Emergenza in Afghanistan
Emergenza senza fine: cosa sta succedendo oggi in Afghanistan
Decenni di conflitto hanno portato milioni di persone in Afghanistan oggi alla povertà estrema e alla fame. La crisi economica e le restrizioni generalizzate dei diritti umani, in particolare per le donne e le ragazze, stanno mettendo a dura prova la tenuta del paese. A questo si aggiungono i devastanti disastri naturali, tra cui i terremoti del 2022 e del 2023, nonché le continue emergenze causate dalla crisi climatica.
Il rigido inverno è destinato ad esacerbare le già estreme difficoltà affrontate dalla popolazione. In Afghanistan, le temperature invernali possono scendere fino a -20 gradi in alcune zone del Paese.
Da oltre 40 anni, siamo accanto al popolo afghano all’interno del Paese e in quelli confinanti, per portare aiuti che salvano la vita. Ma purtroppo non basta: i bisogni crescono e i fondi disponibili non sono sufficienti.
In questa pagina, potrete trovare gli ultimi dati e informazioni sull’emergenza Afganistan e nei paesi confinanti.
Ultimi aggiornamenti e dati principali
23,7 milioni di persone – oltre la metà della popolazione afghana – hanno urgente bisogno di aiuti umanitari
Più 3,2 milioni di sfollati interni in Afghanistan
5,8 milioni di rifugiati e richiedenti asilo registrati nei Paesi confinanti
Ultimo aggiornamento: Luglio 2024
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Le famiglie afghane rischiano di non superare i mesi più freddi
L’arrivo dell’inverno aggrava ulteriormente le condizioni dei rifugiati e delle persone sfollate, mettendo a rischio la vita di milioni di persone. La maggior parte delle famiglie sfollate vive in ripari di fortuna, estremamente vulnerabili a pioggia, neve e temperature gelide. La mancanza di riscaldamento, abiti caldi e alloggi sicuri aggrava ulteriormente le loro condizioni, e anche i minimi aumenti dei costi del combustibile e del cibo possono avere un impatto devastante, rendendo essenziale l’assistenza umanitaria per garantire loro protezione e sopravvivenza.
“La prima volta che sono tornato ero devastato; un tempo era un villaggio con tanta vegetazione e alberi da frutto. Quando ho fatto ritorno, era tutto distrutto. ”
Mohammad, 36 anni, sfollato afghano dopo il ritorno al suo villaggio nella provincia di Kunduz
Quando e come è precipitata la situazione in Afghanistan?
La situazione in Afghanistan, un paese in conflitto da oltre 40 anni, ha iniziato a peggiorare vertiginosamente nel gennaio 2021, quando gli scontri tra i gruppi armati si sono intensificati. La crisi ha raggiunto l’apice nella seconda metà dell’anno, con il ritiro delle truppe internazionali e la presa del potere da parte dei talebani ad agosto 2021.
Nel corso degli anni, mentre il bisogno di assistenza, protezione e di soluzioni durevoli per la popolazione è cresciuto, lo spazio in cui l’UNHCR opera si è via via ridotto. Le misure discriminatorie introdotte dalle autorità hanno limitato la partecipazione di donne e ragazze afghane alla maggior parte degli ambiti della vita pubblica e quotidiana, questo ha avuto un inevitabile impatto nella nostra risposta di protezione. Le donne e le ragazze rischiano infatti violenza di genere, sfruttamento e abusi, tratta di esseri umani.
Anche gli afghani privi di documenti sono a rischio di sfruttamento e tratta. Più in generale, le restrizioni da parte delle autorità hanno avuto conseguenze negative sui cittadini Afghani rientrati nel paese, su sfollati, rifugiati e richiedenti asilo in Afghanistan nonché sulle comunità che generosamente li ospitano.
Cosa sta succedendo oggi in Afghanistan e nei Paesi confinanti
L’Afghanistan sta vivendo una delle più grandi crisi umanitarie del mondo. Più di metà della popolazione ha bisogno di assistenza umanitaria, il sistema sanitario è al collasso e gli impatti del cambiamento climatico, come la siccità degli ultimi decenni, hanno compromesso i raccolti, spingendo verso la fame e l’insicurezza alimentare metà dell’intera popolazione del Paese.
Inoltre, gli afghani costituiscono una delle più grandi popolazioni di rifugiati al mondo, con quasi il 90% ospitato in Iran e Pakistan. Nonostante le sfide politiche e socio-economiche interne ai due paesi, entrambi hanno mantenuto politiche inclusive nei confronti dei rifugiati, tra cui l’accesso ai sistemi nazionali sanitari e all’istruzione. Tuttavia, lo spazio di protezione sempre più ristretto nei due paesi ha creato nuove vulnerabilità ed esacerbato quelle esistenti. Tra queste, sicuramente l’adozione del Piano di Rimpatrio degli Stranieri Illegali da parte Pakistan, poi sospeso, che ha portato alla fine del 2023 al rimpatrio di oltre 500 mila persone con conseguenti rischi per la loro protezione come emerso da molte testimonianze dirette.
Il nostro lavoro in Afghanistan e come aiutare donne, bambini e famiglie
L’UNHCR è in Afghanistan e nei Paesi confinanti per proteggere le persone più vulnerabili e assistere la popolazione con aiuti umanitari e servizi di protezione salvavita, in particolare per donne e bambine. Forniamo alloggi, beni di prima necessità, assistenza in denaro e sostegno psicosociale.
Sosteniamo anche programmi, tra cui quelli di sussistenza e formazione, per incoraggiare l’autosufficienza, la resilienza e la coesione sociale. L’UNHCR inoltre fornisce aiuti specifici invernali tra cui coperte, stufe, kit di isolamento, nonché assistenza in risposta a disastri come il terremoto che ha colpito la provincia di Herat nell’ottobre 2023 o le alluvioni nel luglio 2024 che hanno colpito le zone centrali e orientali del Paese.
Per sostenere i rifugiati che rientrano dai Paesi limitrofi, in particolare dal Pakistan a seguito dell’adozione del Piano di Rimpatrio da parte del governo, l’UNHCR fornisce consulenza legale, controlli sanitari, assistenza per la salute mentale e assistenza in denaro.
I bisogni continuano ad essere enormi sia in Afghanistan che nei Paesi ospitanti. Donando all’UNHCR garantirai alle famiglie e alle donne afghane assistenza umanitaria, protezione, accesso ai beni primari, sostegno economico e aiuti salvavita.
Per saperne di più sul nostro lavoro in Afghanistan visita la pagina Global Focus.