In qualità di rappresentanti delle organizzazioni umanitarie, la nostra posizione è chiara: non parteciperemo alla creazione di alcuna “zona sicura” a Gaza che venga istituita senza l’accordo di tutte le parti e a meno che non siano presenti condizioni fondamentali per assicurare il rispetto dei bisogni fondamentali e delle condizioni di sicurezza unito ad un meccanismo di supervisione per l’attuazione dell’accordo.
Nelle condizioni attuali, le proposte di creare unilateralmente “zone sicure” a Gaza rischiano di creare danni ai civili, quali perdite di vite umane su larga scala, e devono essere respinte. Senza le appropriate condizioni, concentrare i civili in queste zone nel contesto di ostilità in corso può aumentare il rischio di attacchi e ulteriori danni. Nessuna “zona sicura” è veramente sicura quando viene dichiarata unilateralmente o fatta rispettare con la presenza di forze armate.
Qualsiasi discussione sulle “zone sicure” non deve distogliere le parti dall’obbligo di prestare costante attenzione a risparmiare i civili – ovunque si trovino – e a soddisfare i loro bisogni essenziali, anche facilitando un accesso umanitario rapido, sicuro e senza ostacoli a tutti i civili in difficoltà.
Le intense ostilità e la distruzione su larga scala delle infrastrutture civili hanno provocato lo sfollamento di massa dei civili. Quasi 1,6 milioni di persone sono attualmente sfollate a Gaza. La popolazione civile di Gaza deve avere accesso all’essenziale per la sopravvivenza, tra cui cibo, acqua, riparo, igiene, salute, assistenza e sicurezza. Le organizzazioni umanitarie devono avere accesso al carburante in quantità sufficienti per consegnare gli aiuti e fornire i servizi di base. Restiamo impegnati nel fornire assistenza e proteggere i civili e tutte le persone bisognose di protezione, ovunque si trovino. Al personale di soccorso umanitario deve essere garantita la libertà di movimento essenziale per svolgere le proprie funzioni, nel rispetto dei requisiti previsti dal diritto internazionale umanitario.
Nessuna delle organizzazioni umanitarie che rappresentiamo è stata coinvolta nella preparazione dell’arrivo degli sfollati in una potenziale “zona sicura” – o “zona umanitaria” – a Gaza.
Una “zona sicura” è un’area a carattere transitorio che mira a mantenere i civili al sicuro, protetti e al riparo dalle ostilità.
Le seguenti condizioni per le persone sfollate presenti nella “zona sicura” devono essere rispettate:
Il mancato rispetto di queste condizioni di base può costituire una violazione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani.
Tutti noi rinnoviamo [1] anche il nostro appello per un cessate il fuoco umanitario per alleviare le sofferenze e contribuire a facilitare le operazioni umanitarie, e per il rilascio di tutti gli ostaggi.
Elementi di questa dichiarazione sono stati evidenziati dal Coordinatore degli aiuti di emergenza in una dichiarazione del 15 novembre 2023.
[1] L’UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East) sostiene pienamente la dichiarazione.
Firmatari:
– Martin Griffiths, Coordinatore degli aiuti di emergenza e Sottosegretario generale per gli Affari umanitari (OCHA).
– Sofia Sprechmann Sineiro, Segretaria generale, CARE International
– Jane Backhurst, Presidente del Consiglio di amministrazione dell’ICVA (Christian Aid)
– Jamie Munn, Direttore esecutivo, Consiglio internazionale delle agenzie di volontariato (ICVA)
– Anne Goddard, Amministratrice delegata e Presidente a.i., InterAction
– Amy E. Pope, Direttrice generale dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM)
– Tjada D’Oyen McKenna, Direttrice generale di Mercy Corps
– Volker Türk, Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR)
– Janti Soeripto, Presidente e Amministratrice delegata di Save the Children
– Paula Gaviria Betancur, Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani degli sfollati interni.
– Achim Steiner, Amministratore del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP)
– Natalia Kanem, Direttrice esecutiva del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA)
– Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR)
– Maimunah Mohd Sharif, Direttrice esecutiva del Programma delle Nazioni Unite per gli Insediamenti Umani (UN-Habitat)
– Catherine Russell, Direttrice Generale del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF)
– Sima Bahous, Sottosegretaria generale e direttrice esecutiva di UN Women
– Cindy McCain, Direttrice esecutiva del Programma alimentare mondiale (WFP)
– Dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS)
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