Secondo quanto testimoniano i team dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), i combattimenti nei Monti Nuba in Sudan, già devastati dalla guerra, hanno portato nel corso dell’ultimo mese ad un incremento del numero di rifugiati sudanesi in fuga verso il Sud Sudan.
Dal 23 dicembre dello scorso anno, più di 3.000 rifugiati provenienti dagli Stati di Sud Kordofan e Blue Nile sono arrivati nella città di confine di Yida, un insediamento spontaneo nello Stato di Unity in Sud Sudan che già offre ospitalità a circa 80.000 rifugiati sudanesi. Con oltre 500 nuovi arrivi alla settimana, si sta assistendo ad un aumento di oltre il 100 per cento rispetto allo stesso periodo del 2013.
I rifugiati, che provengono soprattutto dalle contee di Um Dorrein, Heiban e Delami, hanno detto all’UNHCR di essere fuggiti dal conflitto in corso e dalle violenze diffuse nella regione dei Monti Nuba in Sudan, dove sono in corso bombardamenti aerei e attacchi via terra. I rifugiati hanno anche citato tra i motivi della fuga la mancanza di opportunità di sostentamento e di istruzione nelle loro aree di origine. La maggior parte di essi è arrivata in camion, mentre altri si sono mossi a piedi. Quasi il 70 per cento dei nuovi arrivati sono minori e si stima che il 10 per cento soffra di malnutrizione e morbillo. I rifugiati hanno riferito che molti altri sudanesi sono in viaggio per il Sud Sudan, ma l’UNHCR non è in grado di confermare questa informazione.
Al centro di transito di Yida gestito dall’Africa Humanitarian Action e dall’IRC, l’UNHCR e i suoi partner offrono ai nuovi arrivati prima accoglienza e assistenza, tra cui pasti caldi. I rifugiati sono sottoposti a screening medico e al momento dell’arrivo vengono vaccinati contro il morbillo.
L’Agenzia sta effettuando registrazione biometrica dei nuovi arrivati per assicurare che i rifugiati possono essere identificati rapidamente e siano in grado di accedere all’assistenza. Ad oggi, oltre l’80 per cento dei nuovi arrivati sono stati trasportati da Yida a Ajuong Thok, un campo istituito nel marzo del 2013 per diminuire il sovraffollamento nell’insediamento di Yida. Il restante 20 per cento ha deciso di stabilirsi a Yida dal momento che nell’insediamento sono presenti membri della loro famiglia. Ad Ajuong Thok, tutti i rifugiati sono sottoposti a ulteriore screening medico e tutti i minori al di sotto dei 15 anni sono stati vaccinati contro il morbillo.
Con 18.000 rifugiati sudanesi che vivono già a Ajoung Thok, il campo ha quasi raggiunto la sua massima capacità di 25.000 persone. Se la crescita nel numero di arrivi dovesse continuare allo stesso ritmo, potrebbero arrivare più di 15.000 rifugiati entro giugno del 2015. L’UNHCR teme che gli attuali finanziamenti possano rivelarsi insufficienti a soddisfare le esigenze dei nuovi rifugiati, qualora il loro numero totale superasse le 25.000 unità. Vi è un urgente bisogno di migliorare le attuali infrastrutture, nonché di incrementare le possibilità di istruzione e l’offerta di alloggi. L’UNHCR sta lavorando con il governo del Sud Sudan per individuare un sito per allestire un nuovo campo nello Stato di Unity in preparazione di eventuali ulteriori arrivi.
L’UNHCR apprezza gli sforzi del Sud Sudan nel campo della protezione dei rifugiati. Attualmente il paese ospita circa 250.000 rifugiati, per lo più provenienti dal Sudan e più di 1,8 milioni di sfollati interni. Nel 2012 il Sud Sudan ha approvato una legge sui rifugiati e ha istituito una Commissione per i rifugiati per coordinare la risposta governativa al fenomeno dei rifugiati.
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