In aumento il numero di persone sopravvissute a violenza di genere in arrivo in Italia. UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, insieme ai partner e alle istituzioni, potenzia la risposta per le donne rifugiate e richiedenti asilo in Italia.
La maggior parte delle persone che arrivano in Italia per chiedere protezione sono sopravvissute a violenza di genere, nei paesi di origine o di transito. La violenza di genere costituisce una grave violazione dei diritti umani e colpisce in modo sproporzionato le donne e le ragazze e, quando sono costrette a fuggire, il rischio aumenta. Tuttavia, anche uomini, ragazzi, e persone LGBTIQ+ possono subire violenza di genere.
Potenziare la risposta e la prevenzione alla violenza di genere è l’obiettivo della conferenza organizzata oggi a Roma da UNHCR insieme ai partner Centro Astalli, Differenza Donna, D.i.Re e LHIVE con il sostegno di Enel Cuore, la Onlus del Gruppo Enel e Gruppo Mediobanca.
Se le persone sopravvissute a violenza non hanno accesso a servizi specializzati in modo tempestivo, le conseguenze possono anche essere molto gravi. La violenza di genere ha infatti gravi ripercussioni sull’immediata salute sessuale, fisica e psicologica delle persone e aumenta il rischio di futuri problemi di salute. In alcuni casi, la mancata individuazione della violenza di genere rischia di compromettere il riconoscimento della protezione internazionale.
Nonostante l’impegno e gli sforzi congiunti, le sfide continuano a essere molteplici. In particolare, la mancanza di informazioni culturalmente sensibili, scarsità di servizi specializzati e di mediatrici e mediatori formati, la scarsa connessione tra sistema asilo e sistema antiviolenza, e le limitate opportunità di formazione per il personale a vario titolo a contatto con le persone sopravvissute, sono i principali ostacoli da affrontare. I dati relativi alla presenza nelle case rifugio restituiscono un quadre drammatico, il 62% infatti sono donne straniere. L’assenza di dati disaggregati sull’incidenza delle persone rifugiate e richiedenti asilo limita fortemente la valutazione dell’entità del fenomeno e la predisposizione di strumenti e risorse adeguati.
UNHCR, insieme ai partner, alle istituzioni e alle altre Agenzie ONU, grazie anche al sostegno della Fondazione Enel Cuore e Gruppo Mediobanca, continua il proprio lavoro in Italia per rispondere a queste sfide e contribuire a ristabilire il benessere delle persone sopravvissute a violenza di genere e a svilupparne la resilienza.
“Le donne rifugiate che arrivano in Italia sono sopravvissute a violenze inimmaginabili, sia nei paesi di origine che durante la fuga. Per UNHCR rispondere ai loro bisogni e far sì che non accada mai più è una priorità. Siamo grati ai nostri partner, alle istituzioni e Gruppo Mediobanca e Enel Cuore Onlus perché’ il lavoro che stiamo portando avanti insieme permetterà a molte più donne di avere la possibilità di accedere in maniera tempestiva ai servizi di cui hanno bisogno e riprendere in mano il proprio futuro” ha dichiarato Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la santa Sede e San Marino.
Per l’UNHCR è fondamentale che la prevenzione, la mitigazione del rischio e la risposta alla violenza di genere siano guidate dall’approccio incentrato sulla persona sopravvissuta, che deve essere coinvolta nello sviluppo dei programmi di prevenzione, e risposta.
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