi).
Ha inoltre esacerbato l’esposizione a situazioni di rischio. Basti pensare che in Italia, a seguito della pandemia, il numero delle chiamate ricevute dal numero nazionale antiviolenza e stalking 1522 ha registrato un aumento del 119% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il dato è in linea con le tendenze globali, che evidenziano un‘intensificazione della violenza connessa all’introduzione di misure di contenimento che hanno limitato la mobilità e aumentato il potenziale isolamento.
L’emergenza sanitaria ha inoltre reso più difficile l’accesso da parte delle donne e ragazze migranti e rifugiate ai sistemi di protezione, anche a causa di barriere culturali e linguistiche.
Le tre agenzie delle Nazioni Unite ribadiscono pertanto le raccomandazioni chiave condivise con le autorità italiane:
Raccomandazioni alle autorità italiane
Per leggere il rapporto e le raccomandazioni in versione integrale: http://www.ismu.org/rapporto-a-un-bivio/
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