Quando l’inverno arriva nel villaggio rurale di Fooladi, in Afghanistan, tutto si copre di neve, e i sentieri tra le montagne diventano impraticabili. Le famiglie restano bloccate per mesi senza poter accedere a servizi essenziali, e per molte persone vulnerabili, questo isolamento può diventare una questione di vita o di morte. È in questo contesto difficile che la venticinquenne Ziagul Rahimi ha deciso di intraprendere il suo percorso per diventare ostetrica.Ziagul è una delle 40 giovani donne selezionate per un programma di formazione sostenuto dall’UNHCR e da un partner locale, volto a ridurre i tassi di mortalità materna e infantile nelle aree rurali e montane dell’Afghanistan. La sua storia è un inno di speranza, coraggio e resilienza.
La lunga strada per diventare ostetrica
“Quando ho saputo del programma da alcune amiche, ho subito deciso di fare domanda,” racconta Ziagul. Il processo di selezione è stato difficile: su 400 candidate, solo 40 hanno superato test e colloqui per accedere al corso di formazione. Ziagul non ha mai avuto dubbi sul perché desiderasse diventare ostetrica: “Voglio lavorare per aiutare il mio popolo,” dice con determinazione.
Ma il cammino verso il diploma è tutt’altro che semplice. Oltre alla fatica dei corsi intensivi e delle ore di studio a casa, Ziagul deve affrontare un viaggio di due ore per raggiungere la scuola in città. Con i mezzi pubblici praticamente inesistenti nel suo villaggio, l’unica opzione è quella di affidarsi a piccoli minibus o taxi privati, un’impresa ardua soprattutto quando la neve rende le strade impraticabili. “Il programma è impegnativo,” confessa Ziagul, “ma impariamo tanto e so che ne vale la pena.”
L’UNHCR e l’impegno per la formazione
Il programma di formazione di cui fa parte Ziagul è nato dalla collaborazione tra UNHCR e l’associazione locale Watan’s Social and Technical Services Association (WSTA). L’obiettivo è formare giovani donne come Ziagul per trasformarle in ostetriche qualificate, in grado di prestare assistenza sanitaria nelle aree rurali più isolate del Paese. In un contesto di crisi continua e di risorse limitate, questo tipo di supporto può fare la differenza.
Una lotta contro il freddo e l’isolamento
L’inverno a Fooladi è spietato e implacabile. Le temperature sottozero e le difficoltà di accesso ai servizi sanitari possono trasformare una gravidanza a rischio, ma anche una malattia o un incidente, in una tragedia. Nonostante le sfide, l’UNHCR continua a portare avanti programmi di formazione, sostenendo giovani donne come Ziagul che, con impegno e coraggio, stanno contribuendo a costruire un futuro più sicuro per le loro comunità.
Inoltre, è proprio durante la stagione fredda che l’assistenza umanitaria di UNHCR diventa fondamentale. In Afghanistan, migliaia di famiglie sfollate vivono in alloggi danneggiati e inadeguati, senza riscaldamento né coperte per proteggersi dal gelo. L’UNHCR lavora senza sosta per consegnare vestiti, coperte, e kit di riparazione e isolamento delle case, cercando di raggiugere le aree più remote del Paese.
In tutto il mondo i bisogni delle persone rifugiate crescono esponenzialmente con l’arrivo dei mesi più freddi: per chi è stato costretto a fuggire e adesso vive lontano da casa, in ripari inadeguati e senza mezzi per scaldarsi, l’inverno rappresenta la stagione più difficile e aggrava situazioni già drammatiche in Paesi come l’Afghanistan, l’Ucraina e la Siria. I bisogni sono immensi, ed è necessario tutto l’aiuto possibile per fornire supporto umanitario e assistenza salvavita.
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