Emergenza fame: una crisi senza precedenti nel Corno d’Africa

Una crisi senza precedenti nel Corno d’Africa

Emergenza Corno d’Africa

Emergenza fame: una crisi senza precedenti nel Corno d’Africa 

Nel Corno d’Africa la crisi umanitaria sta raggiungendo proporzioni inimmaginabili. In Etiopia, Kenya e Somalia 31 milioni di persone vivono in condizioni di grave insicurezza alimentare e devono far fronte alla carenza di cibo e acqua potabile.  

Tutta la regione sta affrontando crisi molteplici e strettamente connesse: conflitti e scarsità di cibo, che spesso si alimentano a vicenda, insieme a siccità estreme alternate a inondazioni disastrose, hanno portato ad un’emergenza umanitaria senza precedenti.

I rifugiati e gli sfollati sono tra i più colpiti: hanno perso la loro casa, i loro beni e l’appoggio delle loro comunità, e sono spesso esclusi dai sistemi di supporto nazionali nei Paesi che li ospitano. Molti di loro sono costretti a prendere scelte difficilissime per proteggere le loro famiglie dalla fame. 

Tutte le operazioni UNHCR in Etiopia, Somalia e Kenya sono gravemente sottofinanziate e la mancanza di fondi per l’assistenza umanitaria in Africa sta ulteriormente peggiorando le condizioni dei rifugiati nella regione.  

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In questa pagina, potrete trovare gli ultimi dati e informazioni sulla drammatica situazione nel Corno d’Africa e su come sostenere la popolazione.

Ultimi aggiornamenti e dati principali

5.4 milioni di rifugiati e richiedenti asilo nella regione del Corno d’Africa e dei Grandi Laghi.

17.5 milioni di sfollati interni nella regione del Corno d’Africa e dei Grandi Laghi.

31 milioni di persone in condizioni di grave insicurezza alimentare in Etiopia, Kenya e Somalia. 

 

Ultimo aggiornamento: Maggio 2024

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“Abbiamo camminato per otto giorni per arrivare qui. Non c’era nulla per sfamare i miei figli. Piangevano, piangevano e piangevano. A un certo punto ho pensato di togliermi la vita piuttosto che vederli morire di fame davanti a me”.

Shamsa Amin Ali, 38 anni, rifugiata somala in Kenya 

Somalia

Con quasi 3 milioni di sfollati interni, la Somalia sta vivendo una crisi dimenticata in cui cambiamento climatico, conflitti armati e scontri tra clan hanno costretto migliaia di persone a fuggire dalle loro case. Si stima che 8,25 milioni di persone abbiano bisogno urgente di aiuti umanitari e milioni di bambini rischiano di essere gravemente malnutriti. Inoltre, dopo la più lunga siccità degli ultimi 40 anni, a causa di inondazioni improvvise, migliaia di famiglie già sfollate nel sud del Paese sono state costrette ad abbandonare nuovamente tutto quello che possedevano.

L’UNHCR in Somalia continua ad essere presente con il suo staff nonostante una crescente insicurezza causata da tensioni politiche e conflitti interni.

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Etiopia

L’Etiopia ospita una delle più grandi popolazioni di rifugiati e sfollati in Africa e a livello globale: nel paese si trovano oltre 1 milione di rifugiati e circa 3,5 milioni sfollati interni. La popolazione rifugiata proviene principalmente dai vicini Sud Sudan, Somalia ed Eritrea. Cresce sempre di più anche il numero dei rifugiati provenienti dal Sudan a causa del conflitto scoppiato il 15 aprile del 2023.

A causa della crisi climatica e della mancanza di risorse, i rifugiati sono costretti a contrarre debiti o a svolgere lavori pericolosi per riuscire a sfamare le loro famiglie: in questo contesto, le donne, i bambini e le persone con disabilità sono esposti a maggiori rischi, tra cui abusi, violenze e sfruttamento.

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Kenya

A causa dell’instabilità della regione, un numero sempre più elevato di persone, provenienti principalmente da Somalia e Sudan, si sta rifugiando in Kenya. La metà dei rifugiati si trova nel campo di Dadaab, mentre gli altri sono dislocati tra il campo di Kakuma e una minoranza nelle aree urbane. Il paese, come molte aree della regione, sta subendo pesantemente l’impatto della crisi climatica: le ricorrenti alluvioni hanno danneggiato gli alloggi nei campi rifugiati e migliaia di persone arrivate negli ultimi anni per fuggire alla siccità nella vicina Somalia hanno perso nuovamente tutto.

In Kenya, la popolazione rifugiata è composta per l’80% da donne e bambini; soprattutto questi ultimi sono esposti a grave rischio di violenza, abusi, sfruttamento del lavoro minorile e violenza di genere (GBV) come matrimonio infantile e violenza sessuale.

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Cosa fa l’UNHCR e come puoi aiutarci a combattere la fame nel Corno d’Africa 

L’UNHCR lavora con i suoi partner per assicurare cibo a rifugiati e sfollati nella regione del Corno d’Africa. Ma la portata della crisi alimentare, insieme ai costi elevati degli aiuti e delle materie prime, è tale per cui le risorse disponibili non sono sufficienti a coprire gli ingenti bisogni. In questo contesto, l’UNHCR sta rispondendo ai bisogni umanitari più critici delle persone sfollate colpite dall’insicurezza alimentare e la malnutrizione. Uno degli strumenti più efficaci è quello di fornire assistenza economica diretta ai più vulnerabili, una forma di sostegno salvavita in quanto consente alle persone di far fronte alle spese più urgenti come il cibo. Inoltre, nel corso delle emergenze l’UNHCR è in grado di espandere rapidamente l’assistenza economica diretta, offrendo una vera e propria ancora di salvezza per le persone colpite dall’insicurezza alimentare. Questo strumento riduce anche i rischi in quanto non costringe le persone a ricorrere a misure disperate per sfamarsi, come la prostituzione, il lavoro minorile o i matrimoni forzati.

I bisogni delle famiglie nel Corno d’Africa sono enormi e le nostre operazioni sono gravemente sottofinanziate. C’è bisogno dell’aiuto di tutti per raggiungere le persone più vulnerabili!

Donando all’UNHCR proteggerai i bambini rifugiati e sfollati dalla minaccia della fame e garantirai alle loro famiglie protezione, servizi medici e aiuti salvavita.

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