Emergenza in Sudan: una crisi umanitaria senza precedenti

Catastrofe umanitaria in Sudan: la situazione di rifugiati e sfollati

Emergenza in Sudan

Catastrofe umanitaria in Sudan: cosa sta succedendo e come aiutare

Il terribile conflitto scoppiato il 15 aprile 2023 in Sudan tra le Forze Armate Sudanesi (Sudanese Armed Force – SAF) e le Forze Paramilitari di Supporto Rapido (Rapid Support Force – RSF) ha costretto oltre 9 milioni di persone a fuggire dalle proprie case. L’intensificarsi degli scontri e i continui attacchi ai civili, si inseriscono all’interno di una situazione già estremamente drammatica causata dalla grave insicurezza alimentare e dalla dilagante malnutrizione in tutto il paese. Si stima che la metà della popolazione del Sudan – circa 25 milioni di persone – abbia urgente bisogno di assistenza umanitaria, di questi 14 milioni sarebbero bambini. 

Se non potremo continuare ad assistere le persone costrette a fuggire, queste troveranno aiuto altrove, mettendo le loro vite nelle mani di trafficanti senza scrupoli e intraprendendo viaggi pericolosi alla ricerca della salvezza.

C’è bisogno dell’aiuto di tutti affinché l’UNHCR possa continuare a fornire protezione e assistenza alla popolazione sfollata e rifugiata in Sudan e nei Paesi confinanti.

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In questa pagina, potrete trovare gli ultimi dati e informazioni sulla situazione in Sudan e su come sostenere la popolazione.

Ultimi aggiornamenti e dati principali

9.2 milioni di persone costrette a fuggire dall’inizio del conflitto

1.8 milioni di rifugiati e richiedenti asilo al di fuori del Paese

7.1 milioni di sfollati interni in Sudan

Il 55% dei nuovi arrivi dal Sudan è costituito da minori.

Ultimo aggiornamento: Giugno 2024

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“La guerra in Sudan ha causato una delle più grandi crisi umanitarie al mondo e costretto milioni di persone alla fuga. Eppure, rimane tragicamente invisibile.”

Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, alla conferenza umanitaria per il Sudan di Parigi

La situazione dei rifugiati nei Paesi vicini  

Ogni giorno migliaia di persone continuano ad attraversare i confini in cerca di salvezza e assistenza. Oltre agli scontri nello Stato di Khartoum, l’escalation delle ostilità nel Darfur e in altri Stati del Sudan, alimentano un movimento forzato incessante di persone vero i Paesi confinanti. Sono stati presi di mira decine di villaggi, dove centinaia di vittime innocenti sono state brutalmente assassinate, raccolti e infrastrutture sono andati distrutti. La violenza indiscriminata è in aumento, compresi i casi di violenza sessuale e i casi di bambini scomparsi e separati dalle famiglie.

La maggior parte delle persone sfollate è costituita da donne, bambini e da altre persone vulnerabili come anziani, persone disabili e malati. I centri di accoglienza in Sudan sono gravemente sovraffollati e nel paese rimangono aperti solo due ospedali, dove le medicine scarseggiano. Molte persone sono gravemente traumatizzate.

I Paesi confinanti tra cui Ciad, Sud Sudan, Egitto, Etiopia e Repubblica Centrafricana stanno facendo la loro parte e la maggioranza di questi ha mantenuto aperte le frontiere, ma hanno bisogno di sostegno per continuare ad accogliere e assistere le persone che ogni giorno arrivano stremate al confine. Sono per lo più donne e bambini che arrivano in gravissime condizioni, spesso a rischio di malnutrizione.

 

I bisogni più urgenti

I bisogni più urgenti sono acqua, cibo, alloggi di emergenza, accesso alle cure mediche e ai servizi di protezione. Fondamentale è anche l’assistenza ai sopravvissuti alla violenza di genere, nonché l’ampliamento dei servizi per minori non accompagnati o separati dalle famiglie. L’efferatezza delle violenze a cui stiamo assistendo in questo conflitto richiede anche uno specifico supporto psicosociale alle persone traumatizzate.

L’UNHCR continua a chiedere con forza la sicurezza dei civili, l’accesso sicuro per le agenzie umanitarie, e soprattutto la cessazione delle ostilità.

Se non verrà trovata al più presto una soluzione politica, gli scontri continueranno a generare ulteriori spostamenti della popolazione mettendo a rischio la stabilità dell’intera regione. Malgrado sia una delle più gravi crisi umanitarie al mondo, l’emergenza in Sudan gode di scarsissima attenzione mediatica e rischia di divenire l’ennesima emergenza dimenticata. Non possiamo permetterlo!

Cosa fa l’UNHCR e come puoi aiutare

L’UNHCR è presente in Sudan e continua a operare ovunque ci siano le condizioni di sicurezza per fornire assistenza, protezione e aiuti umanitari. Nelle regioni di Khartoum, Darfur e Kordofan, i continui scontri hanno reso complessa la distribuzione degli aiuti umanitari, benché si sia riusciti a far arrivare alcuni beni salvavita grazie alla presenza di staff locale e partner. Nelle aree dove sussistono le condizioni di sicurezza, come gli Stati di Gedaref, Kassala, White Nile, and Blue Nile, l’UNHCR ha rafforzato la sua risposta e creato postazioni a Port Sudan, Wad Madani, and Wadi Halfa. Da qui, si continuano incessantemente a distribuire beni salvavita, alloggi di emergenza, assistenza in denaro e altri servizi prioritari, incluso l’accesso all’istruzione, l’assistenza legale per le persone senza documenti e il supporto psicosociale.  

Nei Paesi confinanti, l’UNHCR sta coordinando la risposta al flusso di rifugiati insieme a governi, altre Agenzie ONU e partner. I nostri team lavorano incessantemente per sostenere i nuovi arrivati, per allestire centri di transito dove le persone possano riposare e ricevere i servizi essenziali di protezione e assistenza umanitaria, per stabilire ed ampliare i campi e gli insediamenti dove possano accedere ad un sostegno prolungato e facilitare i trasferimenti da aree di confine sovraffollate. Abbiamo creato nuovi 10 insediamenti per ospitare rifugiati in Ciad, Repubblica Centrafricana, Etiopia e Sud Sudan.   

A livello regionale, l’UNHCR sta lavorando con i governi ospitanti per coordinare il Regional Response Plan che comprende 140 partners, incluse Agenzie ONU, ONG nazionali e internazionali, nonché gruppi della società civile. Ad oggi, il Piano è finanziato solo al 7% dei fondi richiesti. 

Nonostante l’ampiezza della crisi, i finanziamenti rimangono dunque scarsi mettendo a rischio l’esistenza stessa di alcune operazioni salvavita da parte di UNHCR. Degli oltre 400 milioni di dollari richiesti nel 2024 dall’UNHCR per rispondere alla crisi all’interno del Sudan, solo il 16% è finanziato.

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