Dichiarazione di Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati
“Ciò che si sta svolgendo davanti ai nostri occhi in Italia è una tragedia in divenire. Nel corso dell’ultima settimana 12.600 migranti e rifugiati sono arrivati sulle sue sponde e circa 2.030 hanno perso la vita nel Mediterraneo dall’inizio dell’anno.
Lasciatemi sottolineare che il salvataggio delle vite rimane la priorità assoluta. La ricerca e il soccorso da parte di ONG, Guardia Costiera Italiana e autorità governative, sono cruciali. Siamo solo all’inizio dell’estate e senza una rapida azione collettiva non possiamo che aspettarci ulteriori tragedie in mare.
L’Italia sta facendo sua parte nel ricevere coloro che sono stati salvati e nel garantire asilo a chi ha bisogno di protezione. Questi sforzi devono essere continuati e rafforzati. Ma questo non può essere solo un problema italiano. È innanzitutto e soprattutto una questione di rilievo internazionale, che richiede un approccio regionale coeso e strutturato.
L’Europa in particolare deve essere pienamente coinvolta attraverso un sistema urgente di distribuzione, un potenziamento dell’impegno esterno e un incremento delle vie legali di accesso disponibili. Inoltre, la risposta alla crisi immediata deve essere accompagnata da sforzi ulteriori da parte di tutti i soggetti coinvolti, che affrontino le cause fondamentali delle pressioni migratorie, creando le condizioni per una migliore protezione di chi è in transito e affrontando il traffico e la tratta di esseri umani”.
FINE
Il contesto
In totale, 83.650 persone hanno raggiunto l’Italia via mare dall’inizio dell’anno, con un incremento di circa 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Sono disponibili circa 200.000 posti in accoglienza per rifugiati e migranti in tutto il Paese, ma sono già quasi tutti occupati.
Tra coloro che arrivano, molti hanno bisogno di cure e assistenza dedicate. Vi è un tasso allarmante per quanto riguarda l’arrivo di bambini non accompagnati o vittime di violenza sessuale e di genere. Molti hanno subito incidenti estremamente traumatici, tra cui estorsioni, rapimenti, violenze sessuali e abusi nei Paesi d’origine e nel corso del viaggio verso l’Europa.
Il numero di bambini non accompagnati e separati è salito del 109% tra il 2015 e il 2016, raggiungendo i 25.846 alla fine dello scorso anno.
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