Sotto un cielo limpido e assolato, Tabu Sunday, 14 anni, sta ripulendo l’orto dalle erbacce, nell’insediamento per rifugiati di Imvepi, nell’Uganda settentrionale. Tabu è orgogliosa del lavoro che sta facendo per la casa, anche se non è la sua.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha scelto Tabu come simbolo: è la milionesima rifugiata sud sudanese che ha trovato protezione in Uganda. L’esodo senza precedenti di suoi connazionali è iniziato nel luglio scorso.
Il pezzo di terra appartiene alla sua madre affidataria, Harriet, anche lei sud sudanese. Harriet ha notato giocare con Tabu, con la sorella gemella Rena e con l’altro fratello di 11 anni, Emmanuel: sembrava che non ci fosse nessuno a prendersi cura di loro e ha deciso di prendersene cura.
Tabu e i suoi fratelli erano stati costretti a fuggire da Yei, insieme alla zia, a causa dei compattimenti. I genitori li hanno mandati in Uganda in modo che le ragazze potessero continuare a frequentare la scuola.
“Dove vivevo uccidevano le persone”, ha raccontato. “I miei genitori hanno detto che non avevano abbastanza soldi per partire insieme a noi. Quindi abbiamo dovuto viaggiare a piedi con la zia. “Il viaggio è stato lungo e pesante. Abbiamo attraversato il Congo per raggiungere l’Uganda. Mia zia è rimasta con noi per una settimana e poi ha deciso di tornare a casa.
“Dopo che lei se ne è andata, giocavamo con i figli di quelli che oggi sono i nostri genitori affidatari e la mamma vedeva che eravamo soli. Ci ha chiesto di rimanere con lei, qui a casa sua “.
Quella che Tabu chiama casa è un pezzo di terra di 30 metri quadri, che viene data a tutte le famiglie di rifugiati quando arrivano in Uganda. Tabu e i suoi fratelli vivono in un edificio separato dalla loro famiglia, così che i ragazzi hanno un po’ di privacy per dormire, leggere e studiare.
In una sua dichiarazione, l’UNHCR ha reso noto che nel corso dell’ultimo anno una media di più di 1.800 rifugiati sud sudanesi sono arrivati ogni giorno in Uganda. L’afflusso è cresciuto al punto da diventare la crisi di rifugiati in più rapida crescita a livello mondiale. Per più dell’85 per cento dei casi i rifugiati sud sudanesi in Uganda sono donne e bambini sotto i 18 anni.
L’UNHCR segnala che nonostante il vertice di solidarietà che si è tenuto a giugno, l’Agenzia ha ricevuto solo il 21 per cento dei 674 milioni di dollari necessari per supportare i rifugiati sud sudanesi in Uganda per il 2017.
Oltre al milione di rifugiati ospitati dall’Uganda, sono più di un milione i rifugiati sud sudanesi accolti in Sudan, Etiopia, Kenya, Repubblica Democratica del Congo e Repubblica Centrafricana.
“Attualmente nulla lascia presagire che la crisi stia volgendo al termine e di conseguenza è necessaria un’azione decisiva. C’è urgente bisogno che le promesse di supporto economico vengano mantenute”, si legge ancora nella dichiarazione.
L’Uganda merita ogni plauso per la sua decisione di mantenere i confini aperti ai rifugiati e per il suo approccio progressista all’asilo.
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Il paese fornisce ai rifugiati terreni su cui costruire un alloggio e coltivare un orto, riconosce la loro libertà di movimento e il diritto al lavoro, e dà accesso ai servizi pubblici come la sanità e l’educazione.
Alta, magra e piena di energia, Tabu ama aiutare la madre affidataria togliendo le erbacce dal loro piccolo orto, lavando i vestiti e cucinando piatti di miglio e fagioli.
È una studentessa diligente e vuole rimanere in Uganda in modo da poter continuare a frequentare la scuola. “Sono in quinta elementare e le mie materie preferite sono religione e matematica”, dice.
Tuttavia, è difficile trovarsi con più di duecento altri alunni nella stessa classe. “Quando la maestra insegna, gli altri fanno rumore e non riusciamo a capire quello che sta dicendo”.
Nonostante le difficoltà, Tabu è determinata a studiare e trascorre gran parte del suo tempo libero facendo i compiti a casa. Lei e i suoi fratelli credono che una buona istruzione li aiuterà a realizzare i loro sogni. La sorella di Tabu, Rena, spera di diventare sindaco e il fratello Emmanuel vuole essere un pilota.
Tabu si concentra sulla medicina. “Voglio diventare un medico, così quando qualcuno si ammala, o se una donna deve partorire, posso aiutarli”.
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