L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, sta attuando una serie di misure per rafforzare la gestione e la sorveglianza delle sue operazioni a Kakuma in Kenya, alla luce di un’inchiesta interna dalla quale sono emerse frodi e gravi violazioni.
L’indagine dell’UNHCR è partita a seguito di denunce per frode, corruzione, minacce e intimidazioni nel campo.
L’inchiesta ha confermato il coinvolgimento di cinque persone dello staff dell’Agenzia contro le quali sono stati adottati una serie di provvedimenti. In tre casi, il perseguimento penale è stato affidato alla polizia keniana da parte dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Legali, provocando finora un arresto. Due dei cinque indagati hanno rassegnato le dimissioni, mentre contro i restanti tre sono in corso processi disciplinari.
L’UNHCR ha anche lanciato separatamente un esame indipendente, emanando una serie di raccomandazioni che accompagneranno le azioni disciplinari intraprese contro gli indagati.
Come ulteriore provvedimento, e in parallelo con l’inchiesta, l’UNHCR ha immediatamente sospeso le procedure di reinsediamento da Kakuma e riesaminato le pratiche già avviate, nonostante non siano emerse ulteriori irregolarità.
È in corso una campagna d’informazione e stiamo seguendo le questioni con i nostri partner, collaborando alle indagini e aumentando le misure di prevenzione e sensibilizzazione contro le frodi.
“Proteggere vite è il fulcro del lavoro dell’UNHCR, per questo quanto accaduto risulta così insopportabile”, ha dichiarato l’assistente dell’Alto Commissario per i Rifugiati, George Okoth-Obbo. “Rivedere la gestione generale, ci ha dato la possibilità di comprendere ciò che è accaduto e ci permette ora di migliorare una serie di misure preventive, di garanzia, di risposta e di correzione nella gestione, supervisione e attuazione delle nostre operazioni”.
Informazioni aggiuntive:
L’UNHCR ha immediatamente informato i partner interessati, insieme ai donatori a Nairobi e a Ginevra.
Le indagini dell’UNHCR sono state condotte dall’Ufficio dell’Ispettore Generale dell’organizzazione (IGO), un organismo investigativo indipendente che riporta direttamente all’Alto Commissario. L’IGO svolge ispezioni ad hoc negli uffici di campo e nelle unità centrali; esegue indagini su eventuali inadempienze del personale dell’UNHCR o di qualsiasi entità che abbia legami contrattuali con l’Agenzia, e conduce indagini in caso di violenti attacchi contro personale e/o operazioni dell’UNHCR. Il team è composto da investigatori esperti, alcuni dei quali sono ex ufficiali di polizia.
Tutto lo staff UNHCR e il personale dei nostri partner deve firmare un Codice di Condotta in cui si specifica il divieto di abuso della propria posizione nei confronti dei beneficiari, per assicurare che nessuna azione sia intrapresa per interesse o guadagno personale. Il personale non deve mai richiedere alcun servizio o favore ai rifugiati.
Il Codice di Condotta non costituisce un vincolo legale, ma serve come guida per il tipo di comportamento professionale e personale che ci si aspetta. La mancata osservanza del Codice può però costituire un esempio di mal condotta, come nel caso in esame, e il personale può essere riferito alle autorità nazionali per azioni penali.
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