L’Alto Commissario per i Rifugiati delle Nazioni Unite, Filippo Grandi, ha confermato oggi il suo impegno a sostenere la risposta umanitaria per i rifugiati e gli sfollati interni in Etiopia e a lavorare per trovare soluzioni a lungo termine, anche per chi è fuggito a causa della siccità e dell’impatto dei cambiamenti climatici.
“Nonostante gli ultimi anni siano stati incredibilmente difficili per molte persone coinvolte nel conflitto, è stato incoraggiante vedere i progressi verso la pace compiuti nel nord dell’Etiopia e prendere atto degli sforzi fatti per dare aiuto a chi ha perso tutto” ha detto Grandi alla fine della sua visita di tre giorni in Etiopia, dove ha incontrato alti funzionari governativi e comunità di sfollati, compresi i rifugiati eritrei.
Fin dall’accordo di pace raggiunto nel novembre dell’anno scorso, l’Agenzia ONU per i rifugiati e altri partner hanno potuto aumentare la consegna di aiuti di prima necessità, come medicinali, materiale per rifugi, indumenti, utensili domestici e coperte.
“I progressi sul campo sono visibili. Le persone ricevono assistenza. Alcune hanno cominciato il ritorno verso casa, ma bisogna fare molto di più per sostenere la ricostruzione e le iniziative di ripresa nelle regioni di Afar, Amhara e Tigray” ha aggiunto Grandi. “Sarà fondamentale per migliorare le condizioni di vita e di lavoro in vista di soluzioni durature, compreso il ritorno volontario alle comunità di appartenenza”.
Grandi ha visitato i rifugiati eritrei ricollocati ad Alemwach, un insediamento a una settantina di chilometri da Gondar, nella regione di Amhara, che ora ospita oltre 22.000 persone. Anche se offre condizioni di maggiore sicurezza, il sito di Alemwach necessita ancora di ulteriori investimenti, per garantire ai rifugiati di poter ricostruire le loro vite. I servizi sanitari, educativi ed impianti igienci devono essere rafforzati per consentire sia ai rifugiati che alle comunità ospiti di prosperare, in linea con il Global Compact on Refugees, un quadro di riferimento globale che mira a rafforzare la solidarietà verso i rifugiati e i paesi che li ospitano, aumentando l’autosufficienza dei rifugiati e ampliando l’accesso a soluzioni durature.
Questo modello è stato adottato dall’Etiopia. “Ciò che andrebbe fatto in tutto il mondo è creare programmi di assistenza integrata che sostengano sia i rifugiati che le comunità ospiti, ed è molto incoraggiante vedere gli sforzi del governo per realizzare tutto questo in Etiopia” ha detto Grandi.
Durante la sua visita, l’Alto Commissario ha incontrato il presidente Sahle-Work Zewde, il vice primo ministro e ministro degli affari esteri Demeke Mekonnen e altri funzionari, che ha ringraziato per l’ospitalità dell’Etiopia verso i rifugiati.
“Molti altri paesi avrebbero scelto di chiudere le porte mentre affrontavano un conflitto e il cambiamento climatico, ma il governo e il popolo etiope hanno continuato ad accogliere generosamente e a ospitare migliaia di rifugiati dal Sud Sudan e dalla Somalia”, ha detto Grandi. “Invito alla rapida registrazione dei nuovi arrivati ed esorto la comunità internazionale a rafforzare l’impegno finanziario per accelerare l’arrivo di aiuti che rispondano ai bisogni umanitari più critici”.
Nel 2022, i programmi dell’UNHCR in Etiopia sono stati finanziati solo per metà, mettendoli fra le 12 operazioni dell’UNHCR più sottofinanziate a livello globale. Nel 2023, a causa degli esodi continui e gli effetti drammatici della siccità, l’UNHCR ha bisogno di circa 370 milioni di dollari USA per assistere, proteggere e trovare soluzioni per i rifugiati e le famiglie sfollate.
Contatti media:
Per il video B-roll sulla visita dell’HC in Etiopia, visitare Refugees Media: https://media.unhcr.org/Share/327asck88d2q0sxgs745go24bira17m5
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