Quest’anno, gli scontri nell’est dell’Ucraina hanno costretto oltre mezzo milione di persone a fuggire dalle proprie abitazioni, mentre centinaia di migliaia sono fuggite in Russia e negli altri Paesi confinanti.
Stando ai dati ufficiali dello State Emergency Service ucraino, da inizio dicembre circa 514.000 persone sono diventate sfollate a causa del conflitto. Come dichiarato dal Federal Migration Service della Russia, gli ucraini stanno anche chiedendo la protezione internazionale, e circa 233.000 persone hanno fatto richiesta per lo status di rifugiato o per l’asilo temporaneo nella Federazione Russa. Quest’anno, le domande di asilo da parte dei cittadini ucraini sono aumentate anche nell’Unione Europea. Alla fine di ottobre, 8.936 ucraini hanno presentato richiesta per la protezione internazionale nell’UE, un aumento di dieci volte rispetto le 885 richieste di asilo dell’intero 2013. Finora, il Paese europeo che ha ricevuto il maggior numero di richieste di asilo da parte di cittadini ucraini è stato la Polonia (1826), seguita da Germania (1622), Francia (1076) e Svizzera (840).
Comunque, il numero di cittadini ucraini fuggiti all’estero può ritenersi maggiore di quello dei richiedenti asilo, poichè molti ucraini preferiscono fare domanda per altre forme di soggiorno legale così come permessi di soggiorno permanenti o temporanei in altri Paesi. Finora, oltre 317.000 cittadini ucraini hanno fatto richiesta di questi permessi in Russia (222.000), Bielorussia(60.000), Polonia (23.000) e altri paesi vicini. Non è chiaro, però, se tutte queste persone hanno lasciato l’Ucraina a causa del conflitto o per altre ragioni.
In Ucraina, numerosi sfollati rimangono nelle regioni vicine alle zone di conflitto, compresa la città di Kharkiv (118.000) a est e i territori sotto controllo governativo a Donetsk (76.000) e Luhansk (30.000), così come nelle regioni di Zaporizhzhia (51.000) e Dnipropetrovsk (48.000). Molti sfollati sono bambini (27 %), anziani o disabili (21 %) e donne (65 % degli sfollati adulti).
Il 7 novembre, il governo ucraino ha adottato una risoluzione che prevede il trasferimento delle istituzioni statali e delle prestazioni sociali dalle regioni che attualmente non sono sotto il controllo governativo a quelle che lo sono. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) è profondamente preoccupato che questa risoluzione possa avere effetti negativi non previsti come una crescita nel numero degli sfollati, poichè le persone sono costrette a lasciare le zone non controllate dal governo per ricevere le proprie pensioni e i sussidi sociali, provocando nel frattempo gravi disagi a coloro che non possono o non vogliono lasciare le proprie case. Sebbene l’UNHCR non disponga informazioni di prima mano sulle condizioni nelle zone che non sono sotto il controllo governativo, ci sono prove convincenti che la popolazione in queste zone stia affrontando difficoltà considerevoli. L’UNHCR è profondamente preoccupato di un peggioramento della crisi umanitaria in queste aree.
Con l’arrivo dell’inverno, l’Agenzia ONU per i Rifugiati continua a lavorare per migliorare le condizioni di alcuni tra gli sfollati più vulnerabili. Inoltre, seguendo progetti pilota nelle regioni di Kyiv, Lviv e Vinnitsa, sta estendendo i suoi programmi di assistenza una tantum per le famiglie di sfollati ad altre 11 regioni. Entro la fine dell’anno, si spera di aver dato sostegno a oltre 10.000 tra gli sfollati più vulnerabili in Ucraina. Si stima che circa 30.000/ 40.000 sfollati (6-8 % degli sfollati totali) risiedono attualmente in centri collettivi, compresi alcuni tra gli individui e le famiglie più in diffioltà. E’ in corso la riabilitazione dei centri collettivi nelle regioni di Kharkiv, Luhansk, Donetsk, Dnipropetrovsk e Zaporizhzhia attraverso l’attuazione diretta o in partnership con le autorità locali. Poichè i bisogni crescono in prossimità delle aree di conflitto, UNHCR e il suo partner “People in Need” stanno progettando di riparare e rendere pronti per l’inverno 12 ulteriori centri collettivi nelle regioni di Donetsk e Kharkiv, a nord del Paese. Ciò porta il numero totale degli alloggi in diverse fasi di ristrutturazione a 47. Allo stesso tempo, è cominciata la distribuzione di 47.000 metri quadrati di teli in plastica a Luhansk e a sud di Donetsk per prestare assistenza a circa 5.500 persone per riparazioni di emergenza.
In Russia a fine ottobre, l’UNHCR ha effettuato missioni di monitoraggio a Vladivostok e Khabarovsk nell’estremo oriente russo, e a Irkutsk nella Siberia dell’est, allo scopo di rispettare le condizioni di accoglienza e le possibilità d’integrazione per gli ucraini che arrivano in queste aree. Mentre coloro che possiedono un permesso di soggiorno temporaneo arrivano a proprie spese e soggiornano con le loro famiglie e i loro amici in Russia, la maggior parte dei rifugiati e delle persone con il permesso di asilo temporaneo arriva attraverso il sistema di trasferimento centralizzato e rimane per lo più nei centri di accoglienza temporanea (TACs) che sono stati tirati su nei dormitori dei collegi e nelle università, nei campi estivi per bambini e nelle case di cura. Secondo l’UNHCR le condizioni di accoglienza per gli altri rifugiati sono meno soddisfacenti, nonostante i TACs che le squadre dell’UNHCR hanno visitato fossero ben equipaggiati per l’inverno e disponessero di strutture scolastiche e sanitarie adeguate. I rifugiati ucraini hanno anche denunciato restrizioni alla possibilità di spostarsi in altre città. UNHCR si sta impegnando affinchè i rifugiati vengano integrati e gli sia fornita l’assistenza necessaria per il rimpatrio volontario quando lo desiderino.
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