Emergenza in Sudan: una crisi umanitaria senza precedenti

Catastrofe umanitaria in Sudan: la situazione di rifugiati e sfollati

Emergenza in Sudan

Catastrofe umanitaria in Sudan: cosa sta succedendo e come aiutare

Il terribile conflitto scoppiato il 15 aprile 2023 in Sudan tra le Forze Armate Sudanesi (Sudanese Armed Force – SAF) e le Forze Paramilitari di Supporto Rapido (Rapid Support Force – RSF) ha costretto oltre 10 milioni di persone a fuggire dalle proprie case. L’intensificarsi degli scontri e i continui attacchi ai civili, si inseriscono all’interno di una situazione già estremamente drammatica causata dalla grave insicurezza alimentare e dalla dilagante malnutrizione in tutto il paese. Ad agosto 2024, è stata ufficialmente confermata la carestia nella regione del Nord Darfur nel campo di Zamzam. Inoltre, a causa delle continue inondazioni e delle terribili condizioni umanitarie, una nuova epidemia di colera si sta diffondendo rapidamente, colpendo le comunità rifugiate e sfollate in tutto il Paese.

Se non potremo continuare ad assistere le persone costrette a fuggire, queste troveranno aiuto altrove, mettendo le loro vite nelle mani di trafficanti senza scrupoli e intraprendendo viaggi pericolosi alla ricerca della salvezza. 

C’è bisogno dell’aiuto di tutti affinché l’UNHCR possa continuare a fornire protezione e assistenza alla popolazione sfollata e rifugiata in Sudan e nei Paesi confinanti. 

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In questa pagina, potrete trovare gli ultimi dati e informazioni sulla situazione in Sudan e su come sostenere la popolazione.

Ultimi aggiornamenti e dati principali

10.4 milioni di persone costrette a fuggire dall’inizio del conflitto 

Il 78% dei rifugiati sudanesi nei paesi vicini è composto da donne e bambini

25,6 milioni di persone colpite da grave malnutrizione, gli sfollati interni tra i più vulnerabili

Ultimo aggiornamento: Agosto 2024

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“La guerra in Sudan ha causato una delle più grandi crisi umanitarie al mondo e costretto milioni di persone alla fuga. Eppure, rimane tragicamente invisibile.”

Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, alla conferenza umanitaria per il Sudan di Parigi

La situazione di rifugiati e sfollati in Sudan e nei paesi vicini

Gli scontri nello Stato di Khartoum, nel Darfur e in altri Stati del Sudan, insieme alla carestia e alle continue alluvioni, alimentano un movimento forzato incessante di persone in fuga. Sono stati presi di mira decine di villaggi, dove centinaia di vittime innocenti sono state brutalmente assassinate, raccolti e infrastrutture sono andati distrutti. La violenza indiscriminata è in aumento, compresi i casi di violenza sessuale e i casi di bambini scomparsi e separati dalle famiglie.

La maggior parte delle persone sfollate è costituita da donne, bambini e da altre persone vulnerabili come anziani, persone disabili e malati. I centri di accoglienza in Sudan sono gravemente sovraffollati e nel paese rimangono aperti solo due ospedali, dove le medicine scarseggiano. Molte persone sono gravemente traumatizzate. Alcuni sono stati costretti alla fuga già tre o quattro volte dall’inizio del conflitto. Hanno perso i loro beni, comprese le razioni di cibo, e stanno affrontando notevoli difficoltà per accedere ad acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie.

Ogni giorno migliaia di persone continuano ad attraversare i confini in cerca di salvezza e assistenza. I Paesi confinanti tra cui Ciad, Sud Sudan, Egitto, Etiopia e Repubblica Centrafricana stanno facendo la loro parte e la maggioranza di questi ha mantenuto aperte le frontiere, ma hanno bisogno di sostegno per continuare ad accogliere e assistere le persone che arrivano stremate al confine. L’aggravarsi del conflitto ha portato migliaia di persone a varcare i confini per rifugiarsi in Libia e in Uganda dove l’UNHCR ha esteso l’assistenza. Soprattutto in Libia, nell’area di confine di Alkufra l’UNHCR sta distribuendo aiuti salvavita tra cui coperte, ripari di emergenza e forniture mediche per l’ospedale locale tra cui medicinali, sedie a rotelle e attrezzature per l’assistenza prenatale.

I bisogni più urgenti

I bisogni più urgenti sono acqua, cibo, alloggi di emergenza, accesso alle cure mediche e ai servizi di protezione. Fondamentale è anche l’assistenza ai sopravvissuti alla violenza di genere, nonché l’ampliamento dei servizi per minori non accompagnati o separati dalle famiglie. L’efferatezza delle violenze a cui stiamo assistendo in questo conflitto richiede anche uno specifico supporto psicosociale alle persone traumatizzate.   

L’UNHCR continua a chiedere con forza la sicurezza dei civili, l’accesso sicuro per le agenzie umanitarie, e soprattutto la cessazione delle ostilità. 

Se non verrà trovata al più presto una soluzione politica, gli scontri continueranno a generare ulteriori spostamenti della popolazione mettendo a rischio la stabilità dell’intera regione. Malgrado sia una delle più gravi crisi umanitarie al mondo, l’emergenza in Sudan gode di scarsissima attenzione mediatica e rischia di divenire l’ennesima emergenza dimenticata. Non possiamo permetterlo!

Cosa fa l’UNHCR e come puoi aiutarci a rispondere alla crisi umanitaria

L’UNHCR è presente in Sudan e continua a operare ovunque ci siano le condizioni di sicurezza per fornire assistenza, protezione e aiuti umanitari. Nelle regioni di Khartoum, Darfur e Kordofan, i continui scontri hanno reso complessa la distribuzione degli aiuti umanitari, benché si sia riusciti a far arrivare alcuni beni salvavita grazie alla presenza di staff locale e partner. Nelle aree dove sussistono le condizioni di sicurezza, l’UNHCR ha rafforzato la sua risposta e continua incessantemente a distribuire aiuti umanitari, alloggi di emergenza, assistenza in denaro e altri servizi prioritari, incluso l’accesso all’istruzione, l’assistenza legale per le persone senza documenti e il supporto psicosociale.

Inoltre, insieme al Ministero della Salute, all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), all’UNICEF e ai partner, l’UNHCR sta intensificando gli sforzi di prevenzione e risposta al colera, con forniture mediche, monitoraggio delle malattie e campagne di sensibilizzazione per l’igiene. A Kassala, stiamo fornendo letti per i pazienti, medicine e materiale igienico nelle strutture di cura e stiamo formando gli operatori sanitari.

Nei Paesi confinanti, l’UNHCR sta coordinando la risposta al flusso di rifugiati insieme a governi, altre Agenzie ONU e partner. I nostri team lavorano incessantemente per sostenere i nuovi arrivati, per allestire centri di transito dove le persone possano riposare e ricevere i servizi essenziali di protezione e assistenza umanitaria, per stabilire ed ampliare i campi e gli insediamenti dove possano accedere ad un sostegno prolungato e facilitare i trasferimenti da aree di confine sovraffollate. Abbiamo creato nuovi insediamenti per ospitare rifugiati in Ciad, Repubblica Centrafricana, Etiopia, Sud Sudan, Libia e Uganda.

A livello regionale, l’UNHCR sta lavorando con i governi ospitanti per coordinare il Regional Response Plan che comprende 140 partners, incluse Agenzie ONU, ONG nazionali e internazionali, nonché gruppi della società civile. Ad oggi, il Piano è finanziato solo al 22% dei fondi richiesti, mentre il budget dell’UNHCR per il 2024 per l’emergenza in Sudan è finanziato solo al 33%.

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